Questo libro non è una guida scritta da un viaggiatore professionista per aspiranti viaggiatori professionisti. Non propone itinerari, non consiglia hotel, ristoranti o negozi tipici. Semplicemente, chi l'ha scritto non se l'è sentita di catalogare il mirabolante universo del Viaggio dentro le lineari coordinate di una 'guida di viaggio'. Questo libro è peregrinazione impigrita, su e giù per i timidi tornanti molisani, riflessioni sorridenti di un viaggiatore suo malgrado. Non è per cattiveria, ma "come dice Parise, passano gli anni, ottieni quello che vuoi, ne passano altri e poi è finita. Ci vuole, dunque, una pausa".
Questo volume studia i modi in cui la cultura europea e americana hanno elaborato il processo interpretativo dell'analisi del film, ne illustra criticamente i presupposti concettuali e metodologici e vaglia alcune specifiche esperienze di lettura dei film. Il libro raccoglie saggi di diverso taglio metodologico e analitico, che spaziano dalla post-semiotica al rapporto tra cinema e "gender", dall'analisi iconologica alla ricostruzione dei modelli filosofici di ermeneutica e decostruzione applicati all'analisi dei film.
In una bella giornata di sole, nel tiepido febbraio della Florida, l'avventura nello spazio di Umberto Guidoni ha inizio. Quando, dopo due minuti e mezzo dal lancio, i due razzi a combustibile solido si staccano, tra la folla scoppia un'ovazione. Il primo italiano a entrare nella Stazione spaziale orbitante racconta il lungo volo che l'ha portato a realizzare il suo desiderio di bambino: gli anni di studio, le lunghissime selezioni, la durezza dell'addestramento, i sacrifici, i viaggi, i trasferimenti da una parte all'altra dell'Oceano Atlantico, con moglie e figlio al seguito, fino al traguardo finale: staccarsi da Terra per guardare il mondo dallo Spazio.
Uno scrittore si trascina sotto il sole soprannaturale che irradia le giornate tropicali dell'Isola, sospendendone l'esistenza in una lenta ripetizione di gesti e rituali che sembrano annullare lo scorrere del tempo. Solo e sofferente per amore nel cuore dello Sri Lanka, divide la sua stanza d'albergo con una macchina da scrivere malandata, un pesce-scorpione in una boccia di vetro, un serraglio di formiche, termiti e scorpioni che popola le sue ossessive fantasie. Un viaggio di struggente poesia nella psiche e nell'immaginazione.
La nuova tecnologia ha delineato nuovi equilibri globali, una vera e propria metamorfosi del sistema di valori, visioni, idee e identità culturali, politiche e sociali. Se le società tradizionali sono gerarchiche, su delega, strutturate e governate, quelle digitali al contrario sono reticolari, orizzontali e autorganizzate. Il vero problema oggi, quindi, non è tanto più definire l'esistenza o meno di una società digitale ma applicarsi a comprendere quale sia il suo funzionamento, in modo da imparare anche come utilizzarne le norme e i valori.
Chiedersi quali siano gli scenari compatibili con i risultati che stanno emergendo dai laboratori della fisica, della chimica e della biologia sembra ormai essere un dovere sociale e politico, per non cadere nei due facili eccessi della demonizzazione della tecnica, da una parte, o della sua idealizzazione, dall'altra. Attraverso saggi di personalità provenienti dalle discipline più diverse (dalla storia e filosofia della scienza, al diritto, all'economia), questo volume offre un punto di vista privilegiato su quel futuro dell'umanità promesso - o minacciato, secondo qualcuno - dal progresso scientifico e tecnologico.
In questo libro parlano i rappresentanti delle comunità religiose, gli intellettuali, i commercianti, gli studenti, i praticanti rigorosi e i saltuari, nomi noti e persone qualsiasi, uomini e donne semplici che vivono e lavorano nel nostro Paese, sperimentando ogni giorno le contraddizioni della propria cultura e i pregiudizi occidentali. Le loro opinioni compongono un dialogo ideale sulla minaccia islamica reale e immaginata, sull'inquietudine suscitata da una religione tutt'uno con la politica, sulla necessità di concordare regole comuni e valori condivisi, sulla terra di nessuno intorno a certe moschee dove la radice sociale dell'emarginazione si intreccia con l'identità etnico-religiosa.
