Scauri è un po’ come Macondo. Solo che a Scauri c’è il mare.
Scauri è veramente un bel posto, non c’è niente ma puoi arrivare facilmente a Roma o a Napoli e in fondo, all’inizio o alla fine della bella stagione, il mare è da godere. Scauri è sempre a tre gradi di separazione da chiunque e da qualsiasi posto, tutti ne hanno sentito parlare o hanno sentito qualcuno parlarne. È il luogo obbligato della nostalgia di chi ci è cresciuto, ed è pure un non-luogo perché tutti pensano che sia già Campania. Gaeta era quasi Repubblica Marinara, Formia ha avuto il primo grattacielo del litorale. Baia Domizia ha il camping delle svedesi e Sperlonga è la costa Smeralda del Lazio. Scauri invece ha un lungomare infinito ma non è mai diventata Rimini, e ha lo stesso microclima delle Isole Cayman ma non è un paradiso fiscale. Tutto quello che volete sapere di un pezzo di costa quasi intimo che si è trasformato in una scomposta Las Vegas borghese con le palme intermittenti di plastica. Da Fabrizia Ramondino a Winston Churchill, dalle spiagge affollate alla roulette con i porcellini d’India, dall’abuso all’immaginazione, la grazia del vivere in provincia.
Indice
1. Scauri, Caraibi - 2. Fabrizia Ramondino è morta qui - 3. Tre gradi di separazione - 4. I bar di Gaeta e Lady D. - 5. Formia con chi vuoi - 6. Le palme finte, la superstrada e i porcellini d’India - 7. Monte d’Argento e il Mago di Minturno - 8. Fabrizia Ramondino è morta qui - 9. L’Ostricaro, la base nautica e il Lupo di Mare - 10. Sperlonga, Evelyn Waugh e Non ti muovere - 11. Forcella Beach, la Spiaggia dei sassolini e la villa di Manfredi - 12. Serapo, le Scissure e l’Arenauta - 13. Fabrizia Ramondino è morta qui - 14. Fanali, Nobile, Miss Frances e Virginia Woolf - 15. È proprio perché questi eventi possano continuare ad accadere che abbiamo combattuto la guerra! Ora passami l’asciugamano! - 16. Del mare di Karol Wojtyla e di altre suore - 17. La pedemontana di Formia, la Sparanise-Gaeta e la verità vi prego sull’amore - 18. Ma Minturno è frazione di Scauri? - 19. Mal di Scauri - 20. Fabrizia Ramondino è morta qui - Note e resto
In breve
«Il primo stage è il contrario del primo bacio: di solito è il migliore. Per varie ragioni: ha nel suo dna giovinezza, entusiasmo, innocenza. Al primo stage non ci sono aspettative né rancori né disillusioni: è il primo contatto di una persona con il mondo del lavoro, e nella maggior parte dei casi è emozionante». Il peggio viene dopo: perché l’Italia ormai è una Repubblica fondata sullo stage, spesso utilizzato come espediente per risparmiare sul costo del personale. Ma quali sono le leggi che lo regolamentano? E come si fa a distinguere le occasioni buone dalle fregature? Eleonora Voltolina, direttore del sito Repubblicadeglistagisti.it, raccoglie le voci di tanti giovani che sono passati attraverso questa esperienza, indica le strade per uscirne indenni e lancia proposte per moltiplicare le ‘buone pratiche stagistiche’.
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Premessa - 1. L’anomalia italiana - 2. L’esercito degli stagisti - 3. Gli stage giusti e gli stage sbagliati - 4. Si scrive «stagista», si legge «dipendente» senza soldi né diritti - 5. «Serial stagisti»: quando lo stage è un vicolo cieco - 6. Fatta la legge, trovato l’inganno - 7. Stage e soldi pubblici: tanto paga Pantalone - 8. Fuga da AlcaStage - 9. «C’è la fila»: mestieri ambiti, stage infiniti - 10. La Repubblica dei praticanti 11. C’è chi dice no - 12. E gli stagisti vissero felici e contenti - Appendice Carta dei diritti dello stagista - Decreto 25 marzo 1998, n. 142 - Note
Una storia d’Italia, scritta a più voci, che a centocinquant’anni dall’Unità riafferma l’identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva.
