Ponendosi in continuità con il testo di R. Murawski, Storia della catechesi, vol. 1: Età antica, Roma, LAS 2021, il volume intende offrire un quadro complessivo della variegata proposta catechistica elaborata dalla Chiesa nell'arco del lungo periodo medioevale.
Questo ottavo volume dell’epistolario di don Bosco raccoglie 394 lettere da lui scritte o sottoscritte nel biennio 1882-1883. Molte risultano sconosciute sia alle Memorie Biografiche, sia all’Epistolario curato da don Ceria; altre poi potranno sempre emergere da qualche archivio pubblico e privato, soprattutto di famiglie nobili. Quasi un centinaio sono quelle in lingua francese, due in spagnolo (1883) e quattro in latino (1882). Alle 394 lettere qui elencate in ordine cronologico vanno poi aggiunte le 21 lettere attestate, ma di cui si conosce solo sommariamente il contenuto (Appendice).
L’accattivante riflessione su Archivi e memorie di santità nasce dalla collaborazione tra Centro Studi sulle Figlie di Maria Ausiliatrice della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e Archivio Storico dell’Ispettoria Piemontese delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) di Nizza Monferrato. Un contributo più generale sulla santità uciale introduce ad altri sui caratteri specifici salesiani, sugli archivi in cui si devono custodire le tracce di un vissuto educativo multiforme. Le attività di ricognizione e ordinamento del prezioso archivio storico della Casa madre delle FMA manifestano, in tal senso, l’intenzione di aprirsi all’interesse della vasta comunità di studio e sociale, anche grazie all’adesione al sistema informativo di CEI-AR. Dalla lettura emerge come la memoria di un’identità sia sempre condizionata da chi conserva o disperde documentazione che ritiene significativa o meno, come pure che la santità, anche quella feriale, ha una componente di originalità che supera gli schematismi virtuosi in cui si è tentati di circoscrivere il vissuto. Per questo il volume, muovendo dagli archivi delle FMA, intende offrire spunti di riflessione a chiunque abbia interesse alla memoria quale germe e “chiave di accesso” al futuro.
Il volume ricostruisce le vicende che portarono ad assegnare alla Congregazione salesiana la parrocchia di Littoria (oggi Latina), la «città nuova» fondata nell’Agro Pontino bonificato dal fascismo negli anni Trenta, seguendone lo sviluppo fino alla crisi del regime mussoliniano (1932 1942). Il suo valore sul piano storiografico appare, tuttavia, assai più ampio. Come intatti riconosce nella propria prefazione Antonio Pansella, il libro «è testimonianza precisa, puntuale e – in certa misura – autorevole, di come un’opera di storia ad oggetto locale non si qualifichi tanto per tale carattere del teatro dove necessariamente hanno operato i suoi protagonisti, quanto per l’apporto di ulteriore conoscenza che riesce a recare a quanto già si sapeva: nel nostro caso, sulla società italiana, sul regime fascista, sull’operazione Agro Pontino, sulla Congregazione salesiana, sulle istituzioni della Chiesa cattolica in Italia».
Il libro raccoglie le Lettere Circolari di don Juan E. Vecchi, ma offre anche delle tematiche di fondo ricorrenti, documentate dalle fonti, che permettono al lettore e agli studiosi di concentrare la riflessione su contenuti scelti, talvolta comuni, spesso originali e peculiari dell’autore, persona di vasta cultura e di fine sensibilità pedagogica. Dalle Lettere emergono i segni dei tempi, gli itinerari della Chiesa, il rinnovamento che i Sinodi e i documenti del Magistero hanno stimolato nell’intera Famiglia Salesiana e nel Movimento Giovanile Salesiano, nel passaggio da un secolo all’altro, in un nuovo millennio, ricchi di entusiasmo e di speranza, proiettati verso nuovi orizzonti di fede e di evangelizzazione, di fronte a sfide educative e pedagogiche senza precedenti.
Tra i temi portanti del messaggio di don Vecchi si segnalano: una vera predilezione per i giovani, l’approfondimento di un metodo, uno spirito e una qualifica degli evangelizzatori, l’amore per la Chiesa, lo spiccato impegno di rinnovamento della Vita Consacrata, l’animazione delle comunità, l’appello a qualificarsi nell’arte della comunicazione del Vangelo, il lavoro autenticamente pastorale e spirituale, il pensiero ai destinatari più poveri, l’invito al coraggio e alla speranza.
