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«Sappiamo che cos’è un’idea? No. Sappiamo come può nascere una buona idea? Non direi. Possiamo fare qualcosa per favorire lo sbocciare di nuove idee? Ne dubito»: Boncinelli mostra uno scetticismo provocatorio ma a leggere il libro di risposte se ne trovano. Il volume tocca vari aspetti, in particolare il rapporto tra sensazioni e idee, tanto caro ai filosofi empiristi inglesi, e aiuta il lettore a porsi domande inusuali: anche questo è un aspetto della creatività. Alberto Oliverio
Quale distanza passa tra una mente innovatrice, un guizzo di ingegno e un progetto fallimentare? Da dove provengono le intuizioni ardite, le idee ispirate, le fantasie più astruse? Questione di genetica, casualità ed esperienze di vita, parola di Edoardo Boncinelli.
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Premessa - Punti interrogativi - Le idee - Come nascono le idee? - Le grandi idee - Commiato - Per approfondire
"Mi pare riduttivo nominarla. Preferisco il nome comune di luogo: l'isola. Appartata, inaccessibile. Eccentrica. Approdo e punto di fuga. Invece parlo proprio di Stromboli. Mi è sembrata un'eccellente idea fermarmi sotto il vulcano. Al culmine della mia carriera di irrequieta. Dato che nulla è permanente, nemmeno una casa, nemmeno le cose, nemmeno la vita umana. Mi esercito alla provvisorietà. Cerco un senso d'impermanenza. Una marcia di avvicinamento al distacco. È la lontananza, la chiave di questa ottusa felicità. Sono, finalmente, lontana. Da che cosa esattamente non lo so, ma mi pare che non abbia importanza. Dalla terraferma. Dalla città. Dalla realtà. Non lo so. Mi sento lontana e basta". Lidia Ravera ha eletto Stromboli a suo domicilio rifugio, una scelta non casuale, adeguata a chi come lei è 'in conflitto perpetuo col suo tempo'. Un'isola per casa per sperimentare una temporalità diversa, quella del presente e non quella di un futuro da rincorrere. Per appropriarsi del tempo della natura, il tempo della contemplazione. Solitario. Da contrapporre al tempo che fugge, delle carriere e delle ambizioni, delle seduzioni, dei confronti e degli impegni di militanza politica e culturale. Un tempo nuovo, di qualità, contrario al tempo dell'ansia dell'esserci, testimoniare, essere visti, darsi da fare.
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Come Shahrazàd, la figlia bella e astuta del visir, Beniamino Placido racconta a suo modo delle favole moderne, che riprende dal cinema e dalla televisione, dalla storia e dalla letteratura. Se qualcuno chiedesse «a che servono queste storie improbabili e inutili?, bisogna avere la forza di rispondere con cortese fermezza: a niente. Tutt'al più a comprare il tempo. A vivere mille e una notte in più. E meglio. A nient'altro». Accogliendo l'elegante understatement di Placido, potremmo rovesciarlo di segno e affermare che il suo Nautilus ci è utile proprio alla lunga distanza. In fondo ci sono mille e una notte da trascorrere insieme.
Straordinario critico televisivo, profondo conoscitore della cultura americana, intellettuale capace di avventurarsi nei più diversi campi (dalla letteratura allo sport, dalla politica alle Sacre Scritture), Beniamino Placido ha lasciato una traccia profonda nel giornalismo culturale italiano degli ultimi trent'anni. Con la sua scrittura ironica e sorprendente, raffinata e curiosa, in grado di connettere tra loro ambiti della vita e del pensiero in apparenza lontanissimi tra loro, Placido si è inventato un nuovo genere letterario. E ha creato attorno a sé una simpatia e una stima che per la prima volta hanno unito il grande pubblico e gli intellettuali più esigenti. Questa raccolta antologica di articoli comparsi su "la Repubblica", curata da Franco Marcoaldi che ne firma anche l'appassionata introduzione, intende restituire la fisionomia di un vero corsaro della cultura italiana del secondo Novecento.
