Nell'oceano, molto bello, molto grande, vive una sirena con una scintillante coda d'argento. Ma un giorno arriva una tempesta, molto grossa, molto forte... nuvole nere e mille lampi d'oro. Tutti cercano un nascondiglio. Solo la povera sirena non trova riparo e le onde la portano via! Senza gambe, intrappolata tra i rami di un albero, come farà a scendere? Età di lettura: da 6 anni.
"Studiare, mostrare, raccontare il Vaticano non è cosa pacifica: chi lo studiava alla fine del secolo XX e chi lo studia oggi studia infatti qualcosa che si muove: non solo, come insegnava Gregorio Magno, 'divina eloquia cum legenti crescunt', ma crescono anche gli umanissimi e ambivalenti 'eloquia rerum gestarum', il senso degli eventi che le fonti ci raccontano e di cui pian piano si scoprono in un lavoro collettivo i codici nascosti." (A. M.)
Il volume si apre col profilo di S. Giovanni Evangelista - il discepolo prediletto che Gesù amò come un figlio - aggiungendo un nuovo punto di vista per comprendere meglio che cosa sia la santità. Non è, infatti, la vita del discepolo che sta in primo piano, ma la persona del Divino Maestro a essere contemplata e raccontata in tutte le possibili sfumature offerte dalla Rivelazione. Anche gli altri nove Ritratti sono orientati a Cristo, ma ripercorrendo la storia della Chiesa degli ultimi cinquecento anni: dalla carmelitana Teresa d'Avila (1515) fino alla carmelitana Lucia di Fatima (2005). Tra questi due estremi, incontriamo altri due "santi" che ci permettono di toccare alcuni snodi nevralgici della storia cristiana come il Beato Marco d'Aviano e padre Michele Agostino Pro. Gli altri Ritratti evocano personalità significative per i drammi ecclesiali dei nostri giorni: per i giovani è la storia sofferta ma generosa di Gabriele dell'Addolorata; per le famiglie è la vicenda dei coniugi Martin (genitori di S. Teresa di Lisieux, canonizzati durante l'ultimo sinodo dei vescovi); per gli operatori di misericordia è la Beata Enrichetta Alfieri.
Fin dall'inizio del suo pontificato papa Francesco ha proposto all'attenzione di tutti il tema delle periferie. Nel cristianesimo, le periferie hanno una storia lunga e complessa, anzi sono un crocevia di storie e di esperienze differenti. Di fatto, però, il Pontefice ha rinnovato l'interesse della Chiesa attorno a questa tematica. "La Chiesa - aveva detto Bergoglio poco prima di essere eletto - è chiamata ad uscire da se stessa e andare nelle periferie, non solo geografiche, ma anche nelle periferie esistenziali: dove alberga il mistero del peccato, il dolore, l'ingiustizia, l'ignoranza, dove c'è il disprezzo dei religiosi, del pensiero e dove vi sono tutte le miserie". Questo libro muove dalle parole del Papa per andare alla ricerca delle periferie concrete e metaforiche che dai testi sacri giungono attraverso i millenni fino alle metropoli in cui viviamo, interrogandoci sul senso profondo della crisi che la Chiesa sta attraversando e sul cammino di speranza che è possibile percorrere per dare al messaggio cristiano una nuova centralità.
L'autore de "Le cronache di Narrnia" ci racconta un'altra storia fantastica, un viaggio allegorico il cui protagonista passa attraverso le varie esperienze della vita alla ricerca di qualcosa che appaghi un suo misterioso e incessante desiderio, che si rivela però insaziabile qualunque cosa gli venga concessa come soddisfazione. Il giovane protagonista trova qualche risposta ai suoi interrogativi nel lungo pellegrinaggio che deve intraprendere, la cui meta prende forma non alla fine del viaggio ma sulla via del ritorno. Draghi, giganti e nani, ombre e creature enigmatiche abitano questa favola moderna che ha il mordente di un'avventura e il respiro filosofico di una parabola sui grandi temi dell'esistenza umana.