Al volume è allegato un CD che offre una scelta di circa 450 parole-chiave o argomenti che danno origine a circa 17.000 espressioni tratte dalle lettere con procedure di metodologia di analisi testuale. La raccolta di voci con corrispondente citazione bibliografica e collegamenti ipertestuali mostra molti dettagli contenutistici raggruppati che possono essere una base e un riferimento obiettivo e organizzato per ulteriori studi e approfondimenti mirati, soprattutto di tipo comparativo e con il repertorio di lettere di precedenti rettori maggiori.
Marco Bay, salesiano coadiutore, insegna all’Università Pontificia Salesiana di Roma nella Facoltà di Scienze dell’Educazione.
In tempi più o meno recenti l’epoca medievale è stata oggetto di una serie di ricerche che hanno significativamente rivisitato le valutazioni negative risalenti agli scritti di molti umanisti del ’400. Questi sostanzialmente affermavano che detto periodo era da intendere come una lunga parentesi storica, caratterizzata da un immobilismo culturale che si poneva tra la grandezza dell’età classica e la rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che ad essa si ispira.
Alla luce degli attuali contributi si può affermare che la realtà è molto più articolata. Il Medioevo è in gran parte riuscito nell’impresa di fondere il mondo latino-romano con quello germanico creando per la prima volta uno spirito propriamente europeo accomunato dalla stessa religione. In realtà non sarà solo questo l’unico traguardo.
L’Autore, presentando la storia della Chiesa medievale (dalle invasioni barbariche al Rinascimento) mostra, ad esempio, che le radici della scienza moderna affondano in una certa misura nel terreno del mondo medievale, prima della cosiddetta rivoluzione scientifica; anche la stessa vita ecclesiale ha ricevuto degli altissimi apporti sul piano spirituale e religioso-culturale, con delle figure universali come Francesco d’Assisi o Tommaso d’Aquino.
In quest’ultima affermazione si trova – in definitiva – l’ottica dalla quale l’Autore osserva la dinamica di una Christianitas profondamente segnata da una reale capacità d’iniziativa e di apertura a nuove esperienze. Ne deriva una considerazione: nel volume del prof. Guiducci viene delineato un insieme di momenti tra loro interagenti che aprono alla visione non statica di popoli, di comunità, di istituzioni, di vocazioni, di missioni, di espressioni di fede, di opere di carità ...
Per questo motivo l’opera è particolarmente valida nel suo disegno complessivo e negli approcci con specifiche realtà storiche. Senza tacere l’esistenza di ombre e di contro-testimonianze, il testo sa considerare i processi storici con una misurata pacatezza che riesce a non restare succube né di un revisionismo acritico, né di un apologeticismo immotivato.
Fedeli all’indicazione del Vaticano II di rivisitare le proprie origini, nel loro Capitolo speciale del 1971-1972, i Salesiani hanno riscoperto con gioia l’inestimabile dono fatto dallo Spirito Santo alla Chiesa, suscitando don Bosco e dandogli una numerosa discendenza di figli e figlie spirituali, tutti uniti tra loro in un’unica «grande Famiglia». Nel corso del secolo scorso essa si è arricchita di nuovi Gruppi, i quali, favoriti dal rinnovamento postconciliare, hanno ridefinito la propria identità, riconoscendosi come facenti parte di tale Famiglia, grazie al comune carisma e spirito salesiano, lasciato loro in preziosa eredità dai loro fondatori, tutti discepoli di don Bosco.
Ciò ha avviato un pluridecennale comune cammino di progressiva e allargata recezione del proprio essere e operare come Famiglia salesiana, e ha favorito la produzione di apprezzabili ricerche di tipo storico e teologico attinenti l’identità carismatica e spirituale di tale Famiglia e dei suoi Gruppi. Questo libro intende favorire la recezione documentata e ragionata dei risultati raggiunti.
L’identità delle persone e delle loro istituzioni è sempre inculturata e soggetta al fluire della storia e ai cambiamenti della cultura. Negli attuali contesti specialmente europei, postmoderni, multietnici, plurireligiosi e multiculturali, la Famiglia salesiana è coinvolta con la Chiesa nell’impegno diretto a realizzare una convivialità interculturale. Rimane poi tuttora aperta la questione dell’inculturazione dell’identità salesiana specialmente in Africa e in Asia, due vasti mondi in cui il cristianesimo è in crescita e, con esso, la Famiglia fondata da don Bosco. Tale processo sta avvenendo da tempo, per lo più in forma di osmosi spontanea e il cammino da percorrere si presenta a tutt’oggi piuttosto lungo e non scevro di difficoltà. Tra l’altro, esso non potrà non coinvolgere i contesti ecclesiali e salesiani dell’Europa e dell’America. Al riguardo questo studio offre dei generali e sicuri punti di riferimento di tipo storico, biblico, teologico e salesiano.
