Le rivolte che hanno infiammato il mondo arabo dalle primavere del 2011 costituiscono uno degli eventi storici più importanti degli ultimi tempi. I recenti eventi della "seconda rivolta egiziana" hanno segnato una battuta d'arresto significativa nel tentativo di coinvolgere l'islam moderato e conservatore nel processo di modernizzazione e democratizzazione. In questo studio si traccia la storia dell'islamismo radicale e dell'islamismo conservatore negli ultimi decenni, esaminando le ragioni del loro sviluppo e del loro successo tra gli strati più poveri della società, nonché le loro richieste e rivendicazioni politiche e ideologiche. Particolare attenzione presteremo alla "ripresa", su scala globale, della cosiddetta rivoluzione jihadista, che ha portato all'affermarsi nel mondo islamico della figura del combattente del jihad, che va incontro alla morte nella "via di Dio". Le "azioni martirio" condotte dagli sciiti prendono di mira soltanto i nemici combattenti. Le operazioni condotte dai sunniti, al contrario, in particolare dai membri di al-Qae-da, colpiscono indiscriminatamente senza risparmiare neppure i civili musulmani presenti sul luogo dell'azione. La lotta jihadista è ancora attiva negli scenari più caldi del pianeta, come in Siria, in Sudan, in Libia, in Pakistan e in Afghanistan.
I popoli e le religioni del mondo non possono vivere nell'isolamento". Alzare barriere per Panikkar è un suicidio culturale e umano. Egli non crede né auspica una religione universale. Panikkar crede profondamente alla dialogicità e al reciproco guadagno di qualsiasi incontro in cui ci sia vero ascolto. Vede come nella storia e nel presente il dialogo sia indispensabile. A partire da figure come Raimondo Lullo, a cavallo tra Medioevo e mondo moderno, il volume giunge a "raccontare" esempi di dialogo attuale: il dialogo buddhista-cristiano sulla condizione umana e la ricerca della umanizzazione dell'uomo; il dialogo hindù-cristiano in cui si incontrano i principi di a-dualità e di amore, e infine la sfida interculturale dell'esperienza buddhista, hindu e cristiana. Questo tomo delle opere di Panikkar raccoglie gli scritti e gli inediti italiani che lo hanno reso più popolare nel mondo come uomo del dialogo.
Il volume è la prima monografia importante pubblicata su Herri met de Bles (1500-1558 ca.), uno dei principali rappresentanti della pittura di paesaggio fiamminga del XVI secolo insieme con Joachim Patinir e Pieter Bruegel. Bles è anche uno dei pittori più enigmatici nella storia della pittura di paesaggio, il cui ricco corpus suscita ancora numerosi interrogativi. Le sue opere sono affrontate qui nel contesto storico della città di Anversa, che si trasforma in quest'epoca in una metropoli economica e culturale internazionale: luogo d'intensa produzione artistica ed editoriale, di dibattito sul significato delle Scritture e anche di contestazione dei dogmi della Chiesa, in uno spirito erasmiano - che contrappone materia e spirito, visibile e invisibile di cui i paesaggi religiosi di Bles rimandano l'eco. Superando i limiti del semplice studio monografico, questo libro propone una riflessione sull'immagine come "esegesi visiva". L'autore mette in discussione l'approccio iconografico tradizionale e propone una interpretazione inedita degli affascinanti paesaggi di questo erudito pittore, e ci permette anche di scoprire un fenomeno pittorico fino ad oggi pressoché ignorato: la presenza di stravaganti figure antropomorfe nascoste nella trama vegetale e nelle rocce. Lungi dall'essere marginali e insignificanti, queste immagini doppie offrono una via privilegiata per la comprensione dei paesaggi di Bles.
Karol Wojtyla ha vissuto e attraversato le vicende più importanti del XX secolo. La dolorosa storia della sua nazione, passata dalla furia distruttrice nazista alla dittatura ideologica marxista, lo ha accompagnato fino alla soglia della sua elezione pontificia. Da Roma ha poi seguito con trepidazione gli avvenimenti che, a partire dall'ultimo ventennio del secolo scorso, hanno scosso e cambiato la storia della Polonia. L'amore per la propria patria martoriata si trasforma nell'affermazione forte del diritto all'esistenza indipendente di ogni nazione, soprattutto di quelle più piccole e indifese: "Quando penso 'patria' - esprimo me stesso, affondo le mie radici, è la voce del cuore, frontiera segreta che da me si dirama verso gli altri". Da uomo europeo non ha mancato di far sentire la sua voce anche nel dibattito che ha preparato il nuovo Trattato costituzionale europeo. Duplice è stata la sua preoccupazione a questo proposito: ricordare che le "fondamenta dell'identità dell'Europa sono costruite sul cristianesimo" e che solo da una "sinfonia di nazioni" potrà nascere la nuova Europa.