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Introduzione di Franco Marcoaldi - 1. Quant’è bella leggerezza – 2. L’America in preda al furore – 3. Vi consiglio il letto – 4. A che servono «Le mille e una notte»? – 5. La verità è tutta in un pallone – 6. La paletta del capostazione – 7. Ferragosto con Hegel – 8. Il mondo dei giusti e «L’isola del tesoro» - 9. Passeggiando con Mattia Pascal – 10. Tutto cominciò con Tina Pica – 11. Quattro gatti in Libertà – 12. C’è un nichilista nel cuore fatuo dell’America – 13. Incontrai Kafka un sabato sera – 14. Prima di amarli gli scrittori li temiamo un po’ – 15. Siamo molto cambiati né in peggio né in meglio – 16. Mister Poe nostro barbaro cugino – 17. La storia di Placidin – 18. Il grande Gatsby è un cavaliere antico – 19. Perché Mimì metallurgico legge «Sorrisi e Canzoni» - 20. Il mondo dove tutti siamo invisibili – 21. Svolazzando sulle terrazze degli amici – 22. Felice? No, beota – 23. Oblomov lazzarone di campagna – 24. Se Giobbe perde la pazienza – 25. Ma i «villani» di Olmi vivono solo in Arcadia? – 26. Chamisso, le tentazioni del diavolo – 27. Il critico nella «Tempesta» - 28. Nick l’investigatore val bene un pollo – 29. C’era anche il generale Grant – 30. La piazza a 26 pollici – 31. Ebbe il gran merito di scrivere «male» - 32. Un’offesa per Amleto – 33. Coraggio, usciamo di casa anche noi – 34. Che Dio vi fulmini, ve l’avevo detto – 35. Un Ulisse dilaniato in Terrasanta – 36. Lo scrittore leggero delle nostre domeniche – 37. E se la televisione tornasse ad essere «la televisione»? – 38. Se un cowboy leale sceglie il suicidio – 39. Il presidente Kennedy è ancora vivo – 40. Balzac e l’imperatore – 41. Agostino, un santo a Hollywood – 42. A proposito di quell’arma segreta – 43. L’immigrato perfetto è invisibile – 44. Lingue di pappagallo – 45. Metti il mare in un bicchiere – 46. Fascisti, a volte ritornano – 47. Un eroe del postmoderno – 48. Giustino Fortunato benestante e pessimista – 49. Confessioni d’un povero critico – 50. Mio caro cavaliere – 51. Voglio fare il presidente americano – 52. Alice messa a nudo – 53. Carmelo e la Madonna – 54. Istruzioni per rendersi più stupidi – 55. Addio mio video – 56. Come Dio si ritirò e creò l’uomo - Indice dei nomi
Scauri è un po’ come Macondo. Solo che a Scauri c’è il mare.
Scauri è veramente un bel posto, non c’è niente ma puoi arrivare facilmente a Roma o a Napoli e in fondo, all’inizio o alla fine della bella stagione, il mare è da godere. Scauri è sempre a tre gradi di separazione da chiunque e da qualsiasi posto, tutti ne hanno sentito parlare o hanno sentito qualcuno parlarne. È il luogo obbligato della nostalgia di chi ci è cresciuto, ed è pure un non-luogo perché tutti pensano che sia già Campania. Gaeta era quasi Repubblica Marinara, Formia ha avuto il primo grattacielo del litorale. Baia Domizia ha il camping delle svedesi e Sperlonga è la costa Smeralda del Lazio. Scauri invece ha un lungomare infinito ma non è mai diventata Rimini, e ha lo stesso microclima delle Isole Cayman ma non è un paradiso fiscale. Tutto quello che volete sapere di un pezzo di costa quasi intimo che si è trasformato in una scomposta Las Vegas borghese con le palme intermittenti di plastica. Da Fabrizia Ramondino a Winston Churchill, dalle spiagge affollate alla roulette con i porcellini d’India, dall’abuso all’immaginazione, la grazia del vivere in provincia.