L’accento posto sulla Chiesa come mistero di comunione, ossia come icona dell’Amore trinitario che è il filo conduttore del contenuto dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha portato a riconsiderare la dimensione istituzionale della Chiesa, centrata soprattutto sul ministero apostolico istituito da Cristo ad opera dello Spirito Santo e sulla dimensione carismatica della stessa Chiesa, dove l’attenzione è rivolta all’importanza dei carismi che lo stesso Spirito elargisce ai singoli fedeli. Ambedue le dimensioni sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa, com’è stato affermato dal magistero pontificio recente, perché concorrono insieme ad attualizzarne il mistero e la missione salvifica nel mondo. Una più approfondita riflessione sui carismi ha reso possibile una rielaborazione organica della teologia del laicato. Essa ha aperto la strada ad una ricca fioritura di nuove realtà aggregative laicali, indicate di solito con i termini "movimenti" e "nuove comunità", che della dimensione carismatica della Chiesa sono una delle espressioni più vivaci. Il 17 maggio 2008 Benedetto XVI, parlando a un gruppo di vescovi che aveva partecipato a un Seminario di studio su questi nuovi soggetti ecclesiali organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, ha ribadito che essi sono stati suscitati dallo Spirito per ridonare "vitalità, fede e speranza a tutta la Chiesa" e per testimoniare la gioia, la ragionevolezza e la bellezza "di essere cristiani"; ma ha pure precisato: "Come non rendersi conto, al contempo, che una tale realtà attende ancora di essere adeguatamente compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo?".
SOMMARIO
Il volume comprende 14 capitoli ed è suddiviso in due parti, articolate in sette capitoli ciascuna. La prima parte prende in esame: l’Opera di Maria (o il Movimento dei Focolari), Comunione e Liberazione, Missione "Chiesa-Mondo", Sermig-Arsenale della Pace, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità Cenacolo e Comunità monastica interconfessionale di Taizé. Quest’ultima, sebbene sorta in seno al protestantesimo, ha acquistato una considerevole importanza nell’ambito cristiano in rapporto al dialogo ecumenico, alla maturazione della fede nei giovani e alla pacificazione e solidarietà tra i popoli. Di ciascuna di queste realtà si presentano la figura del fondatore, il carisma di cui è stato portatore, l’irradiazione di questo carisma, le opere e le istituzioni che ne sono nate, la configurazione ecclesiale, gli itinerari di formazione cristiana, l’ispirazione teologica e la proposta spirituale, le finalità pastorali, religiose e anche sociali che ne giustificano l’esistenza e nutrono il dinamismo missionario, nonché una scelta bibliografia aggiornata. Nella seconda parte si espongono con uno sguardo d’insieme queste tematiche: la collocazione teologica, ecclesiologica e pastorale di questi nuovi soggetti ecclesiali maturata nei due Congressi che hanno preceduto le due convocazioni mondiali in piazza San Pietro: la prima con Giovanni Paolo II, il 30 maggio 1998, e la seconda con Benedetto XVI, il 3 giugno 2006; i loro rapporti con le Chiese locali; i presbiteri a confronto con queste nuove realtà; le forme di preghiera che coltivano e le animano; il contributo da loro dato al dialogo ecumenico; l’incontro delle realtà aggregative di denominazioni cristiane diverse e il loro impegno nella costruzione e nella salvaguardia dei valori spirituali dell’Europa e nella promozione dell’ecumenismo; e una riflessione conclusiva.
L'insediamento della congregazione salesiana al Testaccio è legato alla vicenda storica del quartiere romano, definito "quartiere operaio", come si affermò nella Roma divenuta capitale d'Italia e di conseguenza al travaglio da esso attraversato per trovare la sua esatta identità. I salesiani contribuirono ad agevolare questo processo di maturazione dei cittadini nel tessuto urbano, unitamente ad altre forze di estrazione laica.
Il libro raccoglie gli "Atti" delle prime e delle seconde "Giornate Patristiche Torinesi" (1994-1996). L'intento dell'iniziativa è quello di avviare un ampio diaologo tra studiosi del periodo tardo antico (di varia formazione, disciplina e tendenza) riguardo ad alcune "aree di laicità" che appassionano e tormentano la Chiesa da sempre, come l'economia e la gestione delle ricchezze, il lavoro e l'organizzazine della società, la condizione della donna o, come capita in questo caso, la politica e le sue istituzioni.