Questo primo tomo del vol. IX è articolato in tre sezioni, che trattano del mito, del simbolo e del culto (il secondo tomo sarà dedicato alla fede e alla sua interpretazione per mezzo delle parole). Col termine mito oggi spesso s'intende qualcosa di irreale o semplicemente una leggenda più o meno fantastica. Con la parola mythos, invece, io intendo quello che tradizionalmente significava, vale a dire un modo diverso che gli uomini hanno di esprimere una convinzione, o piuttosto una verità che non è necessariamente «chiara e distinta» alla ragione e che, ciò nonostante, si accetta come ovvia e quindi non ha bisogno di essere dimostrata. La prima sezione comincia con una descrizione della relazione tra mythos e tolleranza e del rapporto tra lo stesso mito e il problema della morale. Seguono tre studi di tipo generale sul senso del mythos e la sua relazione con la parola e quindi anche con la teologia, come sarà illustrato dai quattro mythoi indiani (i miti di Prajapati, Vunahsépa, Yama e il mito dell'incesto), che riguardano la creazione, la colpa, la redenzione, l'uomo e la condizione umana, il recupero dell'innocenza e la sessualità. Il messaggio di questi mythoi non può essere trasmesso con una riflessione esclusivamente razionale, ma con metafore e simboli, avvalendosi della parola come tramite del logos. L'uomo non è dunque riducibile all'individuo e nemmeno a un semplice concetto e il mezzo più potente che ha per avvicinarsi alla realtà e ai suoi simili è il simbolo. Nella seconda sezione, dopo alcune riflessioni generali su che cosa sia il simbolo, portiamo ad esempio una parola fondamentale in Oriente, spesso fraintesa: karman, parola che, ridotta a concetto, risulta vulnerabile alla ragione. Se il simbolo del karman è prevalente nella metà delle culture, la metafora della goccia d'acqua, come simbolo della condizione di ogni esistenza, inclusa quella umana, è pressoché universale. La terza sezione è costituita da un testo, la cui scrittura risale al 1973, incentrato sul culto non in quanto cerimonia, ma in quanto espressione dell'homo religiosus, non come funzione, ma come attività che l'uomo compie in comunione con il cosmo per il sostentamento dell'universo. La secolarità, cioè l'interesse per ciò che è secolare, è stata troppo spesso considerata in molte tradizioni ostacolo alla vita spirituale. Il pro-fano (davanti al fanum, luogo sacro) è in opposizione al sacro, ma non al secolare, che può essere vissuto nella sua sacralità.
Il volume sui miti organizzato da Julien Ries ospita i contributi di studiosi e membri di culture diversissime. Troviamo nei vari capitoli una studiosa navajo, Trudy Griffin-Pierce, accanto a Gianfranco Ravasi, attuale «ministro della cultura» del Vaticano; la sinologa Christine Kontler e lo studioso di Omero (il liberatore dai miti) Paul Wathelet. Per il mondo indù Michel Delahoutre, per quello delle Americhe precolombiane Davide Domenici, per l'Africa subsahariana Ivan Bargna, per il mito di Demetra Dario M. Cosi, per i miti dell'antica Roma Natale Spineto; e ancora, per i giochi di parole e i miti dell'antico Egitto Michel Malaise. Ma il mito è presente anche nella preistoria, e di questo tema si occupa direttamente il curatore del volume Julien Ries. Il mito è un racconto, si diceva, un racconto costitutivo di una cultura, di una sapienza diffusa, di riferimenti fondamentali per una popolazione. Il racconto è legato a immagini e simboli, per questo il mito si presta a essere illustrato. Le illustrazioni riguardano monumenti, dei e simboli dell'antichità, oltre che scene del Kumbha Mela, il più grande pellegrinaggio del mondo che si tiene all'incrocio del Gange con altri due fiumi sacri a indù, buddhisti, jainisti, sikh e altri credenti indiani.
Il Lògos del Dio trinitario - Dio che si rivela compiutamente e definitivamente all'uomo predestinato nel Crocifisso risorto e glorioso -, unico vero oggetto della riflessione teologica, pone nelle condizioni di osare parlare umanamente della Parola di Dio; avendo udito questa Parola, il teologo la «possiede», al punto da mettersi a pensare attraverso e dentro tale Parola. Ora, esattamente la riflessione sulla figura della teologia - scienza o «intelligenza della fede», riflessione o «reazione» del credente all'interno della Parola di Dio - mostra che a vari livelli la storicità ne contrassegna e imprime il carattere. I testi contenuti in questo volume, già apparsi nella «Rivista di Teologia di Lugano» e in questa sede riproposti secondo una successione non cronologica, ma metodologica, affrontano sotto molteplici aspetti il metodo teologico e alcune figure storiche rilevanti della teologia medioevale. La storia del pensiero cristiano genera sempre un genuino fascino; innestata nell'adesione di fede e senza rinunciare alla ragione, ricorda all'uomo la perenne attualità del mistero cristiano e dell'amorevole disegno di Dio.