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1. Scauri, Caraibi - 2. Fabrizia Ramondino è morta qui - 3. Tre gradi di separazione - 4. I bar di Gaeta e Lady D. - 5. Formia con chi vuoi - 6. Le palme finte, la superstrada e i porcellini d’India - 7. Monte d’Argento e il Mago di Minturno - 8. Fabrizia Ramondino è morta qui - 9. L’Ostricaro, la base nautica e il Lupo di Mare - 10. Sperlonga, Evelyn Waugh e Non ti muovere - 11. Forcella Beach, la Spiaggia dei sassolini e la villa di Manfredi - 12. Serapo, le Scissure e l’Arenauta - 13. Fabrizia Ramondino è morta qui - 14. Fanali, Nobile, Miss Frances e Virginia Woolf - 15. È proprio perché questi eventi possano continuare ad accadere che abbiamo combattuto la guerra! Ora passami l’asciugamano! - 16. Del mare di Karol Wojtyla e di altre suore - 17. La pedemontana di Formia, la Sparanise-Gaeta e la verità vi prego sull’amore - 18. Ma Minturno è frazione di Scauri? - 19. Mal di Scauri - 20. Fabrizia Ramondino è morta qui - Note e resto
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«Il primo stage è il contrario del primo bacio: di solito è il migliore. Per varie ragioni: ha nel suo dna giovinezza, entusiasmo, innocenza. Al primo stage non ci sono aspettative né rancori né disillusioni: è il primo contatto di una persona con il mondo del lavoro, e nella maggior parte dei casi è emozionante». Il peggio viene dopo: perché l’Italia ormai è una Repubblica fondata sullo stage, spesso utilizzato come espediente per risparmiare sul costo del personale. Ma quali sono le leggi che lo regolamentano? E come si fa a distinguere le occasioni buone dalle fregature? Eleonora Voltolina, direttore del sito Repubblicadeglistagisti.it, raccoglie le voci di tanti giovani che sono passati attraverso questa esperienza, indica le strade per uscirne indenni e lancia proposte per moltiplicare le ‘buone pratiche stagistiche’.
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Premessa - 1. L’anomalia italiana - 2. L’esercito degli stagisti - 3. Gli stage giusti e gli stage sbagliati - 4. Si scrive «stagista», si legge «dipendente» senza soldi né diritti - 5. «Serial stagisti»: quando lo stage è un vicolo cieco - 6. Fatta la legge, trovato l’inganno - 7. Stage e soldi pubblici: tanto paga Pantalone - 8. Fuga da AlcaStage - 9. «C’è la fila»: mestieri ambiti, stage infiniti - 10. La Repubblica dei praticanti 11. C’è chi dice no - 12. E gli stagisti vissero felici e contenti - Appendice Carta dei diritti dello stagista - Decreto 25 marzo 1998, n. 142 - Note
Una storia d’Italia, scritta a più voci, che a centocinquant’anni dall’Unità riafferma l’identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva.
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Presentazione di Mario Isnenghi – Mazzini di Maurizio Ridolfi; Garibaldi di Mario Isnenghi; Vittorio Emanuele II di Umberto Levra; I tedeschi di Enzo Collotti; Il XX settembre di Guido Verucci; «Cuore» di Antonio Faeti; Pinocchio di Fernando Tempesti; Il 1° maggio di Marco Fincardi; Gian Burrasca di Fernando Tempesti; Il «Corriere dei Piccoli» di Antonio Faeti; Mussolini di Luisa Passerini; Matteotti di Stefano Caretti; Il 10 giugno di Marco Di Giovanni; Il 25 luglio di Mimmo Franzinelli; L'8 settembre di Mimmo Franzinelli; Il '45 di Massimo Legnani; La Repubblica di Nicola Tranfaglia; Il 18 aprile di Giovanni De Luna; Il Giro d'Italia di Stefano Pivato; Il '56 di Aldo Agosti; I fatti di luglio 1960 di Giovanni De Luna; Il '68 di Luisa Passerini; Il campionato di calcio di Antonio Papa; I papi di Andrea Riccardi; Conclusione di Mario Isnenghi; Gli autori; Indice delle illustrazioni; Indice dei nomi
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Lo spirito animatore del libro è l’intento civile di reagire a quella sorta di distruzione del passato che oggi sembra così di moda e di riaffermare con forza l’identità della nazione italiana.
Giampiero Carocci, “Il Diario della settimana”
Un grande viaggio dentro il patrimonio di memorie diffuse accumulato dagli italiani dall’Unità a oggi.
Alberto Papuzzi, “Tuttolibri”
Come tutte le storie viste dal lato ‘minore’, anche quest’opera è in bilico sul filo di un affetto autoironico, a tratti un po’ disperato e perfino nostalgico. Quasi che quella ‘umile Italia’ che si nutriva di aneddoti vissuti, saporite banalità, infatuazioni ed equivoci collettivi, entusiasmi mal riposti, venga oggi guardata dall’alto (o dal basso) di un paese diventato di plastica.
