"Il discorso è angoscioso, ma mi sembra giusto farlo, dal momento che sulla questione ho riflettuto molto e riguarda noi tutti. Perché siamo caduti così in basso? Non per orgoglio né per presunzione, ma per 'disperazione sociale' mi rivolgo ai miei concittadini per esortarli a fare uno spietato esame critico della coscienza civile evitando ogni formula consolatoria. E la premessa per uscire dall'abisso." Un uomo e un intellettuale che è stato grande protagonista del dibattito pubblico passa a tutti gli Italiani il suo testimone, in pagine memorabili e di raro impegno. Paolo Sylos Labini, uno dei maggiori intellettuali italiani, è considerato economista di fama mondiale.
L'impresa Italia non è avviata a una decadenza irrimediabile. È impegnata a giocare una difficile partita a scacchi dall'esito non scontato, tra nuove tecnologie, concorrenti asiatici e scenari globalizzati. Nell'analisi di un economista 'sul campo', le vittorie e le sconfitte, le opportunità e i rischi delle imprese italiane di fronte a un'economia mondiale in epocale trasformazione. Salvatore Rossi è responsabile del Servizio Studi della Banca d'Italia.
"Gli scritti di Donald Davidson - come quelli di Ludwig Wittgenstein - hanno influenzato tutta la cultura odierna. La sua critica della nostra eredità culturale ha cambiato la nostra percezione di cosa sia veramente degno di riflessione. Tra un paio di secoli gli storici della filosofia scriveranno pagine sulle trasformazioni che l'opera di Donald Davidson ha indotto nel modo in cui l'essere umano si autopercepisce." (Richard Rorty)
"Quelli che si usa chiamare 'gli intellettuali' hanno facce, abitudini, ossessioni, languori come qualunque altro cittadino? È possibile raccontarne senza sussiego gli atti e i pensieri? Rubargli aneddoti, indiscrezioni, malignità, affetti, sorrisi? Gli 'Illustrissimi' che si muovono in questo album di articoli, interviste e profili critici, sono stati scelti all'interno di una folla che ha popolato e spesso rallegrato la mia vita professionale. Un giornale è per definizione quanto di più pragmatico e di meno protocollare esista anche quando ospita temi culturali. Incenso e gloria: ecco due ingredienti che mi piacerebbe non figurassero in queste pagine. 'Illustrissimi', dunque.
Non c'è per Arlecchino un testo letterario che certifichi la sua nascita. A inventarlo fu un attore del XVI secolo, Tristano Martinelli, vissuto a Mantova tra il 7 aprile 1557 e il 1630. Acrobata e funambolo, Martinelli simulava in scena viaggi all'Inferno e ritorno, scatenava il riso giocando con il sesso e gli escrementi, improvvisava monologhi demenziali. Circondato da un alone di magia, era amato dai Valois, dai Savoia, dai Medici e dai Gonzaga, che videro in lui l'amuleto capace persino di rendere fertili dinastie minacciate dalla sterilità. Grazie ad Arlecchino, Tristano Martinelli divenne ricco e famoso, portando sulla scena il suo personaggio dalle Fiandre a Londra, da Parigi a Madrid, da Venezia a Firenze.
Fitna: in arabo disordine, caos. È lo stato di sedizione e di anarchia, la guerra interna alla comunità dei fedeli del Corano in cui sta precipitando il mondo musulmano. Con una posta in gioco decisiva: la mobilitazione delle masse diseredate e l'instaurazione di uno Stato islamico. Gilles Kepel insegna all'Istituto di Studi politici a Parigi (IEP), dove dirige il programma di dottorato sul mondo arabo-musulmano.
Ciò che ci distingue in quanto esseri umani è la capacità di decidere e inventare azioni in grado di trasformare la realtà e noi stessi. Tale predisposizione, che si chiama 'libertà', è insieme condanna e fondamento di ciò che consideriamo la nostra dignità raziocinante. Per capire che cosa s'intende con 'libertà', dobbiamo pensare allora a ciò che significa e comporta la capacità di scegliere. In questo libro Savater delinea un'antropologi della libertà umana ed entra nel merito dei tipi di scelta da fare per affrontare meglio il nostro destino di uomini: la verità e il piacere, la politica e l'educazione civica, la tanto sottovalutata virtù dell'umanità in quanto tale e l'umile accettazione della nostra contingenza.
"L'identità politica dei cattolici italiani è ancora una volta un problema aperto: non credo che debbano essere più alla ricerca di una 'loro' democrazia, ma di una forma più alta di democrazia. La democrazia dei cristiani non può più essere una nuova 'democrazia cristiana'. Oggi coincide con la democrazia di tutti; è un impegno a tener viva, anche con la fede, una speranza di civiltà per il nuovo millennio... Ma la democrazia non è autosufficiente. Per recuperare e approfondire il suo tessuto etico di base ha bisogno di nuove aristocrazie, morali, culturali e religiose. La laicità, che è una conquista condivisa, ha bisogno di un'anima religiosa". Intervista a cura di Giuseppe Tognon.
"Aldo Carboni ha scelto i protagonisti delle sue interviste guidato da un istinto di sapiente intuizione. Nomi conosciutissimi si alternano in queste pagine ad altri noti solo a pochi. Un progetto che parte da una semplice, ma forte idea centrale: offrire uno spaccato nazionale attraverso i volti e la voce di cittadini spesso comuni, ma tutti fortemente impegnati nel costruire, ciascuno sul proprio talento individuale, il futuro del paese. Una sorta di mappa dell'Italia di oggi. L'Italia dei mestieri, delle professioni, dei successi, dei progetti, delle aspirazioni. Un'Italia più che possibile, perché in buona parte c'è già." (Salvatore Settis)
Alla fine del Novecento, fu annunciata in Italia la 'morte della patria'. Oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni fino a spiegare le ragioni per le quali la nazione è scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell'Italia d'oggi, con un incerto futuro.
Donne, vecchi e bambini, provenienti prevalentemente da città come Udine, Treviso e Venezia: dopo la rotta di Caporetto dell'ottobre 1917, seicentomila civili furono costretti ad abbandonare improvvisamente il territorio invaso o minacciato da vicino dall'esercito austro-ungarico, dando vita alla più grande tragedia collettiva che interessò la popolazione durante la grande guerra. Anche l'Italia conobbe così, come gli altri paesi coinvolti nel conflitto, il fenomeno dei profughi di guerra, divisi dal dilemma se fuggire di fronte al nemico o subirne l'occupazione. Il libro ricostruisce le dinamiche di questa fuga di massa parallela alla ritirata dell'esercito e le condizioni di vita, le immagini, le autorappresentazioni degli 'esuli in patria'.
Troppo a lungo negletto perché identificato con il regime politico ad esso contemporaneo, il mobile italiano degli anni Venti e Trenta torna oggi a rivelare tutta la sua squisita eleganza. Questo libro è una guida puntuale all'arredamento di quei decenni, arricchita da una introduzione storica e da schede monografiche dedicate a famosi architetti e mobilieri.