Il libro propone un’analisi del rapporto tra Kazimir Malevic -l’artista che più di ogni altro ha affrontato il problema della visione dell’invisibile- e la dimensione estetico-filosofica dell’icona. Dopo aver ripercorso i fondamenti teologici e spirituali di questa grande tradizione dell’Oriente cristiano, l’Autore prende in esame l’opera del fondatore del Suprematismo a partire dal celeberrimo Quadrato nero -uno dei miti e dei riti istitutivi dell’arte moderno-contemporanea- e di questa vera e propria ultima icona fornisce una lettura che corre in parallelo con il De visione dei (1453), uno straordinario scritto del filosofo e teologo Nicola Cusano, che di quell’opera seminale sembra paradossalmente rappresentare il commento anticipato. Nell’opera di Malevic assume nuova vita il problema artistico e teologico-filosofico dell’icona. Ciò significa che in realtà le avanguardie non operano una tabula rasa (la “parola d’ordine” con la quale sempre si sono autopresentate) della cultura artistico-filosofica precedente, ma che l’intreccio tra appartenenza e modificazione si anima anche in quei casi ove più enigmaticamente evidente ci si offre il tratto dell’azzeramento radicale, della rielaborazione più innovativa.
Che cosa trasmettiamo ai nostri giovani, ai nostri fi gli? E siamo ancora capaci di far passare qualcosa di significativo o abbiamo abdicato, noi adulti, al nostro ruolo? In una società mobile e rarefatta come la nostra, i veri protagonisti della sfida educativa sono quei maestri che hanno saputo farsi anche testimoni. I venti personaggi che l’autore ha intervistato negli ultimi decenni sono figure che si pongono al confine tra poesia e profezia e che esprimono la necessità di un dialogo vitale tra credenti e non credenti, ancor più oggi che tutte le ideologie sono cadute e che i venti del nazionalismo si riaffacciano in maniera inquietante nella nostra Europa. Pensatori come René Girard ed Edgar Morin, Luigi Pareyson e Italo Mancini, Jean Guitton e Nicola Abbagnano, ma anche scrittori come Mario Tobino e Paolo Volponi, fi no a intellettuali propensi all’impegno come Serge Latouche e Salvatore Natoli, sino a due cardinali italiani che hanno fatto della dimensione culturale uno dei motivi del loro essere uomini di Chiesa, Carlo Maria Martini e Giacomo Biffi , ci aiutano con le loro sollecitazioni a comprendere meglio il mondo contemporaneo. E a capire che senza l’aiuto della cultura difficilmente potremo uscire dalla crisi.
"Quando apparve in prima edizione nell'ormai lontanissimo 1961, questo libro rappresentava una pietra miliare. La critica storiografica sul Sufismo, o mistica islamica, era ancora relativamente poco sviluppata, a parte alcuni grandi autori come Louis Massignon, e soprattutto non godeva della vasta circolazione libraria di cui gode oggi. Ho letto il libro di Gardet e Anawati più volte e ancora oggi costituisce, per alcuni aspetti, un testo di riferimento utile, che dà informazioni meditate, che affronta la materia in modo non superficiale, ma direi quasi teoretico. Un testo che viene qui proposto al lettore italiano in un'edizione riveduta e aggiornata nei riferimenti bibliografici." (Dal testo introduttivo di Massimo Campanini)
Le tecnoscienze dominano la nostra vita. Si parla sempre più di un superamento dell'umano, del mito del superamento delle malattie e persino della morte. Siamo ormai prossimi, è stato scritto, al postumano: al momento in cui uno deciderà come, quando e addirittura se morire. Il libro discute questa mitologia, confrontandola con i territori in cui l'umano si manifesta nella complessità del quotidiano, faccia a faccia con il mondo e con i problemi che investono uomini e donne nella profondità della loro esistenza, nella profondità del loro rapporto con il dolore, con la morte e con una diversa consapevolezza di sé. I libro si chiude nel luogo misterioso dell'infanzia in cui i bambini disegnano la mappa di un altro territorio: il territorio spesso ignorato di un altro umano con cui confrontarci.
Ogni Natale, Mia legge con la sua famiglia la lettera che suo Nonno le scrisse. La lettera è un accorato augurio per un mondo migliore in cui la piccola Mia possa crescere. Il Nonno ricorda con entusiasmo le giornate passate insieme in giardino, piantando semi, cercando rane e lombrichi. E' preoccupato che tutte le cose da loro tanto amate siano in pericolo. Ha bisogno di mia per proteggerle.
Una storia attuale e piena di speranza sul prendersi cura del nostro pianeta e costruire un mondo migliore per le generazioni future. Un augurio di Natale molte speciale.
Benché la Resurrezione non sia stata testimoniata da occhio umano, è stata evocata e celebrata dall'arte cristiana sin dai primi secoli e fino ai nostri giorni. Il libro presenta una selezione di 50 opere di differenti origini geografiche, formati e fattura, la più antica delle quali data al 400 d.C.
e la più recente a pochi anni fa. Riprodotte a grande formato, sono commentate da due riconosciuti esperti internazionali alla luce del loro significato esegetico, per la storia dell'arte e per la teologia.
Su tutte emerge una tensione fertile ed eloquente fra la tendenza dominante nell'arte occidentale fino al xx secolo a rappresentare la Resurrezione di Cristo come un'uscita trionfale dalla sepoltura, seguita rapidamente dall'ascesa al cielo, mentre in quella orientale prevale una lettura del tutto differente, che mette in evidenza l'effetto salvifico per le anime dei trapassati ottenuto dalla discesa agli inferi di Cristo per trarvi i Giusti dell'Antica Alleanza, a partire da Adamo ed Eva.
Nelle carte geografiche italiane come dell'intero continente europeo ancora oggi abbondano toponimi che rimandano ad antichi nomi di abbazie, capitoli, conventi, priorati, eremi.
Luoghi in cui sorsero e spesso prosperarono per secoli altrettante colonie monastiche. Certosini e cistercensi, solo per citare due ordini molto noti, hanno provveduto a proseguire l'opera di "dissodamento" del suolo agricolo e del terreno culturale preparato dagli ordini tradizionali dei benedettini e dei monaci agostiniani.
Dall'Italia alla Francia, dalla Spagna al Portogallo, dalle Isole britanniche alla Germania, fino alla lontana Scandinavia, le principali abbazie hanno svolto un ruolo insostituibile nel tramandare attraverso codici e manoscritti, spesso finemente miniati, il sapere degli antichi, diffondendo al tempo stesso nuove pratiche che hanno contribuito a edificare le basi del nostro essere e sentirci oggi europei.
Questa raccolta di studi e di interventi brevi su Benedetto e la sua incomparabile opera di asceta, legislatore, evangelizzatore attraverso la Regola e i suoi seguaci, che ne ha fatto ben a ragione un padre e un patrono dell'intera Europa, riflette la cura che Ildefonso Schuster, pur tra impegni crescenti prima nella sua comunità monastica di S. Paolo fuori le mura a Roma, poi in quella più vasta dell'arcidiocesi milanese, sempre profuse nel divulgare, illuminare ed imitare la figura e l'opera di Benedetto, prima giovane eremita penitente a Subiaco, poi maturo costruttore di un nuovo modello di vita cenobitica e padre di monaci a Montecassino. Nel suo percorso intorno a Benedetto, Schuster non perde mai di vista la dimensione storica, temporale e geografica del personaggio insieme storico e agiografico, amato prima ancora che studiato: da Norcia a Roma, da Subiaco a Montecassino, Benedetto vive ed opera in un contesto ben preciso, all'orizzonte del quale c'è la Chiesa di Roma con il suo più alto rappresentante, il Papa. Su questo sfondo si delinea il capolavoro letterario e spirituale di Benedetto, quella "Regula monasteriorum" che Schuster ha testimoniato e insieme studiato e commentato. Infine la lettura schusteriana di Benedetto fa emergere la teologia monastica, in una parola la spiritualità che sta alla base degli orientamenti dottrinali ed esistenziali del santo, che per Schuster altro non sono che un appello all'imitazione di Cristo. Saggio introduttivo di Mariano Dell'Omo.
Il concetto di globalettica è ricavato dalla forma del globo. Sulla sua superficie non esiste un centro: ogni punto è ugualmente centrale. Per quanto concerne il centro interno del globo, tutti i punti della superficie sono equidistanti da esso - come i raggi della ruota di una bicicletta che si congiungono nel mozzo. La globalettica coniuga globalità e dialettica per descrivere un dialogo che influisce su tutti gli interlocutori - o multilogo - nel contesto dei fenomeni della natura e della cultura, in uno spazio globale che sta rapidamente trascendendo gli spazi delimitati in modo artificiale, come la nazione e la regione. Il globale è ciò che vedono gli esseri umani a bordo di un'astronave o di una stazione spaziale internazionale; il dialettico è la dinamica interna che essi non vedono. La globalettica abbraccia l'interezza, l'interconnessione, l'eguaglianza di potenzialità delle parti, la tensione e il movimento. È un modo di pensare e di porsi in relazione con il mondo, in particolare nell'era della globalità e della globalizzazione.
L'insieme delle ville e dei giardini che dal Medioevo a oggi identificano il paesaggio italiano costituisce un settore del nostro patrimonio vasto e importante, che è stato oggetto di studi specialistici spesso monografici, in molti casi riferiti a città o regioni, oppure incentrati su aspetti particolari del gusto e della cultura di un'epoca o riflesso di determinate committenze.
Questo volume offre per la prima volta uno sguardo complessivo su tutta la Penisola, individuando i diversi filoni tematici che permettono di collegare giardini e ville della Sicilia a quelli della Liguria o del Veneto: ad esempio i giardini esoterici, quelli concepiti come scenografie teatrali, le fortezze austere non più necessarie alla difesa e quindi ingentilite da aiuole e boschetti, le residenze regali e i giardini sull'acqua. Di ogni tema viene illustrata l'evoluzione e la diffusione sul territorio con saggi esaustivi, sulla base di riferimenti storici anche di carattere iconografico. A complemento dei saggi, gli esempi di ville e giardini più significativi e interessanti sono documentati mediante schede specifiche con un ampio corredo fotografico che permette la comprensione delle peculiarità di ognuno di essi.
Lo sguardo di Daniel Arasse ha fatto innamorare generazioni a quell'avvenimento unico che chiamiamo "Rinascimento italiano", la sua nascita e le sue figure. Tra queste, l'irripetibile itinerario di Leonardo Da Vinci, finalmente in edizione italiana.