Questo libro riporta fedelmente la trascrizione di un corso inedito che Panikkar tenne alla Pontificia Università Lateranense di Roma durante l'anno accademico 1962-1963. In esso vengono messe a confronto la cultura occidentale e quella orientale, il cristianesimo e l'induismo, in un momento cruciale della loro storia, quando entrambe entrano in una crisi che, come scrive Panikkar, «potrebbe anche apparire senza via d'uscita», nell'ipotesi che ciascuna possa trovare nell'altra gli elementi vitali attraverso cui rinnovarsi. In modo emblematico le figure scelte da Panikkar come simboli delle due culture, Kierkegaard e Sànkara, non soltanto incarnano il prototipo delle mentalità e delle psicologie occidentali e orientali - ognuna con le sue inclinazioni, la sua ricchezza e i suoi limiti -, ma entrambe condividono il fatto di vivere in tempi di decadenza religiosa e, proprio per questo, di anelare alla verità assoluta. Completano la pubblicazione una selezione di schemi e grafici riassuntivi redatti da Panikkar stesso come canovaccio delle lezioni.
Cos'è accaduto realmente in Siria dalla cosiddetta Primavera Araba cominciata nel 2011? Paolo Sensini descrive con minuzia l'intero armamentario della strategia del caos nel Levante. Nulla di «complottista» o «cospirazionista», come di solito si usa bollare gli studi che contraddicono le narrazioni di regime, ma la scrupolosa ricerca e analisi dei principali tasselli del puzzle mediorientale. Vediamo così da vicino tutte le anomalie e gli interessi geopolitici in atto in quest'area cruciale del pianeta che, se ben inquadrati, ci mostrano la vera posta in gioco del conflitto siriano. In realtà, questa guerra non è stata cominciata dal «popolo», ma si tratta di un conflitto programmato e pianificato in tutti i dettagli. Quindi l'opposto di come ci è stato raccontato dai media mainstream. Che vi fosse del «marcio in Danimarca», per dirla con le parole dell'Amleto di Shakespeare, era cosa ben nota da tempo. Ma dubitiamo che anche la fervida immaginazione del Bardo avrebbe potuto spingersi a tanto. Un viaggio innegabilmente ai limiti della realtà. O forse oltre. Aprono il volume i testi di due studiosi siriani che ricostruiscono la storia del Paese nel periodo moderno e dagli anni '50 al 2005. Saggi introduttivi di Khairiyya Qasimiyya e Samir Aita.
Come cambia la vita dei tre profeti quando ricevono la chiamata del Signore? E cosa accade a Samaria, che in soli sessantanni passa dal massimo benessere alla resa per l'assedio degli Assiri? Un biblista di fama internazionale e un illustratore d'eccezione si confrontano in un percorso storico alla scoperta dei personaggi della Bibbia. Attraverso la singolare vicenda biografica di Amos, Osea e Isaia, ne conosceremo la personalità, i gesti simbolici, le ragioni della diffìcile scelta di dedicarsi completamente alla parola di Dio e alla salvezza del popolo eletto. Un racconto alle origini della nostra civiltà e della nostra religione. Età di lettura: da 8 anni.
Perché Geremia tenta di ribellarsi alla sua vocazione e chiede al Signore di liberarlo dalla missione profetica? E cosa succede in Medio Oriente dopo la caduta di Samaria, Ninive e Gerusalemme? Un biblista di fama internazionale e un illustratore d'eccezione si confrontano in un percorso storico alla scoperta dei personaggi della Bibbia. Attraverso le brillanti confessioni di Geremia, animate da una fede profonda e ispirate da un'intima devozione, conosceremo uno dei più raffinati scrittori della Bibbia e la sua battaglia contro i falsi profeti. Un racconto appassionante alle origini della nostra civiltà e della nostra religione. Età di lettura: da 8 anni.
«Un'incrollabile certezza caratterizza tutto il pensiero di de Lubac sul soprannaturale: contro ogni riduzione antropologica della teologia operata dall'ateismo è possibile al cristiano, partendo dalla sua fede, mostrare a se stesso e a chiunque altro che esiste effettivamente un legame intimo tra la religione del Dio fatto uomo e l'antropologia, senza con ciò aderire alla riduzione antropologica laicista e secolarizzata adottata dall'ateismo, anzi contestandola radicalmente. Infatti, per mezzo di Cristo e in Cristo, Dio, rivelando se stesso all'uomo, rivela anche l'uomo a se stesso, cioè conduce l'uomo a scoprire la sua più propria ed intima essenza e destinazione. Al tempo stesso, sulla scorta di tutti gli studi storici precedentemente svolti da de Lubac sul soprannaturale, si svela anche fino in fondo il facile malinteso circa un modo di intendere il dialogo e la collaborazione pratica con la contemporanea cultura atea. La Chiesa smarrirebbe infatti completamente il senso e la possibilità stessa della sua missione nel mondo, qualora pensasse di poter raggiungere una perfetta condivisione d'intenti con il mondo a partire da un concetto di "natura umana" concepita come pienamente autosufficiente e compiuta in se stessa. Sulla base di questa fragile e contestabile premessa sarebbe fin troppo facile condividere, con tutti i possibili interlocutori, i cosiddetti valori semplicemente umani, lasciando indefinitamente sullo sfondo il problema religioso che giunge a porre seriamente la questione del destino ultimo dell'uomo. In tal caso il "soprannaturale" apparirebbe semplicemente come quel "superfluo" che potrebbe essere messo tranquillamente tra parentesi e sospeso di fatto, senza che esso abbia incidenza alcuna sulla possibilità di individuare, a livello teorico e pratico, l'unico fine ultimo e vero, quello soprannaturale, cui l'uomo reale, creato da Dio, tende di fatto con tutte le sue forze.» (Dall'Introduzione di Franco Buzzi)
L'uomo fu sin dalla preistoria un creatore di simboli, i quali costituiscono un ponte rispetto alle proprie origini, al cosmo e al destino. Le voci di questo Dizionario, selezionate dall'amplissimo repertorio in 17 volumi dell'Enciclopedia delle Religioni diretta da Mircea Eliade in collaborazione con Ioan P. Couliano e curate da massimi esperti internazionali, sottolineano l'emergere e il persistere di tale creatività, non solo in solenni circostanze, ma soprattutto nelle osservazioni, nei gesti e negli oggetti quotidiani. Per secoli i simboli sono stati vissuti come portatori di un significato capace di sfondare gli orizzonti del limite umano per proiettarsi in una presenza che si poneva come «altra». Si scopre così che anche gli oggetti più usuali - una chiave, un tessuto, uno specchio, un gioiello - o i gesti più comuni come mangiare, dormire, offrire un dono, giocare, non sono aspetti scontati della nostra vita: nella storia dell'umanità, infatti, sono stati caricati di un senso che noi possiamo aver scordato, ma che attesta come la ricerca di un significato sia impressa nelle profondità del desiderio umano. Le grandi articolazioni di questa ricerca sono tratteggiate nel saggio dello storico delle religioni Jacques Vidal che introduce la nuova edizione.