Nello Ajello, “la Repubblica”
Una storia d’Italia, scritta a più voci, che a centocinquant’anni dall’Unità riafferma l’identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva.
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Presentazione di Mario Isnenghi - Introduzione alla presente edizione di Mario Isnenghi - Risorgimento di Maurizio Ridolfi - Il tricolore di Gianni Oliva - Pontida di Piero Brunello - Campane e campanili di Glauco Sanga - L’opera di Giovanni Morelli - Inni e canzoni di Emilio Franzina - Roma di Alberto Caracciolo - Il salotto di Mariuccia Salvati - Il liceo classico di Antonio La Penna - I nomi delle vie di Sergio Raffaelli - Il Vittoriano di Bruno Tobia - L’Africa italiana di Nicola Labanca - La bandiera rossa di Ersilia Alessandrone Perona - L’«Avanti!» di Maurizio Ridolfi - L’America di Emilio Franzina - Monte Grappa di Livio Vanzetto - Redipuglia di Patrizia Dogliani - Ballila di Gianni Oliva - Le bonifiche di Piero Bevilacqua - L’impero di Angelo Del Boca - Il confino di Gianfranco Porta - Le leggi razziali di Paola Di Cori - Radio Londra di Gianni Isola - Piazzale Loreto di Mirco Dondi - Foibe di Fabio Todaro - Predappio di Massimo Baioni - Piazza San Pietro di Roberto Morozzo della Rocca - La Madonna pellegrina di Anna Bravo - L’utilitaria di Omar Calabrese - Conclusione di Mario Isnenghi - Gli autori - Indice delle illustrazioni - Indice dei nomi
Marx, questo sconosciuto. Su Marx persona, le idee sono restate a lungo per lo più approssimative, spesso condite di luoghi comuni. Il più ovvio è che egli sia stato il fondatore del marxismo. In realtà non voleva fondare nessuna dottrina che portasse il suo nome. Nel 1882 disse di odiare l’appellativo di marxista. «Di lui sapevano poco già i contemporanei. Esule dalla Germania venticinquenne, era uno dei tanti profughi politici che giravano per l’Europa. Tornò in patria durante i moti del 1848, riparò subito dopo a Parigi, infine a Londra. Solo pochi compagni lo frequentavano. Quando poi diventò una figura pubblica, anzitutto come anima della Prima Internazionale del 1864, il suo nome acquistò il fascino di una bandiera. E con questo scomparve ancora di più l’immagine del Marx in carne e ossa». Nicolao Merker ricostruisce le vicende biografiche del filosofo della storia, l’economista e il politico del movimento operaio, tenendo insieme queste sue tre anime, e svela quanta parte delle sue esperienze di vita abbia inciso sulle riflessioni teoriche, quanto sia stato una figura più complessa di quell’eroe granitico che la propaganda di partito esigeva, di quell’assoluto redentore degli oppressi che qualche fideistica tradizione novecentesca pretende. Il contesto in cui è vissuto Marx si unisce a informazioni storiche e riflessioni critiche sulla storia del marxismo, sulle dinamiche interne del pensiero marxiano e sulle grandi linee della storia d’Europa nell’età moderna.
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I. Per orientarsi - II. Con i Titani contro la Restaurazione - III. Gli anni del liberalismo radicale - IV. L’incontro con il socialismo e con l’economia politica - V. Profugo a Bruxelles: economia, movimento operaio, teoria della storia - VI. Dal 1848 all’esilio in Inghilterra - VII. La cassaforte e il grimaldello - VIII. Chi ha il grimaldello? - IX. Impadronirsi della politica - X. Tra presente e futuro - XI. L’eredità controversa - XII. È possibile un bilancio? - XIII. Gli orologi della storia - Sigle di riviste e organizzazioni - Bibliografia - Indice dei nomi
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«Il mondo che ruota attorno alle funzioni, alla produzione e alla ricezione del testo sta oggi subendo una trasformazione radicale di cui molti parlano (perché il fenomeno è sotto gli occhi di tutti) ma di cui pochi sono in grado di apprezzare compiutamente le origini e l’esatto significato, e dunque le possibili conseguenze».
