Nell’opera di Paul Valéry, l’architettura ha una duplice centralità. Da un lato, rappresenta la metafora più convincente della logica costruttiva e della chiarezza ideale che devono guidare la riflessione sull’esistenza. Dall’altro lato, è quell’arte eccelsa che accoglie e custodisce il corpo dell’uomo, nell’orgoglio e nella bellezza, organizzando la materia bruta, secondo regola e numero. Su di essa, quindi, si addensano l’identità razionale e il destino vitale della civiltà. Così, guardare all’idea di architettura che Valéry esprime in pagine di raffi - nata scrittura, vuol dire guardare, da una postazione privilegiata, ad argomenti centrali nella cultura europea del Novecento. Muovendo da alcuni appunti inediti sull’architettura contenuti nei «Cahiers», gli autori propongono uno stimolante itinerario di lettura che attinge alla stessa passione per l’architettura nutrita da Valéry. Il volume è corredato da un inserto illustrativo con una selezione degli straordinari disegni dedicati da Valéry al tema dell’architettura
La cultura cresce soprattutto grazie agli scambi e alle contaminazioni. Per questo il Centro Camuno di studi Preistorici, fin dalle sue origini, ha sollecitato l’incontro e il confronto fra gli studiosi e gli specialisti di diverse discipline, contribuendo alla conoscenza e alla comprensione del patrimonio archeologico della Valcamonica e del mondo, anche attraverso la costituzione di un forum internazionale, il Valcamonica symposium, che giunge alla sua XXIV edizione dal titolo “Arte e comunicazione nelle società pre-letterate”. “Conoscere il passato per capire il presente” è il motto del Centro Camuno di studi Preistorici che dalla Valcamonica muove una nuova sfida intellettuale: riattualizzare il valore comunicativo delle prime manifestazioni artistiche dell’uomo, in un mondo che fa della comunicazione e della velocità delle informazioni la sua linfa vitale. “il linguaggio visuale - spiega il prof. Emmanuel anati, direttore del Centro Camuno di studi Preistorici - è una componente essenziale dell’arte; ma l’arte ha anche altre componenti di carattere emotivo ed estetico, che implicano un bagaglio di capacità associative, ricettive e comunicative particolari dell’homo sapiens. Le insegne stradali, i manifesti pubblicitari, i murales, fanno parte della nostra vita quotidiana, loro tramite vengono trasmesse e recepite emozioni, esternazioni grafico-estetiche ed informazioni. il linguaggio visuale è oggi usato universalmente e con scopi diversi, è quasi impossibile immaginare come sarebbe la nostra vita senza di esso, eppure è un fenomeno molto antico sviluppatosi ad opera dell’homo sapiens e le sue più antiche testimonianze sono vecchie di circa 50mila anni”.
Il presente volume, che interesserà piu’ ambiti disciplinari, è un’importante opera di Storia realizzata da un giurista da sempre studioso del mondo russo. La storia della Chiesa russa è segnata da uno stretto rapporto di unione tra Sacerdotium e Imperium che trova il suo fondamento nella dottrina bizantina della sinfonia dei poteri, ma che, fatti salvi periodi assai brevi, si è realizzato come totale e incondizionata subordinazione dell’autorità spirituale a quella temporale. Il fattore religioso permea tutta la storia della Russia: basti pensare all’idea di Mosca Terza Roma e alla sua negazione, che alla fi ne del XVI sec. si esprime nell’Unione con Roma delle eparchie rutene della Confederazione polacco-lituana, o nella metà del secolo successivo al grande Raskol o scisma dei Vecchi credenti, i quali danno vita ad una Chiesa nazionale contrapposta a quella ufficiale, o ancora, in negativo, a cavallo tra XVII e XVIII sec. al periodo di Pietro il Grande, che trasforma la Chiesa in un dicastero statale, impone un modello di società totalmente estraneo alla tradizione russa e dà inizio alla grande frattura che porterà alla contrapposizione tra slavofili e occidentalisti, tra fautori del modello europeo e di quello asiatico e successivamente all’imposizione intollerante del bolscevismo. Dopo l’esperienza sovietica, attentamente analizzata dall’autore, prevarrà ancora una volta il rapporto di stretta sinergia tra Chiesa e Stato dell’epoca zarista e, siamo ai giorni nostri, riprenderà vita un sistema confessionista, intollerante nei confronti delle religioni considerate estranee alla tradizione del Paese. Il volume esamina diffusamente anche l’evoluzione storica dei rapporti dello Stato russo con la Chiesa dei Vecchi credenti e con quella greco-cattolica, analizzando le cause che ne hanno favorito la nascita, e gli attuali rapporti della Chiesa Ortodossa Russa con le altre Chiese e Confessioni. Particolarmente attuali sono le pagine sul progetto di unione tra cattolicesimo e ortodossia elaborato da Petro Mohyla, elevato all’onore degli altari dalle Chiese ortodosse ucraina (Patriarcato di Mosca), romena e polacca nel 1996 e dalla Chiesa Ortodossa Russa nel 2005.