Indice
Presentazione di Mario Isnenghi – Mazzini di Maurizio Ridolfi; Garibaldi di Mario Isnenghi; Vittorio Emanuele II di Umberto Levra; I tedeschi di Enzo Collotti; Il XX settembre di Guido Verucci; «Cuore» di Antonio Faeti; Pinocchio di Fernando Tempesti; Il 1° maggio di Marco Fincardi; Gian Burrasca di Fernando Tempesti; Il «Corriere dei Piccoli» di Antonio Faeti; Mussolini di Luisa Passerini; Matteotti di Stefano Caretti; Il 10 giugno di Marco Di Giovanni; Il 25 luglio di Mimmo Franzinelli; L'8 settembre di Mimmo Franzinelli; Il '45 di Massimo Legnani; La Repubblica di Nicola Tranfaglia; Il 18 aprile di Giovanni De Luna; Il Giro d'Italia di Stefano Pivato; Il '56 di Aldo Agosti; I fatti di luglio 1960 di Giovanni De Luna; Il '68 di Luisa Passerini; Il campionato di calcio di Antonio Papa; I papi di Andrea Riccardi; Conclusione di Mario Isnenghi; Gli autori; Indice delle illustrazioni; Indice dei nomi
In breve
Lo spirito animatore del libro è l’intento civile di reagire a quella sorta di distruzione del passato che oggi sembra così di moda e di riaffermare con forza l’identità della nazione italiana.
Giampiero Carocci, “Il Diario della settimana”
Un grande viaggio dentro il patrimonio di memorie diffuse accumulato dagli italiani dall’Unità a oggi.
Alberto Papuzzi, “Tuttolibri”
Come tutte le storie viste dal lato ‘minore’, anche quest’opera è in bilico sul filo di un affetto autoironico, a tratti un po’ disperato e perfino nostalgico. Quasi che quella ‘umile Italia’ che si nutriva di aneddoti vissuti, saporite banalità, infatuazioni ed equivoci collettivi, entusiasmi mal riposti, venga oggi guardata dall’alto (o dal basso) di un paese diventato di plastica.
Nello Ajello, “la Repubblica”
Una storia d’Italia, scritta a più voci, che a centocinquant’anni dall’Unità riafferma l’identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva.
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Presentazione di Mario Isnenghi - Introduzione alla presente edizione di Mario Isnenghi - Risorgimento di Maurizio Ridolfi - Il tricolore di Gianni Oliva - Pontida di Piero Brunello - Campane e campanili di Glauco Sanga - L’opera di Giovanni Morelli - Inni e canzoni di Emilio Franzina - Roma di Alberto Caracciolo - Il salotto di Mariuccia Salvati - Il liceo classico di Antonio La Penna - I nomi delle vie di Sergio Raffaelli - Il Vittoriano di Bruno Tobia - L’Africa italiana di Nicola Labanca - La bandiera rossa di Ersilia Alessandrone Perona - L’«Avanti!» di Maurizio Ridolfi - L’America di Emilio Franzina - Monte Grappa di Livio Vanzetto - Redipuglia di Patrizia Dogliani - Ballila di Gianni Oliva - Le bonifiche di Piero Bevilacqua - L’impero di Angelo Del Boca - Il confino di Gianfranco Porta - Le leggi razziali di Paola Di Cori - Radio Londra di Gianni Isola - Piazzale Loreto di Mirco Dondi - Foibe di Fabio Todaro - Predappio di Massimo Baioni - Piazza San Pietro di Roberto Morozzo della Rocca - La Madonna pellegrina di Anna Bravo - L’utilitaria di Omar Calabrese - Conclusione di Mario Isnenghi - Gli autori - Indice delle illustrazioni - Indice dei nomi
Marx, questo sconosciuto. Su Marx persona, le idee sono restate a lungo per lo più approssimative, spesso condite di luoghi comuni. Il più ovvio è che egli sia stato il fondatore del marxismo. In realtà non voleva fondare nessuna dottrina che portasse il suo nome. Nel 1882 disse di odiare l’appellativo di marxista. «Di lui sapevano poco già i contemporanei. Esule dalla Germania venticinquenne, era uno dei tanti profughi politici che giravano per l’Europa. Tornò in patria durante i moti del 1848, riparò subito dopo a Parigi, infine a Londra. Solo pochi compagni lo frequentavano. Quando poi diventò una figura pubblica, anzitutto come anima della Prima Internazionale del 1864, il suo nome acquistò il fascino di una bandiera. E con questo scomparve ancora di più l’immagine del Marx in carne e ossa». Nicolao Merker ricostruisce le vicende biografiche del filosofo della storia, l’economista e il politico del movimento operaio, tenendo insieme queste sue tre anime, e svela quanta parte delle sue esperienze di vita abbia inciso sulle riflessioni teoriche, quanto sia stato una figura più complessa di quell’eroe granitico che la propaganda di partito esigeva, di quell’assoluto redentore degli oppressi che qualche fideistica tradizione novecentesca pretende. Il contesto in cui è vissuto Marx si unisce a informazioni storiche e riflessioni critiche sulla storia del marxismo, sulle dinamiche interne del pensiero marxiano e sulle grandi linee della storia d’Europa nell’età moderna.