Questo manuale, insieme teorico e pratico, espone le metodologie che governano l’applicazione degli strumenti informatici in ambito testuale e guida alla riproduzione, all’edizione e all’analisi dei testi nell’era dell’informatica umanistica.
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Introduzione - I. Il testo - II. Il testo digitale - III. L’edizione digitale - IV. L’analisi del testo - Appendice: concetti dell’informatica - Bibliografia
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Dubitavano della divinità di Cristo e della verginità della Madonna, dell’autenticità dei vangeli e della trinità, dell’immortalità dell’anima e della creazione: erano i più radicali seguaci di Juan de Valdés ed erano in tanti, dal Sud al Nord della penisola. Fra mondi misteriosi ed esoterici, studi sulla natura, religione e libertinaggio, il movimento valdesiano fu un’eresia capace di attrarre potenti cardinali, gentildonne d’alto rango, raffinati umanisti, ma anche semplici preti e umili popolani. Luca Addante racconta la storia affascinante di un movimento non ortodosso, specchio del bisogno di nuove libertà.
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Introduzione Eresia radicale, valdesianesimo, «libertinage» - I. «Di consequentia in consequentia». Approdi radicali del valdesianesimo - II. Protagonisti, livelli e intrecci di un movimento ereticale - III. Anabattismo e antitrinitarismo - Conclusioni Eretici e libertini – Note - Indice dei nomi
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«Tutto comincia nella mente di una madre. Si chiama Agrippina, e ha deciso che suo figlio deve salire al trono. La sua è un’ambizione ben fondata: Agrippina è pronipote del grande Augusto, il primo imperatore romano, sorella di Caligola, secondo successore di Augusto, moglie di Claudio, il sovrano in carica. Il figlio che Agrippina vuole portare al sommo potere le è nato, però, da un precedente matrimonio: si chiama Lucio Domizio Enobarbo, ed è soprannominato, come molti suoi antenati, Nerone, una parola che vuol dire ‘il forte’.»
Sadico persecutore o vittima della politica di corte, tiranno divorato dalla follia o adolescente sopraffatto dagli eventi, mostro al potere o sovrano dalle grandi prospettive? Andrea Giardina racconta con sapienza e leggerezza la vita dell’imperatore più odiato e amato della storia.
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Veleni di corte – Il potere e la paura - Il matricidio - Le donne di Nerone - Citaredo e auriga - L'incendio di Roma - Progetti grandiosi - Una plebe di fannulloni? - Il terrore a corte - Quale artista muore con me! - Nerone redivivo - Come si costruisce un mostro
Remotti indirizza questo libro esplicitamente al papa. Spiega e argomenta perché il relativismo culturale, presente nello stesso cristianesimo, sia preferibile a ogni tipo di approccio dogmatico. In particolar modo quando sono in ballo i cosiddetti temi etici, dai quali dipende la qualità della convivenza ma anche della nostra stessa vita.
Corrado Augias, “il Venerdì di Repubblica”
Non so quante lettere ricevano il Papa e i suoi collaboratori. Di certo, non molte coraggiose e decise come questa che Francesco Remotti indirizza al Pontefice. L’antropologo propone una profonda riflessione sull’idea di natura che caratterizza molti discorsi di Benedetto XVI, ma soprattutto sulla quantità di cultura che impregna le nostre umane esistenze. Marco Aime, “La Stampa”
Per la Chiesa cattolica la natura umana è una, stabile e permanente. Ma esiste una norma e chi la stabilisce? Francesco Remotti affronta e discute una concezione univoca, rocciosa, imperiosa dell’essere uomini.
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Lettera al Papa (parte prima) - Parte prima: Stabilità 1. Un’aspirazione condivisa - 2. Il potere dei costumi - 3. Chi si accontenta del relativo... - 4. ...e chi vuole l’assoluto - 5. In nome della naturalità - Parte seconda: Forme di famiglia - 6. Avrai un’unica famiglia - 7. Tante famiglie, ma una soprattutto - 8. Somiglianze di famiglia - 9. Quanti coniugi? - 10. Ma la famiglia dov’è? - Parte terza: Chi contro natura? 11. Una saggezza perduta - 12. Un’altra natura - 13. Al di là della natura e della cultura - Lettera al Papa (parte seconda) - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi