Nato a Londra nel 1925, fellow della British Academy, professore emerito della Oxford Universìty, Sir Michael Dummett è fra i maggiori filosofi della sua generazione. Questo volume offre un agile profilo della sua densa riflessione filosofica. II primo capitolo illustra come egli elabori, attraverso la riscoperta della logica di Gottlob Frege, un originale programma di pensiero centrato sulla questione analitica, ossia sulla comprensione del linguaggio. Il secondo e terzo capitolo ricostruiscono l'itinerario riflessivo che, alla fine degli anni Cinquanta, vede Dummett occuparsi di metafisica. Il quarto capitolo descrive l'indagine generale sulle teorie del significato articolata pienamente da Dummett negli anni Settanta, che lega indissolubilmente la riflessione sul significato a quella sulla nozione di verità. Dummett contrappone due famiglie di teorie del significato: realiste e antirealiste. Al realismo egli rivolge serie obiezioni, esposte nel quinto capitolo. L'alternativa antirealista viene approfondita nel sesto capitolo. Il settimo è dedicato al problema della realtà del tempo, che ha impegnato il filosofo per decenni conducendolo a una svolta negli anni Novanta. L'ottavo capitolo riassume le tesi di Dummett sui rapporti fra filosofia, scienza e religione.
In Grecia la verità ha lo stesso ruolo che nei nostro sistema di pensiero? Copre il medesimo contenuto semantico? Non sono domande di pura curiosità, La Grecia si impone alla nostra attenzione per due motivi: innanzi tutto esistono rapporti stretti tra la civiltà greca antica e la ragione occidentale; la concezione di una verità obiettiva e razionale, caratteristica dell'Occidente, è nata infatti storicamente dal pensiero greco. Inoltre, nel tipo di ragione elaborato dalia Grecia a partire dal VI secolo, una certa immagine della Verità - il concetto di Atetheia - occupa un posto fondamentale nella riflessione filosofia di ogni tempo. In queste pagine Detienne guida il lettore attraverso il mondo della Grecia micenea e arcaica fino alle radici della nozione di verità, quando essa - prima di diventare un bene accessibile a tutti - era ancora circonfusa da un'aura sapienziale e coincideva con la parola del maestro: il "poeta ispirato" o l'"indovino profeta" o "il 'mago" o il "re di giustizia".
Ammirazione, repulsione e un pizzico di autocompiacimento: è la combinazione di emozioni che ancora oggi le imponenti mura del Colosseo suscitano in chi le osserva. Straordinario pezzo di bravura architettonica e indelebile marchio impresso dalla Roma antica nel paesaggio moderno, questo "ammasso di pietre e pietrisco in rovina" non manca mai di evocare un brivido di orrore e trasgressione nel visitatore, che vive il paradosso di trarre godimento da un luogo in cui i Romani assistevano per svago all'assassinio di massa sponsorizzato dallo Stato. Ma la sua fama sembra inattaccabile dal tempo e la sua leggenda si rafforza, ripercorsa nel cinema o in televisione, in guide turistiche o in saggi specialistici. Keith Hopkins e Mary Beard guidano il lettore tra i segreti dei Colosseo e svelano l'enigma del suo fascino, raccontano storia e storie, ma anche veritiere leggende, e guidano il lettore trasversalmente dal Colosseo dei giochi gladiatorii a quello reso ricovero per animali e barche; dalla morte violenta dei martiri protocristiani all'immenso orto botanico in cui a un certo punto si trasformò. Fino ai centurioni "per finta" di oggi.
Ogni giorno facciamo uso della memoria per le attività più varie: ricordare un numero di telefono mentre lo si compone, andare in bicicletta, pagare una bolletta, sapere che cosa si compra o conoscere in quale Stato andremo quando siamo in partenza per Parigi: tutto ciò richiede l'intervento di componenti distinte di memoria. Questo libro descrive l'architettura della memoria - da quella a breve termine a quella a lungo termine, da quella retrograda a quella prospettica - e la sua patologia. Per chiarezza di esposizione, efficacia di scrittura, capacità di incuriosire si rivolge anche a un pubblico non esperto in materia ma interessato ad approfondire le conoscenze che riguardano una delle nostre più importanti capacità.
La tutela ambientale è oggi al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica. Le istituzioni hanno preso consapevolezza dell'importanza della questione ambientale, varando una serie di norme che mirano a regolare l'uso del territorio, a prevenire e sanzionare l'inquinamento, a valorizzare il patrimonio paesaggistico. Per avere una reale efficacia, tale azione non può limitarsi a un solo paese, e infatti nella tutela ambientale un grande ruolo sta svolgendo l'Unione Europea con le sue direttive che forniscono un quadro di riferimento e un vincolo comune per gli Stati dell'Unione. Il diritto, nelle sue diverse specializzazioni, è chiamato anche nel caso dell'ambiente a svolgere un ruolo cruciale, quale strumento principe di regolazione sociale.