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I. Per orientarsi - II. Con i Titani contro la Restaurazione - III. Gli anni del liberalismo radicale - IV. L’incontro con il socialismo e con l’economia politica - V. Profugo a Bruxelles: economia, movimento operaio, teoria della storia - VI. Dal 1848 all’esilio in Inghilterra - VII. La cassaforte e il grimaldello - VIII. Chi ha il grimaldello? - IX. Impadronirsi della politica - X. Tra presente e futuro - XI. L’eredità controversa - XII. È possibile un bilancio? - XIII. Gli orologi della storia - Sigle di riviste e organizzazioni - Bibliografia - Indice dei nomi
In breve
«Il mondo che ruota attorno alle funzioni, alla produzione e alla ricezione del testo sta oggi subendo una trasformazione radicale di cui molti parlano (perché il fenomeno è sotto gli occhi di tutti) ma di cui pochi sono in grado di apprezzare compiutamente le origini e l’esatto significato, e dunque le possibili conseguenze».
Questo manuale, insieme teorico e pratico, espone le metodologie che governano l’applicazione degli strumenti informatici in ambito testuale e guida alla riproduzione, all’edizione e all’analisi dei testi nell’era dell’informatica umanistica.
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Introduzione - I. Il testo - II. Il testo digitale - III. L’edizione digitale - IV. L’analisi del testo - Appendice: concetti dell’informatica - Bibliografia
In breve
Dubitavano della divinità di Cristo e della verginità della Madonna, dell’autenticità dei vangeli e della trinità, dell’immortalità dell’anima e della creazione: erano i più radicali seguaci di Juan de Valdés ed erano in tanti, dal Sud al Nord della penisola. Fra mondi misteriosi ed esoterici, studi sulla natura, religione e libertinaggio, il movimento valdesiano fu un’eresia capace di attrarre potenti cardinali, gentildonne d’alto rango, raffinati umanisti, ma anche semplici preti e umili popolani. Luca Addante racconta la storia affascinante di un movimento non ortodosso, specchio del bisogno di nuove libertà.
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Introduzione Eresia radicale, valdesianesimo, «libertinage» - I. «Di consequentia in consequentia». Approdi radicali del valdesianesimo - II. Protagonisti, livelli e intrecci di un movimento ereticale - III. Anabattismo e antitrinitarismo - Conclusioni Eretici e libertini – Note - Indice dei nomi
In breve
«Tutto comincia nella mente di una madre. Si chiama Agrippina, e ha deciso che suo figlio deve salire al trono. La sua è un’ambizione ben fondata: Agrippina è pronipote del grande Augusto, il primo imperatore romano, sorella di Caligola, secondo successore di Augusto, moglie di Claudio, il sovrano in carica. Il figlio che Agrippina vuole portare al sommo potere le è nato, però, da un precedente matrimonio: si chiama Lucio Domizio Enobarbo, ed è soprannominato, come molti suoi antenati, Nerone, una parola che vuol dire ‘il forte’.»
Sadico persecutore o vittima della politica di corte, tiranno divorato dalla follia o adolescente sopraffatto dagli eventi, mostro al potere o sovrano dalle grandi prospettive? Andrea Giardina racconta con sapienza e leggerezza la vita dell’imperatore più odiato e amato della storia.
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Veleni di corte – Il potere e la paura - Il matricidio - Le donne di Nerone - Citaredo e auriga - L'incendio di Roma - Progetti grandiosi - Una plebe di fannulloni? - Il terrore a corte - Quale artista muore con me! - Nerone redivivo - Come si costruisce un mostro
Remotti indirizza questo libro esplicitamente al papa. Spiega e argomenta perché il relativismo culturale, presente nello stesso cristianesimo, sia preferibile a ogni tipo di approccio dogmatico. In particolar modo quando sono in ballo i cosiddetti temi etici, dai quali dipende la qualità della convivenza ma anche della nostra stessa vita.
Corrado Augias, “il Venerdì di Repubblica”
Non so quante lettere ricevano il Papa e i suoi collaboratori. Di certo, non molte coraggiose e decise come questa che Francesco Remotti indirizza al Pontefice. L’antropologo propone una profonda riflessione sull’idea di natura che caratterizza molti discorsi di Benedetto XVI, ma soprattutto sulla quantità di cultura che impregna le nostre umane esistenze. Marco Aime, “La Stampa”
Per la Chiesa cattolica la natura umana è una, stabile e permanente. Ma esiste una norma e chi la stabilisce? Francesco Remotti affronta e discute una concezione univoca, rocciosa, imperiosa dell’essere uomini.