Un grande intellettuale messicano ci presenta una riflessione insieme ironica e partecipata sull'universo dei libri e sulle diverse figure che lo costellano: autori, editori, librai, lettori contribuiscono tutti, in questo avvio di XXI secolo, a un mondo sovraffollato di libri dove l'abbondanza rischia di soffocare la qualità e dove le parole scritte rischiano di superare quelle lette. Eppure questo disincantato sguardo sul mondo editoriale, leggero nello stile quanto lucido nell'analisi, si risolve in un paradossale ma convincente elogio di Babele.
Raccolti in un pratico cofanetto, i tre volumi della collana dedicata alle origini della nostra specie. Coppens, accompagnato dalle illustrazioni di Sacha Gepner, segue la misteriosa nascita della specie umana, dai primi passi evolutivi sino al disvelarsi delle grandi acquisizioni culturali.
La sezione «Nel solco di Ambrogio» raccoglie gli scritti di Inos Biffi dedicati alla sua Chiesa, quella ambrosiana, in cui affondano le sue radici cristiane, la sua formazione, i suoi studi. I primi saggi riguardano lo stesso antico governatore diventato improvvisamente e controvoglia vescovo della città imperiale. Si tratta di schizzi brevi ma incisivi sulla sua dottrina e pastorale, sull’originalità della sua teologia, tutta incentrata su Cristo, sulla novità della sua cura d’anime, tutta dedicata a iniziare i suoi fedeli all’intelligenza, al gusto e al canto del «Mistero». Dopo Ambrogio ricorrono alcuni degli altri grandi pastori che hanno illustrato e impreziosito la Chiesa di Milano, tra i quali il grande autore della Riforma cattolica, san Carlo Borromeo, nei disegni umani un perfetto esponente del nepotismo papale, ma nei disegni divini il riformatore che con le sue potenti e geniali istituzioni ha segnato per secoli e fino ad oggi questa Chiesa, che a ragione può essere definita ambroborromaica.
Sono succedute a san Carlo altre luminose figure di pastori. Inos Biffi rievoca in particolare gli arcivescovi che nel XX secolo sulla sua scia hanno governato la comunità ambrosiana con sapienza operosa ed edificante santità: due infatti - Ferrari e Schuster - sono già beati, e Montini si avvia alla beatificazione, mentre a Giovanni Colombo, che ebbe il dono della Parola per la sua Chiesa, sarà riservato tutto il secondo volume della sezione. Ma insieme con i pastori si incontrano in queste pagine altri rappresentanti di questa Chiesa, con le loro diverse vicissitudini: santi da altare – si pensi al curato Serafino Morazone celebrato dal Manzoni - o altri personaggi insigni che nell’uno o nell’altro modo sono entrati a contatto con la sua vita: si pensi a Newman. Alcuni di essi, come Schuster, Montini, Colombo, furono personalmente incontrati dall’autore di quest’opera, e allora la rievocazione assume, o assumerà, la forma della memoria. Ma, di là dall’interesse storico della materia, questo primo volume che vede la luce nella sezione «Nel solco di Ambrogio» vale anche come una suggestiva ed eloquente testimonianza: mostra come una Chiesa viva possa alimentare una teologia e formare un teologo. Lo riconosce lo stesso autore nelle ricordanze che introducono al volume.