Il racconto di una straordinaria epopea umana e al tempo stesso la registrazione delle conquiste professionali di un grande architetto. Lungo le pagine del testo si affacciano gli eventi che hanno concorso a forgiarne la statura: lo spirito pionieristico della famiglia materna; la sensibilità romantica del padre; l'educazione volta a sviluppare in grado eccezionale capacità fantastiche, razionali e lavorative; l'amicizia; i rapporti affettivi; le morti drammatiche; l'attività professionale; la confraternita di Taliesin. Mai un architetto prima di Wright aveva narrato la propria vita e riflettuto sulle proprie realizzazioni dando tanto spazio alle persone incontrate e alla forza generativa della sua terra. Con una scrittura vivida ed evocativa, tratteggia le linee essenziali della propria esistenza svelandone la costante tensione a partecipare al processo genetico della natura. Religiosità, capacità razionale, competenza tecnica e spregiudicatezza di sperimentatore, potenza immaginativa e disponibilità al sogno sono i caratteri distintivi di una personalità tra le più singolari e complesse della cultura moderna. Wright stesso le descrive senza cedimenti psicologici, ma nella convinzione di essere a pieno titolo protagonista del suo tempo.
Le tesi esposte da Turner in questo libro, pubblicato per la prima volta in Italia da Jaca Book sul finire degli anni Settanta, ribaltano il tradizionale modo di affrontare il problema della casa a basso costo, chiarendo le ragioni di un fallimento che accomuna tutti gli Stati. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, quando ci si avvede che l'offerta "naturale" di alloggi popolari resta strutturalmente al di sotto della domanda, i governi intervengono tramite enti edilizi senza fini di lucro, incaricati di realizzare quartieri di grandi dimensioni composti soprattutto da alloggi offerti in locazione semplice. In Italia il sistema non funziona, facendo crollare l'offerta. Turner indica una via d'uscita a questa impasse, che consiste nel puntare alla produzione di alloggi a basso costo autogestiti dai loro futuri abitanti, lasciando al pubblico le scelte di pianificazione generale del territorio e delle risorse.
L'era imperiale è dominata dalla figura di Pietro il Grande, il quale, affascinato dal progresso tecnologico, decide di modernizzare la Russia. L'imposizione del taglio della barba, segno di appartenenza all'Ortodossia, l'obbligo di portare abiti di foggia occidentale e i comportamenti blasfemi del sovrano inaspriscono la frattura tra i seguaci dello scisma dei veteroritualisti, emarginati e perseguitati, e i fedeli della Chiesa di Stato, completamente asservita all'autocrate. Pietro porta a termine un programma di laicizzazione al quale si ispireranno i regnanti del XVIII secolo, in particolare Caterina II, e decreta l'abolizione del Patriarcato, affermando: "Dio mi ha concesso di governare i laici e il clero e pertanto io sono per loro sovrano e patriarca", optando, quindi, per un cesaropapismo di stampo protestante e allontanandosi irrimediabilmente dal modello bizantino della sinfonia tra sacerdotium e imperium. La Chiesa, denominata Ente della professione ortodossa, viene trasformata in dicastero statale e si riduce a mero instrumentum regni. La storia di questa Chiesa è quella dello Stato stesso e lo sarà anche al tempo dei piissimi zar dell'Ottocento. L'imposizione di valori estranei al mondo russo crea una divisione tra i cultori della ricca tradizione spirituale della Russia (slavofili) e i partigiani del modello petrino (occidentalisti). Queste due antitetiche correnti di pensiero hanno, peraltro, in comune la convinzione di una missione salvifica della Russia.