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Lettera al Papa (parte prima) - Parte prima: Stabilità 1. Un’aspirazione condivisa - 2. Il potere dei costumi - 3. Chi si accontenta del relativo... - 4. ...e chi vuole l’assoluto - 5. In nome della naturalità - Parte seconda: Forme di famiglia - 6. Avrai un’unica famiglia - 7. Tante famiglie, ma una soprattutto - 8. Somiglianze di famiglia - 9. Quanti coniugi? - 10. Ma la famiglia dov’è? - Parte terza: Chi contro natura? 11. Una saggezza perduta - 12. Un’altra natura - 13. Al di là della natura e della cultura - Lettera al Papa (parte seconda) - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
In breve
Storia e metodi della psicologia, rapporto tra cervello e comportamento, cosa sono e come si curano i disturbi psichici e comportamentali: una guida completa e articolata alla conoscenza della psicologia moderna, nella sua duplice, ma complementare, ramificazione in scienza dei processi cognitivi e scienza dei processi dinamici. Questa nuova edizione tiene conto dei più recenti sviluppi della ricerca psicologica in un’ottica interdisciplinare e offre un panorama articolato degli studi attuali. L’indice degli argomenti è stato arricchito dalla traduzione inglese di ciascun termine, così da facilitare la ricerca bibliografica nelle banche dati internazionali.
Indice
Avvertenza - I. Definizione di psicologia - II. Storia e metodi della psicologia - III. Il cervello e il comportamento - IV. I processi cognitivi - V. I processi dinamici - VI. I disturbi del comportamento e della mente - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice degli argomenti
Nei sei anni compresi tra il trionfo degasperiano del 18 aprile 1948 e la sconfitta della 'legge truffa' del giugno 1953, Piero Calamandrei intensifica il suo impegno nel mensile "Il Ponte", riferimento culturale laico e terzaforzista alternativo sia alla Democrazia Cristiana sia al blocco social-comunista. La rivista vive la sua più densa stagione di studi su temi quali il federalismo europeo, le identità regionali, la riforma dello Stato, l'ammodernamento della giustizia, la questione femminile, la funzione dell'intellettuale, l'opposizione alla clericalizzazione delle istituzioni, le campagne contro la pena di morte e per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Il volume - articolato nelle sezioni Politica, Società e Cultura - fornisce un panorama significativo dell"altra Italia, delle potenzialità progettuali e della tensione morale di una generazione di intellettuali progressisti impegnata nel rafforzamento della democrazia. È un'essenziale antologia che, oltre agli scritti di Piero Calamandrei, include i più significativi contributi di intellettuali del calibro di Aldo Capitini, Riccardo Bauer, Norberto Bobbio, Guido Calogero, Nicola Chiaromonte, Luigi Einaudi, Vittorio Foa, Franco Fortini, Arturo Carlo Jemolo, Augusto Monti, Adriano Olivetti, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Ignazio Silone, Leo Valiani, Ruggero Zangrandi. Il saggio introduttivo di Mimmo Franzinelli ricostruisce il metodo di lavoro di Piero Calamandrei.
«Si ricordi che qui lavoriamo coi secondi, capisce, coi secondi! Arrivederci, aggiunge.»
«Una rotazione completa del tamburo rotante della betoniera intorno al suo asse: su questa unità di tempo è tarato l’orologio degli umani e dei flussi relativi; o viceversa, in fondo la cosa ha poca importanza: animali, vegetali, persone, sentimenti, pensieri, ovvero merci e flussi di merci, e in definitiva tutto ciò che si muove in e per questo territorio, si regola sullo stesso metronomo, ‘lavora’ con gli stessi secondi, o meglio, nel caso umano, ne ha l’impressione; ma negli interstizi, nelle pieghe, nei bordi, negli spazi residui, abbandonati, ai margini, fuori dal flusso, un altro tempo lavora e così in ogni caso moriamo. Curioso: i luoghi in cui più intensamente se ne percepisce la presenza sono le fabbriche abbandonate. La prima impressione che si ricava, esplorando questi spazi, è che lì il tempo si sia improvvisamente fermato, ma naturalmente no, non è così, solo non scorre, non fluisce, soggiorna, abita il luogo, ne pervade l’atmosfera, si fa respirare, toccare, pensare, e nel mentre lavora, indifferente, con ostinata determinazione.»
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L’autore a chi legge - Periferia diffusa - Tristissimi giardini - Frammenti sulla vecchiaia - Rifacimenti - Centro - Assurdo teatro - La lingua, ovvero: l’amore che ho per loro - Note