Dalla Rivoluzione industriale a oggi, una storia completa del design. Uno dei più grandi fenomeni culturali e socio-economici dell'età contemporanea, visto nei suoi aspetti più specifici: la progettazione, la produzione, il consumo e la vendita. Un nuovo inserto illustrativo completa la nuova edizione del volume.
Il libro-manifesto di Le Corbusier, punto di riferimento per organizzare una città a misura d'uomo.
In breve
«Credo in un solo Dio, Padre onnipotente»: così recita la professione di fede cristiana cattolica, a sottolineare immediatamente il carattere maschile della divinità all’interno di una religione che fin dall’origine si era caratterizzata invece per l’apertura alla presenza femminile. Nascono da questa contraddizione l’importanza e l’ambiguità del rapporto fra le donne e la religione cristiana, ma anche l’intuizione che proprio nel campo religioso vadano ricercate le ragioni più profonde del ruolo della donna nel mondo occidentale.
Indice
Introduzione di Lucetta Scaraffia e Gabriella Zarri - 1. Ascetismo e monachesimo femminile in Italia dalle origini all’età longobarda (IV-VIII secolo) di Franca Ela Consolino - 2. Il matrimonio mistico di E. Ann Matter - 3. Società e religiosità femminile (750-1450) di Giulia Barone - 4. Corpo femminile e pratica religiosa nel tardo medioevo di Caroline Walker Bynum - 5. La donna, la fede, l’immagine negli ultimi secoli del medioevo di Dominique Rigaux - 6. Dalla profezia alla disciplina (1450-1650) di Gabriella Zarri - 7. Lettere spirituali di Adriano Prosperi - 8. Le muse in convento. La scrittura profana delle monache italiane (1450-1650) di Elissa B. Weaver - 9. «Piccole donne», «grandi eroine»: santità femminile «simulata» e «vera» nell’Italia della prima età moderna di Anne Jacobson Schutte - 10. Modelli di santità femminile nell’Italia del Rinascimento e della Controriforma di Sara F. Matthews Grieco - 11. Dall’esplosione mistica tardo-barocca all’apostolato sociale (1650-1850) di Marina Caffiero - 12. La scrittura mistica di Marilena Modica Vasta - 13. La santità femminile dinastica di Sara Cabibbo - 14. Immagini sacre e vita religiosa delle donne (1650-1850) di Karen-edis Barzman - 15. «Il Cristianesimo l’ha fatta libera, collocandola nella famiglia accanto all’uomo» (dal 1850 alla «Mulieris Dignitatem») di Lucetta Scaraffia - 16. In viaggio dalla Madonna di Emma Fattorini - 17. Sante e suore sullo schermo di Giovanna Grignaffini - Bibliografia
In breve
La Einleitung in die Ethik raccoglie le fortunate lezioni tenute da Edmund Husserl (1859-1938) all’Università di Friburgo nel 1920 e nel 1924 e sono il risultato di una lunga riflessione del fondatore della fenomenologia su etica e morale. Attraverso un confronto serrato con i maggiori filosofi della tradizione occidentale, dagli antichi greci a Thomas Hobbes e ai moralisti inglesi, e mediante un’articolata analisi dei testi centrali di David Hume e Immanuel Kant, Husserl si misura con uno dei tentativi più originali del pensiero moderno: fondare in maniera sistematica un’etica scientifica e rigorosa. La traduzione, a cura di Nicola Zippel e con una introduzione di Francesco Saverio Trincia, è stata condotta sul xxxvii volume della Husserliana (Dordrecht 2004) e completa il quadro delle opere di Husserl di cui il lettore italiano non può fare a meno per comprendere la complessità della ragione fenomenologica.
Indice
Introduzione di Francesco Saverio Trincia - Cronologia della vita e delle opere - Nota al testo - INTRODUZIONE ALL’ETICA - I. Definizione sistematica introduttiva e delimitazione del concetto di etica - II. Le posizioni fondamentali dell’etica degli antichi e uno sguardo generale sull’etica moderna - III. L’etica e la filosofia politica di Hobbes e il suo principio egoistico dell’autoconservazione - IV. Confronto critico con l’etica edonista: l’edonismo come scetticismo etico - V. L’edonismo come egoismo in alcune posizioni dell’etica moderna - VI. Le legalità peculiari dello sviluppo dell’essere spirituale. Il regno della motivazione - VII. La lotta tra i moralisti della ragione e quelli del sentimento nel XVII secolo - VIII. La filosofia morale empirica di Hume - IX. L’etica kantiana della ragion pura - X. La prospettiva di un’etica della miglior vita possibile fondata sulla volontà - Indice dei nomi
L'albero della vita e del risveglio alla conoscenza liberatrice; il fiore di loto quale trono regale del Buddha; la ruota, antico simbolo solare; il Vajra, folgore-diamante, nucleo luminoso del cuore che possiede la vera conoscenza, indisturbato dalla mutevole danza dei fenomeni. Questi i simboli fondamentali del buddhismo che Coomaraswamy esamina in queste pagine, in stretta aderenza ai testi e al ricco repertorio iconografico, con la consueta immensa erudizione e l'ampio respiro metafisico. Il libro mette in luce alcuni aspetti essenziali della simbologia buddhista, il più importante dei quali è l'impossibilità di dividere l'esperienza estetica dall'esperienza religiosa. Le immagini, ricorda Coomaraswamy, prese di per sé e in modo isolato non hanno valore. Sono piuttosto un supporto per la contemplazione e per la realizzazione spirituale. Si tratta, nell'ambito della tradizione buddhista, di realizzare interiormente ciò che il simbolo racchiude e indica. In questo senso l'immagine ha un valore fondamentale, come via da percorrere.
Diviso in quattro capitoli cronologici, il volume offre un panorama d'insieme della produzione poetica nella Germania novecentesca e propone al lettore una selezione dei testi più rappresentativi. I primi due capitoli affrontano il periodo che dal primo Novecento, attraverso la Repubblica di Weimar, conduce la Germania sulle soglie della seconda guerra mondiale. La poesia di questo arco temporale, incardinata nella riflessione nicciana e freudiana e nella cultura ebraica antecedente la Grande Guerra, è veicolo di un ripensamento dei classici - Hölderlin soprattutto - ma anche di quella rottura con le forme tradizionali che determina sia l'avanguardia espressionista, sia la produzione poetica che va da Hofmannsthal a Rilke, da Benn al giovane Brecht. Si passa quindi alla produzione poetica del secondo dopoguerra, segnata dalla lacerante presa di coscienza della catastrofe nazista, dall'esperienza dell'esilio, dalla spaccatura del paese (temi che attraversano in modo particolare l'opera di Paul Celan).
L'età di Goethe può essere definita come la palestra della modernità e i suoi protagonisti sono di fatto i massimi interpreti dell'anima moderna, nella cui opera è possibile cogliere in nuce gran parte degli sviluppi successivi della letteratura nel Vecchio Continente. A differenza delle tradizionali storie della cultura tedesca, questo volume evita attentamente di ridurre i vasti fermenti sette-ottocenteschi a una rigida contrapposizione tra Classicismo e Romanticismo e studia piuttosto i grandi nomi di quella stagione, da Goethe a Schiller, da Hölderlin a Kleist, sullo sfondo delle grandi questioni culturali dell'epoca: dalla rinascita dell'antico all'utopia di una nuova mitologia, dalla scoperta delle dimensioni altre della coscienza ai grandi sincretismi filosofici. In questa prospettiva non dogmatica, i singoli autori e le opere principali vengono presentati in sintetiche schede che ne inquadrano la produzione all'interno dì fenomeni culturali e artistici di più ampia portata, nel contesto generale della letteratura europea.
In breve
All’inizio degli anni Trenta molti fattori consentono in Italia la rinascita di una cinematografia giunta a toccare quota zero: una legge che incoraggia la ripresa della produzione senza troppo ostacolare la marcia trionfale in atto delle Majors americane, l’avvento del sonoro e un vero e proprio ricambio generazionale, che vede entrare in scena un gruppo di giovani guidati da Alessandro Blasetti e ispirati dalle teorie e pratiche del cinema sovietico. Dai primi anni Trenta alla caduta del regime la parola d’ordine, comune a tutte le voci – fasciste e antifasciste – del cinema italiano è aprire gli occhi sul Paese, fino a quel momento assente dal grande schermo. La fame di realtà unisce e accomuna una serie di film che, da Gli uomini che mascalzoni! di Camerini, attraversano l’intero periodo fino ad approdare a Ossessione di Visconti, il momento più alto nella realizzazione di un nuovo modo di fare cinema. Con l’entrata in guerra le pellicole non celebrano tanto l’eroismo o lo spirito guerresco, quanto piuttosto tradiscono il senso dell’assedio, la caduta delle speranze, il desiderio di pace e l’attesa della fine del conflitto. I venti mesi di Salò suggellano il periodo con l’afasia e il silenzio di una produzione pressoché inesistente.
Indice
Introduzione Nota dell’Autore – 1. La produzione dalla crisi del 1929 al 1943 – 2. La politica delle istituzioni – 3. I cattolici e il cinema: organizzazione, progetto politico, attività censoria – 4. Il cinema nei Guf – 5. La propaganda: scena e messinscena nell’informazione – 6. La propaganda nella produzione spettacolare – 6. I miti – 7. Il lavoro dei letterati – 8. Il cammino della critica verso il neorealismo – 9. Modi, forme e strutture narrative dall’avvento del sonoro al 1935 – 10. Da Freddi al 25 luglio 1943 – 11. La cattedrale del desiderio – 12. Hollywood alla riscossa – 13. Il periodo di Salò – Note – Bibliografia - Indice dei film - Indice dei nomi
Viviamo nell'epoca della guerra in diretta: l'informazione ci racconta ogni giorno i conflitti armati, mostra sui nostri schermi i tracciati dei missili, il fuoco delle bombe, le vittime dei massacri. Su quel resoconto, apparentemente oggettivo, l'opinione pubblica forma la propria percezione di quanto accade nel mondo. Dai dispacci di Napoleone per arrivare alla galassia informativa contemporanea, passando per il periodo coloniale, le guerre mondiali, il Vietnam e i tanti conflitti che hanno insanguinato il secolo appena concluso, la strada del giornalismo di guerra è stata lunga. Per tracciarne il percorso e le continue metamorfosi - politiche, ideologiche, culturali, ma anche tecnologiche e sul piano del mercato editoriale - Oliviero Bergamini incrocia più fattori: le caratteristiche militari dei conflitti (armamenti, tattiche e strategie), i metodi di controllo e manipolazione dell'informazione adottati dal potere politico e militare, l'avvento di nuovi mezzi di informazione (dai giornali alle televisioni a internet), le pratiche professionali dei reporter.
"Un biglietto d'entrata nella memoria costa solo 13 dollari. Basta trovarsi nei pressi della cittadina di Bethel, un'ora di macchina a nord di New York, e sarete attirati da cartelli che indicano una direzione e un nome che dopo quarant'anni manda ancora inaspettate scariche elettriche: Woodstock. Anzi per l'esattezza: Woodstock Museum. Una cosa del genere poteva accadere solo in America. A chi altri poteva venire in mente di costruire un museo dedicato a un concerto? Un concerto ... Un oggetto immateriale, intangibile, esistito solo nel flusso spazio-temporale di tre giorni. Come è possibile? E, soprattutto, cosa è stato davvero Woodstock? Di sicuro molto di più che un semplice festival di musica. Diciamo una singolarità della storia, un monumento costruito in tempo reale a una rivoluzione che si stava sbriciolando nello spazio di un sogno, e quindi necessariamente un'opera immateriale, di cui non sarebbe rimasta nessuna traccia fisica, un'idea, un concetto. È stata una singolarità? Ovvero un evento estremo, nel quale le normali leggi dello spazio-tempo subiscono alterazioni uniche? O più semplicemente il climax, l'inevitabile orgasmo di un'eccitazione generazionale durata qualche anno?"
L’India è una miniera inesauribile e stratificata: di religioni, di miti e fiabe, di costumi, di arte. Ha sempre attirato l’Occidente, per qualcosa di inconfondibile e prezioso: l’intensità delle sensazioni, il legame diretto con il divino, il moto perpetuo della vita associato all’immobilità della contemplazione. Giuliano Boccali racconta i tanti volti di un Paese sospeso sul filo dei millenni.
L’India è l’unico luogo al mondo dove si può assistere ancora oggi a un rito seguendone con precisione il cerimoniale su un testo scritto oltre 2500 anni or sono. È il luogo dove l’ininterrotta continuità della tradizione – una tradizione che supera i tre millenni – fa sì che il presente e l’attuale si intreccino al passato in un groviglio inestricabile, generato dalla narrazione inesausta delle meraviglie su cui poggia l’universo, e noi con esso. Questo libro è il viaggio in un mondo fantasmagorico e contraddittorio di cui Giuliano Boccali rivela le molte sorprese, in netto contrasto con gli stereotipi che lo identificano tradizionalmente: dalle religioni alla teoria politica, dai poemi epici immensi, come il Mahabharata e il Ramayana, alle raffinate strofe classiche, dalle coppie di amanti divini che affollano le pareti dei templi agli asceti coperti di cenere immersi nella meditazione, fino alle incredibili storie dei film di Bollywood.
Ogni isola delle Eolie è il fossile di un animale. Stromboli è l'antenato del cinghiale. Panarea è il progenitore di un geco. Filicudi è un triceratopo rivolto verso l'abisso. Vulcano ha la pelliccia gialla del primo leone. Salina, con i suoi due vulcani, è l'antenato del cammello. Alicudi è il fossile di un canguro che fa il morto a galla. Lipari affiora come un coccodrillo. Se mai decideste di visitarle, uscite di casa all'alba e tornate in piena notte, percorretele tutto il giorno a piedi da un'estremità all'altra, senza fermarvi. Passate una notte all'aperto. E soprattutto cambiate isola di continuo, spostatevi quanto più potete. Perché le Eolie sono sette. E per sentire il loro racconto completo bisogna visitarle tutte e tornare e ritornare anche dove si è già stati.