Il sogno è quello dei neri d'America di liberarsi dalle catene del razzismo, dalla discriminazione, dalla repressione e la violenza degli apparati dello Stato. La ragione è quella messa in campo nel corso della Storia da una parte consistente del popolo americano nero e bianco, attraverso la protesta. Dal primo conflitto razziale del 1935 ad Harlem alla rivolta di Filadelfia del 1964, ai fatti di Watts del 1965, all'insurrezione di Detroit del 1967, alle marce di Martin Luther King e alla sfiorata guerra civile successiva alla sua uccisione, fino alle sommosse della Kitty Hawk del 1972, di Miami del 1980, di Los Angeles del 1992 e alle grandi manifestazioni del movimento «Black Lives Matter», in America e in tutto il mondo, seguite all'uccisione di George Floyd. Un secolo di storia dei movimenti di protesta che si battono per i diritti civili e la loro influenza sui cambiamenti degli assetti della politica americana.
Il presente "Dizionario delle religioni del Nordamerica" è dedicato alla trattazione dei fenomeni religiosi, o variamente legati alla religione, che si sono sviluppati nell'America del Nord. Il suo indice rispecchia la particolare storia religiosa del continente, alternando lemmi di carattere generale dedicati alle tradizioni indigene a lemmi sulla presenza e lo sviluppo delle religioni monoteistiche in quei territori. Sono presenti, inoltre, numerose voci più specifiche dedicate alle credenze e alle pratiche religiose di singole popolazioni o gruppi di popolazioni dell'America settentrionale («Apache», «Inuit», «Irochesi», «Lakota», «Navajo», «Piedi Neri»), mentre alcune altre forniscono notizie biografiche sulle principali guide spirituali o profetiche dei nativi («Black Elk», «Handsome Lake», «Neolin», «Wovoka»). Si aggiungono, infine, voci sulle particolari modalità di espressione che nelle Americhe hanno caratterizzato fenomeni o concezioni universalmente diffusi nel mondo delle religioni e lemmi che descrivono tradizioni culturali di estrema rilevanza per la definizione della struttura dei sistemi religiosi americani («Danza degli spiriti», «Danza del Sole», «Teatro religioso dei nativi nordamericani»). Le bibliografie di ciascun lemma, affidato a esperti internazionali della materia, sono state riviste e aggiornate dai curatori, che hanno dedicato particolare attenzione alle indicazioni delle edizioni originali e delle eventuali traduzioni italiane. Traduzioni di Stefania Arcara, Erica Baffelli, Sergio Botta, Emanuela Braida, Arianna Campiani, Letizia Sonia Cantarella, Guendalina Carbonelli, Mariella Lorusso, Marco Manino, Maria Giulia Telaro.
La basilica di San Pietro così come la conosciamo oggi è caratterizzata da un sistema simbolico che fa riferimento alle origini della Cristianità e ai precetti della Riforma cattolica. E questo simbolismo ha il suo apice nella relazione tra la cupola centrale, l'altare e la tomba del Santo, che connessi tra loro innalzano l'asse verticale di incontro tra terreno e soprannaturale, e incrociano quello orizzontale centrato sulla piazza antistante la basilica. Ma è soprattutto nei mosaici che il messaggio di cui la basilica è portatrice si snoda in maniera estensiva: troviamo mosaici nella cupola centrale, nelle cappelle laterali, nelle cupole delle singole cappelle e nelle pale d'altare, a creare il più esteso apparato musivo al mondo. Ogni cappella, con la relativa cupola e pala d'altare, si armonizza con le altre e intreccia il proprio dialogo con la storia della Chiesa e della sua dottrina, a creare il più esteso apparato musivo al mondo. Condurre per mano il lettore attraverso l'armonia e la grandezza di questi mosaici è l'intento di questo volume, che rappresenta una lettura iconografica essenziale, curata dalla Veneranda Fabbrica di San Pietro, per comprendere lo spazio e le immagini della basilica vaticana, ancora oggi straordinaria espressione della creatività umana, del genio artistico e della fede cristiana. Autori: P. Zander, A. Grimaldi, S. Turriziani, A. Di Sante, C. Thoenes, V. Lanzani, G. Mattiacci.