La nuova edizione di questo volume da conto della serie di eventi che, con l'inizio del XXI secolo, ha radicalmente modificato i caratteri del sistema internazionale. Questi i principati elementi di novità: il preciso delinearsi della crisi di supremazia americana, messa in evidenza dalla mancata soluzione dei problemi mediorientali e dall'affiorare di un sistema internazionale composito; il nuovo contesto generato dall'emergere della forza economica e-o politica della Cina e dell'India; il ruolo dell'Europa dopo la bocciatura del progetto di Costituzione e in vista della ratifica del trattato di Lisbona; il declino e i caratteri della ripresa russa sotto Putin e fino alla presidenza Medvedev; il progressivo sottrarsi dell'America latina dal controllo statunitense; l'emergere in Africa dei primi segni di uscita dall'isolamento.
Oggi la famiglia è un organismo "flessibile", adattabile, al crocevia di profondi mutamenti, individuali e psicologici, ma anche sociali e demografici. Nuove modalità di relazione, non più caratterizzate da legami prevalentemente stabili e di sangue bensì da una gamma sfumata e diversificata di rapporti interpersonali, "sfidano" la natura tradizionale del gruppo familiare e lo chiamano a mobilitare la propria capacità di adattamento a tutto campo. Laura Migliorini e Madia Rania sviluppano un'analisi della famiglia secondo una prospettiva psicosociale: il gruppo familiare non è più inteso come "progetto'" di vita univoco, ma aperto a contraddizioni e a percorsi imprevedibili.
La meraviglia è consapevolezza della propria ignoranza e desiderio di sottrarvisi, cioè di apprendere, di conoscere, dI sapere. Ecco perché proprio la meraviglia, secondo Aristotele, è l'origine della filosofia, ovvero della ricerca disinteressata di sapere. Stato d'animo raro e prezioso, la meraviglia è la sola espressione della vera libertà. Enrico Berti rilegge il pensiero dei grandi filosofi della classicità e costruisce un percorso attraverso le domande senza tempo che la filosofia occidentale ha continuato a porsi, formulate per la prima volta dai Greci.
Pioggia, pioggia, ancora pioggia. Poco cibo, tende insufficienti e scarse armi. Le truppe fasciste concentrate a nord di Roma per l'attacco alla capitale sono stanche, bagnate e affamate quando si diffonde la notizia che Mussolini è stato nominato capo del governo. Ma l'entrata a Roma non coincide con la sua conquista, anzi in quei giorni la città continua a respingere i fascisti come nessun'altra, e gli scontri si fanno durissimi. Inizia così un nuovo racconto della marcia su Roma che finalmente spiega il ruolo giocato dalla violenza, il motivo per cui la classe dirigente politica non ha compreso subito la gravita degli avvenimenti, il modo in cui lo Stato liberale è crollato. E che mostra come la marcia non sia stata solo quella degli squadristi su Roma, ma anche l'invasione e la trasformazione degli equilibri di potere nelle altre città d'Italia.
In Grecia la vita sessuale e sentimentale non aveva uno svolgimento a senso unico. La considerazione di cui godeva l'istituto matrimoniale non escludeva affatto altre forme di soddisfacimento sessuale e affettivo. Fioriva l'omosessualità femminile, accettata come un'utile iniziazione prematrimoniale. Nei ginnasi si intrecciavano amori fra i cittadini più in vista e i giovinetti che si esibivano negli esercizi ginnici per i quali i Greci erano famosi. Un testo che esplora con curiosità erudita un aspetto intrigante dell'età antica.
Come definire l'arte romana e, soprattutto, quando fissarne l'inizio? Possono considerarsi romane le opere create a Roma e per Roma dal VI al IV secolo a.C., o sono ancora espressioni dell'arte etrusca, riferibili a una generale arte italica? E come comportarsi con la stragrande maggioranza dei generi artistici romani, che perlopiù copiano o adattano analoghi generi greci? "Dell'arte romana ci interessano soprattutto il contesto storico e i messaggi delle immagini: non più l'arte come una dimensione autarchica, quanto piuttosto come medium della comunicazione sociale. Con un approccio di questo tipo, le immagini vengono intese come elemento integrato di una cultura definita in senso antropologico". Secondo questa prospettiva diventa naturale fissare un inizio orientativo dell'arte romana nel momento in cui essa sviluppa le sue caratteristiche specifiche, in risposta a una meglio definita organizzazione sociale e politica. Tale momento coincide con la trasformazione dello Stato al sorgere dell'Imperium romanum. L'ellenizzazione che andò di pari passo con la conquista delle città e delle monarchie greche modificò radicalmente le strutture politiche e sociali.