Costruito attorno al rapporto che per più di trent'anni ha visto coinvolti, tra obiezioni e critiche talvolta severe ma soprattutto attraverso una sorprendente solidarietà, Derrida e Lévinas, il presente lavoro si concentra sul soggetto umano della cui esperienza si propone di evidenziare i tratti essenziali. Evitando da una parte il tono apocalittico di molto anti-umanesimo contemporaneo che spesso si è compiaciuto di celebrare l'era delle fini (morte di Dio, fine della verità, della storia, del soggetto ecc.), ma d'altra parte prendendo anche le distanze da quella facile retorica umanistica che spesso si è accontentata di ripetere le parole d'ordine dell'Anima, dello Spirito, della Persona, il testo di Petrosino arriva a delineare un'originale antropologia filosofica all'interno della quale la scena umana emerge come quella di un dramma irriducibile tra la pulsione a distruggere e la chiamata ad accogliere.
"... Nel commento alle suppliche individuali, Cristo si rivela ancora una volta agli occhi del Vivariense, esemplare punto di incontro tra umano e divino: per questo il senso cristologico non è solo il senso dominante sugli altri, ma è anche punto di convergenza degli altri sensi, vale a dire il letterale, lo spirituale e l'anagogico. L'impressione che si ricava dalla lettura di queste pagine, grazie anche alla fluidità della lingua nella quale sono rese in traduzione, è quella di uno sguardo ampio sull'umanità e sulla sua storia, che diventano, così, "luoghi" nei quali la visita di Dio consente un continuo passaggio dalla morte, cui l'essere umano è condannato dal peccato originale, alla vita, il grande dono di Dio, misericors per eccellenza, il cui cuore tenero è rivolto verso i miseri. L'esperienza storica di Cristo diviene così chiave interpretativa della vicenda di ogni uomo e della vita nuova, alla quale egli è chiamato su questa terra nell'attesa di un compimento che arriverà di certo, sia pure in una dimensione metastorica, simbolicamente evocata dalla tradizionale immagine della Gerusalemme celeste...". (Dalla prefazione di Mons. Vincenzo Bertolone)
Il libro riporta l'incontro pubblico fra Raimon Panikkar e Angela Volpini che ebbe luogo nel 2000 presso Vivarium, a Tavertet, in Catalogna. Sei domande ciascuno su temi fondamentali della vita, rivolte da Marcel Capellades al filosofo e pensatore di fama internazionale e alla mistica che vide la Madonna per nove anni da bambina e dalla quale ricevette una visione della natura dell'uomo. Le loro risposte, brevi ed essenziali, ci offrono le loro visioni della realtà. Dice Panikkar in una lettera scritta ad Angela: "Mi trovo in sintonia totale con te. E significativo che malgrado le differenze culturali coincidiamo non soltanto sull'amore, ma anche nelle idee".
Il grande architetto Frank Lloyd Wright diceva di essere stato vigorosamente indirizzato verso l'architettura dalla lettura di questo libro. "Le sette lampade" sono un appassionato discorso sui principi dell'architettura, tenuto sul filo di una costante analogia tra esperienza etica ed estetica. Sottoposte al vaglio e considerate "sub specie architecturae" sono le leggi fondate sulla natura dell'uomo, non sul suo sapere, che l'autore organizza attorno a sette grandi capisaldi, sorta di spiriti guardiani che hanno il compito di indicare i termini entro cui correttamente si pone la pratica professionale. All'interno di questa cornice trovano posto temi cruciali delle riflessioni sull'architettura precedenti l'avvento del Movimento Moderno, quali il ruolo della decorazione e quindi l'ambito proprio della fantasia e della gratuità, la necessità della memoria, l'assunzione come valore dell'arditezza e dell'irregolarità, espressione del dinamismo vitale. La scrittura di Ruskin ha una forte componente emozionale, lontana dalla razionalità di un Viollet-le-Duc, e l'opera si configura come la proposta articolata e ricca di digressioni di una architettura che sia compagnia salutare per l'uomo, veicolo di valori e di tradizioni costruttive. Con una presentazione di Roberto Di Stefano.