"In un'epoca in cui tutto ha un prezzo e nulla ha valore, Brendan Kennelly è il poeta che forse ha la fiducia maggiore nel discorso poetico come dono. La sua vasta produzione in versi trova in questo libro una scelta mirabile e utile per seguire gli esiti della scrittura del poeta dagli anni Sessanta a oggi. Per quanto sia radicato nella propria contea d'origine ("Vengo dall'argilla e dalla roccia di Kerry"), la sua poesia cresce fino a raffigurare la condizione umana sottoposta alla ruota della fortuna e agli artigli del tempo. Nella grande tradizione europea ci sono poeti che denunciano il tramonto di una civiltà, altri che annunciano l'aurora di una insperata rinascita. Kennelly coniuga il tramonto con l'aurora, con la spensieratezza esuberante dovuta alle fonti Imperiture della poesia intesa come un dono." (dal testo introduttivo di Tomaso Kemeny)
L'esigenza a cui la ricerca storica risponde è un'esigenza umana fondamentale: quella della conoscenza certa di ciò che l'uomo ha fatto o subito nel passato. Il problema è, in fondo, identico per la storia antica come per la storia contemporanea: perché il fatto, l'avvenimento, sia quello del giorno prima come quello di tremila anni fa, una volta posto non esiste più, se non nella testimonianza di chi l'ha vissuto, nelle tracce che ha lasciato, nelle conseguenze che ha provocato. Col termine «storia» le lingue neolatine indicano due concetti che gli antichi tenevano ben distinti: «i fatti realmente avvenuti», che i latini chiamavano res gestae, e il ricordo e la conoscenza di tali fatti: memoria e bistorta rerum gestarum.
Nel XVI esplose il contrasto tra una raffinata civiltà rinascimentale e l'estrema efferatezza di roghi, torture e violenze perpetrate in nome della fede. Similmente a quanto accade ai nostri giorni, l'intolleranza religiosa, come una lebbra che attacca gli Stati, aveva trascinato la Francia in una serie di lotte fratricide, seminando migliaia di morti in nome del Cattolicesimo o della Riforma. In un panorama così cruento tre donne, nate dalla stirpe dei Valois, spinte da profonde convinzioni, mostrarono una tenace volontà verso la Riforma, certe che essa potesse ricondurre alla sincerità del vero credo iniziale. Legate fra loro da vincoli di parentela, non furono tacite spettatrici, ma esponenti di un femminismo ante litteram. Determinate, pur con differenti modi di esprimere i loro ideali, misero una tenace volontà per raggiungere quei fini che sentivano come una missione.
Questo libro, al suo apparire nel 1924, s'inquadrava in un progetto di ricerca, intenzionalmente perseguito dall'autore come lotta contro il pregiudizio «razionalistico» di un medioevo privo di originalità filosofica, ma anche contro un certo conformismo neo-scolastico tendente a far confluire sulle posizioni tomistiche la varietà delle posizioni degli altri esponenti della tradizione scolastica. Lo scopo di Gilson era mostrare l'esistenza di un pensiero medievale degno del nome di filosofia, cioè di sapere fondato nell'evidenza della ragione, ma anche correggere, in nome della storia ridata a se stessa, una certa ideologia del medioevo filosofico-teologico che s'inibiva di cogliere tutta la ricchezza e la complessità della storia stessa di questa convivenza di teologia e filosofia per incanalarsi troppo rapidamente in una sorta di reductio diversarum doctrìnarum ad Thomam. Il primato di Tommaso, più che un «dogma» fondato su una venerabile tradizione di ammirazioni, doveva essere qualcosa da riscoprire nella circolarità tra il rigore storiografico e un impegno teoretico-dialettico di confronto.
Era da sempre un mondo minuscolo in tutto. I suoi abitanti, i Krobilli, misuravano solo pochi millimetri. Un giorno, non si sa come, un gigante sbarcò laggiù! Panico a bordo! Cosa vorrà? Età di lettura: da 6 anni.