Le radici del nuovo corso dell'arte romana e della nascita del Barocco vaticano si possono idealmente fissare nella data simbolo del 18 novembre 1593 quando sulla sommità della cupola di San Pietro venne issata la croce cristiana. Non a caso, le cerimonie politiche e religiose, le sontuose e sorprendenti macchine effimere che venivano innalzate nei giorni di festa, rispondevano a una nuova esigenza: separare i luoghi della "politica" da quelli del "sacro". Al Quirinale vennero sempre più riservati i momenti del governo "temporale" della città e dello Stato, mentre il Vaticano - Palazzo Apostolico, basilica e piazza, collegati e unificati - divenne sempre più il luogo delle cerimonie religiose. Il filo conduttore del nuovo stile che si andava definendo nei cerimoniali e perfino nel disegno dei giardini era "il diverso" e "il sorprendente". Gli autori dei saggi illustrano le diverse tematiche cercando volta per volta collegamenti artistico-architettonici: ad esempio, con le chiese tardo-manieriste di Giacomo Della Porta (chiesa del Gesù) e di Carlo Maderno (S. Susanna) o con altri capolavori berniniani (come S. Andrea al Quirinale) e borrominiani (ad esempio s. carlino alle Quattro Fontane). Solo descrivendolo così, all'interno di un potente fervore culturale ed artistico, è possibile far emergere il ruolo centrale e propulsore svolto dal secolare cantiere vaticano nella nascita e nella codificazione del nuovo stile Barocco che, da Roma si sarebbe diffuso nelle principali capitali italiane ed europee per poi approdare al nuovo mondo. Autori: G. Wiedmann, A. Campitelli, F. Buranelli, M. Boiteux, N. Marconi, L. Simonato.
Frainteso se non rifiutato da quella parte della coscienza moderna smarrita di fronte alla difficile ermeneutica di una testimonianza d'arte e di fede di cui si è perduto il significato storico, Dante non è stato soltanto un letterato colto e raffinato, un maestro dell'immagine e dell'espressione chiuso nella «turris eburnea» delle sue creazioni. Dalle pagine del Morghen balza con corposa evidenza il profilo di un uomo profondamente radicato nelle angosce e nelle speranze della sua epoca di trapasso, nella quale sentì di dover svolgere una missione d'ispirazione religiosa. In Dante profeta è tutto il Medioevo che canta le sue idealità e le sue esperienze fondamentali. Nel momento in cui queste si offuscano, le soglie dell'esperienza dantesca ci rimangono impenetrabilmente serrate, e noi siamo stati solo capaci di esercitarci intorno al divino poema «nelle forme della più elaborata e spesso lambiccata esegesi, senza riuscire mai a recuperarne l'intimo afflato e il prodigioso calore» (Buonaiuti). Di queste soglie il maestro di Medioevo cristiano ci offre la chiave che, ancora una volta, è, e non può non essere, religiosa.
Lontano dalle grandi tombe imperiali e dai sepolcri nobiliari della Via Appia, il mondo sommerso delle necropoli mette in luce la "normalità" e si ha la netta percezione di attraversare d'un colpo duemila anni di storia. Ricche edicole decorate con mosaici e stucchi, oppure povere sepolture in terra, occupano l'area sotto la basilica di San Pietro, e nei settori della necropoli lungo la via Trionfale, con una tale densità da stupire gli stessi archeologi che per primi si sono apprestati a eseguire gli scavi di recupero. La «necropoli vaticana», settore monumentale di un tratto di necropoli lungo la via Cornelia fortunosamente conservato sotto la navata centrale della basilica di San Pietro, fu riscoperta grazie agli scavi eseguiti durante il pontificato di Pio XXII. Un recupero archeologico di portata immensa, nonché il primo e lungimirante esempio di musealizzazione in situ di una necropoli antica. Contestualizzando le necropoli nel panorama complessivo dell'epoca, il volume mostra uno spaccato della società, della cultura, e delle credenze dei Romani tra l'età di Augusto e quella di Costantino - che sopra alla tomba di Pietro costruirà la sua grande basilica -, alle soglie del grande passaggio tra la Roma Pagana e quella Cristiana. Al centro non è la Roma dei monumenti politici e pubblici, ma quella dei monumenti e dell'arte delle famiglie di fronte al mistero dell'aldilà. Opere straordinarie per l'interesse sociale, ma anche di una compostezza artistica e un'inventività iconogra?ca impressionanti.