Talvolta a un vecchio naturalista può capitare di chiedersi come sia iniziato il suo rapporto privilegiato con gli animali. La ragione è forse che le storie degli animali non sono tanto scientifiche quanto letterarie ed emotive, sono abbozzi di racconti o racconti veri e propri a partire dall'incipit fino al "vissero felici e contenti". Abbiamo voluto raccontare alcune di queste storie, certi che il loro svolgimento non avrebbero potuto lasciare indifferenti i lettori, quelli giovani soprattutto. Avendo a disposizione una tale ricchezza, non solo caratteriale ma anche fisica di protagonisti e comprimari, ne abbiamo voluto approfittare fino in fondo scegliendo una tecnica narrativa, quella dei fumetti, che possiamo certamente definire immediata. (Dall'Introduzione) Età di lettura: da 9 anni.
Talvolta a un vecchio naturalista può capitare di chiedersi come sia iniziato il suo rapporto privilegiato con gli animali. La ragione è forse che le storie degli animali non sono tanto scientifiche quanto letterarie ed emotive, sono abbozzi di racconti o racconti veri e propri a partire dall'incipit fino al "vissero felici e contenti". Abbiamo voluto raccontare alcune di queste storie, certi che il loro svolgimento non avrebbero potuto lasciare indifferenti i lettori, quelli giovani soprattutto. Avendo a disposizione una tale ricchezza, non solo caratteriale ma anche fisica di protagonisti e comprimari, ne abbiamo voluto approfittare fino in fondo scegliendo una tecnica narrativa, quella dei fumetti, che possiamo certamente definire immediata. (Dall'Introduzione) Età di lettura: da 9 anni.
Mentre il primo tomo di Mistica e Spiritualità era dedicato alla mistica intesa come esperienza suprema della realtà, questo secondo è dedicato alla spiritualità intesa più come cammino per giungere a tale esperienza. L’autore - pur consapevole della difficoltà di definire la spiritualità del nostro tempo con i suoi diversi cammini, legati non solo alle tradizioni e al culto, ma anche alle diverse sensibilità degli uomini e al periodo storico - ne presenta comunque un abbozzo, cogliendo questa spiritualità in modo integrale, nella capacità cioè di coinvolgere l’uomo nella sua piena realtà, così come può essere espressa dalle quattro parole greche: sôma-psychê-polis-kosmos, ossia corpo, anima, società e cosmo. L’uomo scopre però anche un elemento divino tanto immanente quanto trascendente. Ed è precisamente questo elemento misterioso, questo soffio, questa presenza trascendente e immanente ciò che conferisce alle cose, così come all’uomo, la loro identità. La spiritualità è come una «carta di navigazione» nel mare della vita dell’uomo: la somma dei principi che dirigono il suo dinamismo verso «Dio», dicono alcuni; verso una società più giusta o verso il superamento della sofferenza, dicono altri. Possiamo dunque parlare di spiritualità buddhista, benché i buddhisti non parlino di Dio; così pure di una spiritualità marxista, sebbene i marxisti siano allergici al linguaggio religioso. Il concetto tanto ampio della parola spiritualità esprime piuttosto una qualità di vita, di azione, di pensiero, ecc., non legata a una dottrina, confessione o religione determinate, per quanto i loro presupposti siano facilmente riconoscibili. Il tomo inizia con due libretti in cui sono stati sviluppati gli argomenti, fili conduttori di ritiri in ambiente cristiano, come mostra il linguaggio semplice, quasi parlato. La seconda sezione tratta di una spiritualità propria del monaco, non confinata però all’istituzione monacale, ma come archetipo universale in ogni uomo (ricerca del monos, unione con il divino). Segue una descrizione della tradizione ascetica in India e, come esempio di incontro della spiritualità occidentale (cristiana) con quella indiana, uno scritto dedicato all’amico Henry Le Saux, esempio di incontro fecondo delle due tradizioni. L’ultima sezione è dedicata alla saggezza, come traguardo di una spiritualità positiva.
"Sulla mia lettera a Gesù Bambino ho scritto che vorrei fare la parte della Madonna. Questo è il mio più grande desiderio. Incollo la busta e la metto sul davanzale della finestra". La bambina avrebbe voluto così tanto essere Maria nella recita di Natale! Tuttavia, essere nuovi nella classe significa fare fatica a scegliere quale ruolo bisogna recitare. Ma è Natale e i sogni si avverano! Età di lettura: da 4 anni.
Senso e storia di un pellegrinaggio con 276 immagini e 7 cartine.
"Santo adalid" si canta in onore dell’Apostolo: una parola spagnola e una araba (adalid signifi ca "condottiero"): ciò esprime al meglio che il senso del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, la sua storia e le sue peculiarità sono quelli di un grande gesto corale formatosi lungo dodici secoli, con il contributo di tutti i popoli che abitano l’Europa, e anche di quanti da altri continenti giungono qui per onorare il patrono della Spagna.
Il libro non solo conduce lungo il percorso che qui è stato a ragione denominato "Cammino Europeo" e che si è formato specificamente per il viaggio dei pellegrini ed è indubitabilmente il più ricco di testimonianze di epoche diverse, ma tratta anche degli altri percorsi lungo i quali si va a Santiago, e nei quali devozione, storia, tradizioni sono concretizzate in testimonianze di monumenti e di bellezza, e costituiscono come un grande libro in cui è scritto in molti modi che da tutto il mondo, per terra e per mare, si va a San Giacomo. Cammini tutti che, comunque percorsi, cambiano chi li fa.
Frutto di una pluriennale ricerca d’archivio e sul campo iniziata nel 1982, il libro illustra le forme che ha preso nel tempo il grande gesto universale del pellegrinaggio, del grande ritorno, della ricerca di tutti e di ciascuno di una casa, di un Centro di riferimento, di un Bene incessantemente inseguito, espressione di quel senso religioso che ha attraversato la storia dell’uomo dando forma ai luoghi e alle culture.
La domanda inaugurale del pensiero moderno è "politica" in senso rigorosamente filosofico: non concerne la genesi storica della società, la sua nascita nel tempo, le strategie del potere, non chiede il racconto della fondazione, ma si applica al punto d'origine, al principio del "plurale" costitutivo della soggettività. A partire dal XVII secolo, mentre per un verso si osserva e calcola il gioco delle forze reali e per un altro si sublima nel tragico l'inseparabile coppia di arbitrio e necessità, balena nuova l'idea che propulsivo della dinamica sociale sia il nesso dialettico, mondano e storico, di libertà e di ordine. Vico coglie appieno la novità, quando nel De iure, del 1720, sostiene che società e diritto non sono effetti né di metafisica necessità né di naturali impulsi utilitari, ma funzioni dell'umano reagire alle occasioni, ossia risposte che dinanzi alle sfide delle contingenti situazioni gli accomunati individui inventano. Nell'attuale momento della vita del mondo, non certo per questa o quella novità tecnica ma, come avverte Jacques Ellul, per l'incombente prospettiva che lo stesso sistema sociale si riduca a "sistema tecnico", si realizzi cioè l'organica e totalitaria "tecnicizzazione" dell'umano, la libertà si trova dinanzi all'occasione cruciale, in cui è di essa che si decide. Una tale sfida non si può ignorare, occorre rispondere. È propriamente un affare di etica: non compete all'esattezza del calcolo, ma al rigore del pensiero.