Dopo il Concilio Vaticano II alcuni amici di Hélder Câmara raccolsero scritti, discorsi, conferenze, prediche che l'autore accettò di organizzare nel presente volume, uscito nel 1968, dandogli il titolo "Rivoluzione nella pace". L'opera è un "classico" di una delle grandi figure della Chiesa del secolo scorso, la cui silenziosa presenza lasciò nel Concilio un segno indelebile, così come indelebile fu il suo straordinario operato in America Latina. Questo volume ripropone in sintesi il pensiero e l'azione del vescovo brasiliano cinquant'anni dopo: evangelizzazione e umanizzazione, Chiesa e mondo, cristianesimo e democrazia, sviluppo e sottosviluppo trovano nella prospettiva di Câmara una proposta con cui confrontarsi. Il presente volume è ben sintetizzato dallo storico Juan Maria Laboa: "Câmara è un uomo del Vangelo, libero da paure e pregiudizi, disposto anzitutto a incarnare la Chiesa in mezzo alle angustie, alle necessità, ai dolori e alle gioie degli esseri umani". Prefazione di Silvia Scatena. Con uno scritto su Hèlder Câmara di Almeri Bezerra De Melo.
Il filo rosso del volume è dato dall'unione indispensabile di tre termini: giustizia, solidarietà, speranza. Alla base di una convivenza occorre la giustizia, la giustizia genera solidarietà, ma se manca la giustizia la solidarietà può farsene promotrice. La speranza è portata da Gesù ed è un bene fondamentale per l'uomo. Il volume raccoglie gli interventi del cardinale Bergoglio il 25 maggio nella cattedrale di Buenos Aires e il 7 agosto al santuario di San Gaetano, tra il 1999 e il 2005. San Gaetano è il patrono dei lavoratori. Le omelie di Bergoglio affermavano anzitutto il diritto al lavoro per ogni uomo, il diritto al salario e a giuste condizioni: così il futuro papa Francesco svolgeva una vera pastorale sociale. Il 25 maggio in cattedrale si festeggiava il giorno della nascita della nazione argentina. Bergoglio era solito non limitarsi alla memoria storica, ma affrontava i problemi economici e sociali che il popolo argentino stava incontrando. Il secondo volume sul pensiero sociale e politico di papa Francesco dopo "Noi come cittadini, noi come popolo" (Jaca Book-LEV, 2013).
Negli ultimi centocinquant'anni numerosi storici ebrei hanno studiato la persona, l'insegnamento e l'azione di Gesù di Nazaret. Usando fonti classiche dell'ebraismo, questi autori hanno gettato una luce totalmente nuova su come viveva Gesù: il personaggio Gesù di Nazaret acquista valenze diverse rispetto all'immagine trasmessa dalla letteratura cristiana. Certo, le posizioni ideologiche e politiche possono aver influenzato ritratti diversi: tra un militante sionista e un ebreo liberale la lettura differisce. Che mutamenti ci sono stati nel XX secolo? In che cosa ha inciso la Shoah? In che cosa la fondazione dello Stato di Israele? Da Joseph Salvador ad Amy-Jill Levine, da Joseph Klausner a Paula Fredriksen, passando per David Flusser, Salomon Zeitlin, Shmuel Safrai o Geza Vermes e per tutti gli storici ragguardevoli del secolo appena trascorso, questo libro invita il lettore a una ricerca storica, a uno studio storiografico e a un'analisi metodologica. Opera fondamentale per conoscere il pensiero ebraico contemporaneo a partire dalla fine del XIX secolo. Prefazione di Daniel Marguerat.
La questione della scrittura, che occupa una posizione cruciale nella filosofia di Sini e alla quale è interamente dedicato il terzo volume delle sue Opere, negli scritti raccolti in questo secondo tomo del volume viene affrontata nella prospettiva inedita di ciò che l'autore chiama "foglio-mondo". Con questa espressione, liberamente mutuata da Charles Sanders Peirce, Sini si riferisce anzitutto al segreto della soglia filosofica e alle peculiarità della sua scrittura. Le trasformazioni storiche che l'hanno caratterizzata da Pitagora a Socrate e Platone, da Aristotele sino a Kant e a Hegel, culminano nel tentativo di trascrivere la verità del mondo nelle figure ultimative del logos concettuale: tentativo che sempre di nuovo ripropone l'incolmabile cesura fra la vita del sapere e le sue transeunti scritture. Il foglio-mondo diventa allora, più in generale, metafora di ogni sapere in quanto evento di scrittura ed elaborazione nascosta dei suoi mutevoli supporti, vanamente tesi a circoscrivere il mondo dal quale si originano e nondimeno efficaci e irrinunciabili nell'inscrivere percorsi di vita nel mondo a cui appartengono. La seconda parte del libro e le Appendici ripensano in questa luce l'eredità fenomenologico-ermeneutica, pervenendo a un confronto critico con Husserl e Heidegger e con i loro cammini fruttuosamente aporetici.
Perché si dice donare, perché si dice accettare ciò che viene donato, e, quando si accetta, perché bisogna ricambiare? Questo libro esamina il ruolo e l'importanza del dono nel funzionamento delle società e nella formazione del legame sociale. Non è un ambito nuovo: già Marcel Mauss se n'era occupato, avanzando l'idea che i doni vengono ricambiati perché nella cosa donata c'è uno spirito che la spinge a tornare verso il donatore originario. L'ipotesi valse a Mauss la severa critica di Lévi-Strauss, che gli rimproverò di avere scambiato una teoria indigena per una teoria scientifica, e di non avere riconosciuto completamente il fatto che l'intera società è scambio, e che per comprenderne il senso bisogna partire dal simbolico e dal suo primato sull'immaginario e sul reale. La prospettiva generale adottata da Maurice Godelier rinnova profondamente la nostra comprensione del dono. Egli infatti analizza le cose donate o vendute a partire da quelle che non si donano o non si vendono, a partire dalle cose conservate e che bisogna conservare, le più importanti delle quali sono gli oggetti sacri. Un'opera sulle società tradizionali, dalla Costa pacifica del Canada alla Nuova Guinea, che interpella il pensiero politico di oggi. Da un lato lo scambio, la circolazione di beni, il mercato, dall'altro ciò che è sottratto a tutto questo e nel contempo è necessario a tale circolazione.
"Crescita, crescita": è la parola magica pronunciata a sazietà per salvarci da crisi che non cessano di succedersi... Questo per la pretesa dell'uomo di credere di poter sfruttare senza limiti i suoi simili e il pianeta e di aver creato un modello destinato a generare sempre maggior ricchezza, sempre maggiore felicità. Tuttavia, a partire dalle tesi di Nicholas Georgescu-Roegen, noi sappiamo che ciò non è possibile, mentre Ivan Illich e André Gorz ci hanno insegnato che è possibile un altro schema di società, capace di rispettare insieme l'ambiente e l'uomo. Gli "incontri" di Latouche sono con gli indios latinoamericani, con l'autarchia italiana tra le due guerre, con i precursori della decrescita, con la mercificazione dei viaggi alle Seychelles, con l'Africa, con la Cina e con i dibattiti e le esperienze in corso in Europa. L'opera ha un andamento quasi biografico con il susseguirsi di avvenimenti, esperienze e riflessioni. Prefazione di Patrick Piro.
"Il titolo scelto per questo saggio di autocomprensione sottolinea i due tipi di limite cui l'impresa è sottoposta. In primo luogo, l'aggettivo intellettuale avverte che l'accento principale sarà posto sullo sviluppo del mio lavoro filosofico e che saranno richiamati soltanto quegli eventi della mia vita privata che sono suscettibili di illuminarlo. In secondo luogo, parlando di autobiografia tengo conto delle trappole e dei difetti che attengono al genere. Una autobiografia è, innanzitutto, il racconto di una vita; come una qualsiasi opera narrativa, essa è selettiva e, pertanto, inevitabilmente angolata. Inoltre, una autobiografia è, in senso vero e proprio, un'opera letteraria; a questo titolo essa riposa sullo scarto talora benefico, talaltra nocivo, fra il punto di vista retrospettivo dell'atto di scrivere, di inscrivere il vissuto, e lo svolgimento quotidiano della vita; proprio questo scarto distingue l'autobiografia dal giornale. Infine, un'autobiografia riposa sull'identità, e dunque sull'assenza di distanza fra il personaggio principale del racconto, che è se stesso, e il narratore, che dice io e scrive alla prima persona singolare". (Paul Ricoeur)
Il volume vede impegnati i maggiori esperti di storia dell'arte di Roma, secondo i periodi dall'antichità alla contemporaneità. La fotografia da elicottero permette la visione "a volo d'uccello", che ben ci ricorda il "vedutismo" del '600 e del 700. Si ha così la possibilità di cogliere singoli edifici, complessi monumentali o relazioni tra costruzioni con una plasticità nuova, che spesso permette una lettura più sintetica delle opere e una coscienza topografica. La Roma antica e quella del '600 e 700, con la sua forte teatralità, hanno in comune una viva evidenza, basti pensare da un lato ai vari fori, al Pantheon, al Colosseo o alle mura e dall'altro alle piazze e alle opere di Bernini e Borromini. Altre emergenze si prestano a una lettura molto interessante e affascinante, come le basiliche e le chiese paleocristiane o i capolavori del Rinascimento a partire dal Campidoglio, per poi sorvolare le ville e i famosi giardini, che dal basso non possono mai essere colti in un "colpo d'occhio". Anche il Medioevo darà delle sorprese, e la contemporaneità, con la Roma dell'EUR che pare uscire da una pittura metafisica. Il volume costituisce uno strumento di supporto alla storia dell'arte di grande interesse, oltre che un'opera di estrema piacevolezza.