"Oggi, Il concetto di mente è un testo molto più ricco di quando Ryle lo scrisse alla metà del secolo scorso. Di certo vi trovo molte più cose ora di quando lo lessi da studente universitario nel 1960. In effetti, di recente sono stato colpito dal fatto che molti dei temi che stanno riemergendo come le linee di ricerca più gettonate nella scienza cognitiva all'avanguardia presentano una sorprendente somiglianza con temi ryleani ignorati da tempo: la cognizione incarnata e 'situata', l'idea che la mente non si collochi nel cervello, che le abilità non vengano rappresentate, che si possa avere intelligenza in assenza di rappresentazione, per menzionare solo i temi più noti." Dalla Prefazione di Daniel C. Dennett
Nella Firenze liberata, tra l'agosto del '44 e l'aprile del '45, si fa strada in Piero Calamandrei e in un giro di intellettuali amici l'idea di dare espressione ai molti fermenti dell'Italia del tempo attraverso la creazione di una rivista, in grado di accogliere temi ed esigenze culturali avvertiti con urgenza da chi stava uscendo a fatica da un lungo trentennio di compromessi e di scelte e non-scelte dolorose. Nasce così il "Ponte", luogo di incontro inter-generazionale che dà voce al bisogno di guardare fuori dai confini, di fare i conti con la memoria, con il fascismo, con la scelta repubblicana, con la rinascita del confronto - interno e internazionale - dei partiti, delle ideologie e degli Stati. Introdotto da un vasto affresco inrerpretativo di Mario Isnenghi, il libro raccoglie una corposa scelta di articoli di Piero Calamandrei e di numerosi altri personaggi-autori risalenti al primo triennio del "Ponte" (1945-47). Essi sono il frutto di quel periodo di trapasso e rifondazione nel corso del quale Calamandrei affronta la marginalità, l'attendismo, i compromessi di ieri e di oggi - in una parola, la desistenza - che hanno marchiato la sua generazione e hanno consentito abominii della ragione.
"Scrivere questo libro mi ha permesso di raccontare la mia storia e dunque di fare un po' di ordine, o forse di ricreare un necessario disordine. La mia intenzione era di far conoscere ad altri, che non sanno, come succedono certe cose, come si comprano e si vendono le persone, e far vedere che c'è un altro modo, per chi arriva da solo in un paese straniero, di guadagnare. Non c'è solo la prostituzione. E poi, anche se quello che mi è successo mi ha provocato un danno enorme, mi piace poter pensare e dire che ne ho tratto anche forza e che ho imparato moltissimo. Finora ho dovuto sempre nascondere tutto. Ora capisco invece che raccontare è anche una liberazione."
"Il libro di Farian Sabahi è un viaggio attraverso la società iraniana. Le interviste, i colloqui con gli ayatollah, le conversazioni occasionali durante una corsa in taxi, la descrizione degli uomini e delle donne nelle loro occupazioni quotidiane aggiungono prospettiva e colore a un quadro che è divenuto in questi ultimi anni, nella percezione occidentale, sempre più piatto e monotono. Leggerlo può essere, soprattutto in questa fase politica, particolarmente utile." Dalla Prefazione di Sergio Romano
"Il divaricarsi dei doveri rispetto ai diritti ha mandato il paese letteralmente in tilt." Bruno Tabacci racconta un'Italia dove la politica è soffocata dai conflitti d'interesse e chiusa in un bipolarismo 'muscolare' e ideologico; un'Italia strangolata dalle lobby, dallo strapotere delle banche e da una classe dirigente che non ha più risposte da dare.
La sacralizzazione della politica accade ogni volta che un'entità politica la nazione, la democrazia, lo Stato, la razza, la classe, il partito, il movimento - è trasformata in una entità sacra, in un oggetto di devozione e di culto, ed è collocata al centro di un sistema di credenze, di simboli e di riti. Nascono allora le religioni della politica, che non si identificano con un unico tipo di ideologia e di regime: esse possono sacralizzare la democrazia o l'autocrazia, l'eguaglianza o la disuguaglianza, la nazione o l'umanità.
Nonostante crociate e guerricciole, scorrerie di pirati, saccheggi e tratta di schiavi, nonostante Lepanto e l'assedio di Vienna, la verità è che con l'Islam abbiamo sempre commerciato bene e avuto, in sostanza, buoni rapporti. In tempi diversi si è sovrapposto un malinteso, dagli esiti spaventosi per l'una e l'altra parte. È la tesi originale di Franco Cardini. (Mario Baudino, "La Stampa") Franco Cardini è docente di Storia medievale all'Università di Firenze.
Una adeguata concezione della libertà dovrebbe essere sia positiva che negativa: 'libertà di' ma anche 'libertà da'. La piena libertà dell'individuo non può che raggiungersi attraverso un impegno collettivo, sociale. In uno stile limpido e cristallino, il prezioso volume di uno studioso la cui autorità intellettuale e morale difficilmente può essere messa in dubbio. Amartya Sen, Premio Nobel 1998 per l'Economia, è un maestro del pensiero contemporaneo. Rettore del Trinity College di Cambridge, è Lamont University Professor di Economia e Filosofia morale ad Harvard.
Un'indagine che esplora la natura dei partiti politici: che cosa sono, a cosa servono, come funzionano (o non funzionano) i partiti italiani.
Un'ottica eurocentrica e coloniale vizia il nostro sguardo di occidentali, inducendoci ad accostare i popoli islamici con categorie falsate dal pregiudizio. Chiara, densa di riflessioni e argomentazioni, questa prima storia sistematica dei musulmani, raccontata alla luce delle loro tradizioni e della loro evoluzione politica e sociale, è uno strumento prezioso per avvicinare una realtà spesso percepita come ostile.
Oggi si vive più a lungo e in miglior salute di sempre, grazie anche - se non soprattutto - ai progressi delle conoscenze e delle tecnologie biomediche. Eppure la medicina sta affrontando un disagio diffuso, nonché impegnative sfide pratiche e teoriche. Di fronte a una sorta di crisi fondativa, Gilberto Corbellini avanza un'ipotesi interpretativa che può contribuire alla costruzione di un nuovo panorama di riferimento: un inquadramento storico pertinente dei problemi medici, insieme a un approccio evoluzionistico, consente di puntualizzare l'organizzazione concettuale e metodologica della medicina, la definizione della malattia e della salute, nonché le strategie più utili.
Come si formula un'ipotesi di ricerca e la si sottopone a verifica. Cosa vuol dire misurare una caratteristica osservabile e quali errori si possono commettere. Quali sono gli approcci prevalenti della ricerca, dal disegno sperimentale ai disegni quasi sperimentali, all'approccio correlazionale e osservativo. Com'è strutturato il sistema delle pubblicazioni scientifiche psicosociali. Quali sono le norme deontologiche di chi fa ricerca. Queste le principali questioni affrontate dagli autori.