Dopo i dei volumi dedicati alle città di Roma, Venezia e Milano fotografate dall'elicottero, Jaca Book ripropone in una nuova edizione il viaggio fotografico aereo lungo la penisola italiana. Con un rinnovato corpus fotografico il lettore è accompagnato in un percorso visivo attraverso le grandi stagioni della storia artistica e architettonica nazionale, per leggere l'eredità complessa e mutevole del nostro patrimonio nazionale e interpretare i segni del passato in relazione al contesto contemporaneo. Senza l'intento di offrire una disamina esaustiva delle vedute del nostro patrimonio storico, monumentale e non, il volume presenta in una prospettiva a volo d'uccello una selezione accurata di paesaggi naturali e della multiforme tipologia di architettura che vi si è inserita nel corso del tempo. La narrazione offre quindi una sequenza di ritratti dei più emergenti fenomeni costruttivi della storia italiana, scanditi secondo un ordine tematico e cronologico che dall'età romana - la cui impronta è tuttora determinante per l'identità del nostro paesaggio - arriva agli inizi del XIX secolo, alla vigilia della grande industrializzazione.
La nascita di Gesù, concepito misteriosamente dallo Spirito Santo nel grembo di una giovane donna vergine di nome Maria, è la pietra angolare della Buona Novella e di tutta la dottrina cristiana sul Verbo di Dio fatto uomo. Evento razionalmente inspiegabile ma fonte di grandi speranze, la Natività è stata oggetto, un secolo dopo l'altro, della contemplazione e dello stupore di sapienti e fedeli. Celebrata e rappresentata nell'arte dagli inizi del cristianesimo ai giorni nostri, ha brillato in tutte le epoche e in tutti i continenti raggiunti dalla diffusione del Vangelo. Questo libro presenta una selezione di cinquanta opere d'arte. La più antica Natività risale al IV secolo e la più recente è del 2018. Ognuna è riprodotta a piena pagina, arricchita da un commento descrittivo, che ne evidenzia il contesto storico e le fonti letterarie, teologiche e artistiche di ispirazione e interpretazione. I due autori, teologi e storici dell'arte, sono desiderosi di coinvolgere il lettore e risvegliare una viva attenzione verso ogni opera e verso gli artisti che hanno immaginato un evento del quale non si finirà mai di esplorarne la forza.
Il "Dizionario delle religioni del Sudamerica" è dedicato alla trattazione dei fenomeni religiosi, o connessi alla religione, che si sono sviluppati mell'America del Sud. Il suo indice rispecchia la particolare storia religiosa del continente, alternando ampie voci generali dedicate alle grandi tradizioni indigene e voci sulla presenza e lo sviluppo delle grandi religioni monoteistiche in quei territori. Sono presenti, inoltre, numerosi lemmi più specifici dedicati alle credenze e alle pratiche religiose di singole popolazioni o gruppi di popolazioni della Mesoamerica (Aztechi, Huichol, Maya, Nahua, Olmechi, Taraschi, Tlaxcaltechi, Toltechi, Totonachi) e dell'America meridionale (Cuna, Inca, Ge, Mapuche, Muisca, Quechua, Selk'nam, Warao). Alcuni prendono in esame le principali figure divine e mitologiche della Mesoamerica (Coatlicue, Huitzilopochtli, Quetzalcoatl, Tezcatlipoca, Tlaloc) e dell'America meridionale (Bochica, Inti, Viracocha, Yurupary). Un ampio gruppo di voci è dedicato alle tradizioni religiose delle popolazioni di origine africana presenti nel continente, come quelle sui culti afrobrasiliani, le religioni afroamericane, afrosurinamesi, dei Caraibi, la Santería e il Vudu. Si aggiungono, infine, alcuni lemmi sulle particolari modalità di espressione che nel Sudamerica hanno caratterizzato fenomeni o concezioni universalmente diffusi nel mondo delle religioni, come «Iconografia» e «Musica», e qualche voce che descrive tradizioni culturali di estrema rilevanza per la definizione della struttura dei sistemi religiosi americani (come «Calendari», «Etnoastronomia», «Fumo»). Nella bibliografia dei lemmi, redatti dai più qualificati esperti internazionali della materia, è stata posta particolare attenzione alle indicazioni delle edizioni originali e delle eventuali traduzioni italiane.