«La figura di Federico ha attirato l'attenzione dei suoi contemporanei e di coloro che vissero subito dopo il grande Svevo. Di fronte al cumulo delle fonti, il rischio è dunque quello dei borgesiani cartografi dell'impero cinese che ossessionati dall'assoluta precisione finirono per disegnare una mappa 1:1 del territorio. Resta ancora invece da fare in parte la ricostruzione delle relazioni e del confronto tra Federico e il suo mondo, quel cinquantennio a cavallo fra i due secoli, il XII e il XIII, in cui l'Europa apre gradualmente le sue città e le sue scuole a un 'sapere nuovo', a maestri che insegnano con nuovi modi e nuove ragioni nuove discipline", a una visione del mondo naturale ed etico che cambia lo stile della vita collettiva e individuale».
Il testo presenta tre contributi al campo della "psicologia culturale", che studia il modo in cui la cultura e la psiche si costituiscono reciprocamente nel corso della storia individuale e collettiva. L'approccio di Bruner alla psicologia culturale si incentra soprattutto sui modi in cui la psicologia 'popolare' contribuisce alla costruzione quotidiana dei significati. Secondo l'autore ogni cultura crea la propria psicologia popolare, la quale viene costruita ed espressa attraverso narrazioni.
Docente di Diritti dell'Uomo e Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Salerno, normalista, studioso di filosofia del diritto pubblico e storia dei concetti politici, Geminello Preterossi ha raccolto in questo volume quattordici interventi di autori diversi per riaffermare il valore e la legittimità del pensiero laico, per individuare la sua fisionomia culturale contro il fondamentalismo neoconservatore. Firmano gli interventi: Khaled Fouad Allam, Remo Bodei, Tullio De Mauro, Ida Dominijanni, Vincenzo Ferrone, Anna Foa, Carlo Galli, Emilio Gentile, Francesco Margiotta Broglio, Francesco Remotti, Andrea Riccardi, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola.
Nell'Archivio della Congregazione per la dottrina della fede, ex Sant'Uffizio, si trovano alcuni fascicoli che riguardano il processo, naturalmente in absentia, cui furono sottoposti, a partire dal marzo 1932, innanzitutto la Storia d'Europa nel secolo decimonono di Benedetto Croce, condannata e messa all'Indice dei libri proibiti il 13 luglio 1932, e poi l'intera opera dello stesso Croce e quella di Giovanni Gentile, condannate e messe all'Indice il 20 giugno 1934. Ma si trovano anche altri fascicoli che riguardano i controlli, le censure e le condanne di cui furono costantemente oggetto libri e soprattutto manuali scolastici delle scuole superiori, specie per gli insegnamenti di storia, di filosofia e pedagogia. Questi fascicoli, i primi e i secondi, sono stati la guida per ricostruire una delle vicende più interessanti e probabilmente più importanti che hanno caratterizzato gli anni del fascismo: lo scontro fra la neoscolastica da una parte, l'idealismo e l'attualismo gentiliano dall'altra.
La 'forma' di questo saggio di amplissimo respiro cronologico e geografico è determinata dalla convinzione che il 'Grande Racconto' tradizionale del periodo compreso tra la nascita del cristianesimo nell'impero romano e la conversione del mondo scandinavo, otto secoli più tardi, debba essere ampiamente rivisto. E prima di tutto, per Peter Brown, è necessario mettere l'Europa occidentale sullo sfondo di un mondo più vasto e partire dal fatto che il cristianesimo 'europeo' rappresenta semplicemente la variante più occidentale di un mondo cristiano amplissimo, il cui baricentro era situato originariamente nel Mediterraneo orientale e nelle grandi capitali dell'impero d'Oriente: sono Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, e non Roma, a trovarsi allo snodo di un cristianesimo di portata mondiale. Con la nascita poi dell'islam e la sua conquista del Medio Oriente e del Nordafrica -e per mezzo millennio anche della Spagna meridionale - una barriera si interpose fra il mondo cristiano occidentale e un mondo cristiano più antico, che aveva compreso tanta parte dell'Oriente.