Seeing Red costituisce il risultato più compiuto della ricerca di Halton Arp, uno dei più noti astronomi di osservazione del nostro tempo, particolarmente nel campo dell'astronomia extragalattica. A partire dal 1966, dopo la compilazione del suo famoso Atlas of Peculiar Galaxies, comincia a raccogliere un'impressionante mole di evidenze osservative che lo inducono a rigettare l'ipotesi delll'espansione dell'universo e a concludere che i redshift degli oggetti cosmici riflettono essenzialmente la loro età. La ricerca empirica di Arp trova poi un potente alleato nella teoria gravitazionale elaborata da Fred Hoyle negli anni Sessanta e poi perfezionata da Jayant Narlikar nel 1977 e più nota come "teoria della massa variabile e della gravità conforme" basata sul principio di Mach.
La problematica del comparativismo nella storia delle religioni, un ambito che che nel corso del XX secolo ha conosciuto grandi dibattiti
Julien Ries ritiene che, dopo avere ricostruito e analizzato i diversi sistemi religiosi nelle loro peculiarità applicando il metodo storico, lo studioso debba fare un passo ulteriore e porsi la questione del significato delle esperienze religiose per gli uomini che le hanno vissute e per l'uomo in generale. La storia, in questo modo, apre la strada all'ermeneutica. L'autore comincia con il mostrare, attraverso una disamina storiografica puntale, come si sia via via imposto il problema della comparazione e come i principali storici delle religioni lo abbiano affrontato. Sulla base delle loro ricerche, l'antropologia religiosa si propone oggi di comprendere e rendere esplicito il messaggio di cui l'homo religiosus è stato portatore nel corso dei millenni e di cogliere i tratti di quel rapporto fra l'uomo e il sacro che si esprime nei fenomeni religiosi. Il caso dei simboli della croce e della luce, studiati nella loro inesausta ricchezza di significati, dimostra in maniera eloquente il modo di procedere dell'ermeneutica di Ries. La comparazione, cioè il confronto di esperienze, di idee, di sistemi religiosi, non è però soltanto uno strumento di analisi scientifica. Essa costituisce anche la condizione per un dialogo fra le varie confessioni religiose. Il volume si conclude con un importante testo sull'inculturazione, tema fondamentale del rapporto tra le religioni.
Il contributo filosofico di una grande figura del secondo Novecento
Lanza del Vasto è stato studente a Pisa dove si è laureato in Filosofia e dove ebbe la sua prima conversione; la seconda fu quando, nel 1938, restando cattolico, si pose al servizio di Gandhi. Dall'India ritornò per fondare delle Comunità sul modello gandhiano, che si sono poi diffuse in vari paesi d'Europa e del mondo. Per quasi tent'anni ha insegnato ovunque una sua maniera specifica di concepire la nonviolenza e con essa un cristianesimo rinnovato; il tutto all'interno di una particolare concezione filosofica elaborata durante la giovinezza. Questo pensiero folosofico fu oggetto della sua tesi di laurea pisana e venne da lui rielaborato per tutta la vita intrecciando sistematicamente matafisica, teologia, etica ed estetica, dandolo poi alle stampe con il titolo La Trinité Spirituelle(1971). Il 26-27 gennaio 2007 si è svolto a Pisa un convegno che per la prima volta ha valorizzato il Lanza del Vasto filosofo. E' risultata una filosofia che unisce strettamente pensiero e pratica di vita, e che, nel panorama del XX secolo, è sicuramente originale per aver superato la divisione tra Occidente ed Oriente, mediante una riflessione profonda sui temi fondamentali della filosofia dei due mondi.
Contro la proliferazione dei bisogni e dei consumi: il testamento intellettuale di un pioniere dell'ecologia
"Che noi si sia dominati dal nostro lavoro è un'evidenza da centosettanta anni. Ma non lo è il fatto che siamo dominati nei nostri bisogni e desideri, nei nostri pensieri e nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Questo tema appare già ne Il traditore ed è sviluppato in quasi tutti i miei testi posteriori.. Partendo dalla critica del capitalismo, si arriva all'ecologia politica che, con la sua indispensabile teoria critica dei bisogni, conduce di ritorno ad approfondire e a radicalizzare ancora la critica del capitalismo. Non direi dunque che c'è una morale dell'ecologia, ma piuttosto che l'esigenza etica di emancipazione del soggetto implica la critica teorica e pratica del capitalismo, della quale l'ecologia politica è una dimensione essenziale."
Oltre la fantasmagoria dello spettacolo e delle merci, di fronte alla violenza e allo sfruttamento, la riflessione filosofica cerca nel passato l'imprevedibilità del presente
Alla fine del secolo passato - nell'euforia dilagante della New Economy e dei processi finanziari globali - l'idea della fine della storia divenne senso comune: sembrava possibile una sorta di "capitalismo pacificato", disposto a superare ogni conflitto e a rimodulare giocosamente le memorie e gli stili del passato. Le tragedie del '900 potevanno essere dimenticate: una "realtà virtuale", immateriale, prometteva di liberarci dai pesi del corpo e della materia, divulgando l'illusione che la violenza e lo sfruttamento fossero sul punto di svanire dalla storia, lasciando il posto a una pace universale. Certo, già allora per credere a tale utopia bisognava essere ciechi alla contemporanea distruzione delle altre culture in ogni parte del mondo o salutarla come un progresso benefico e inevitabile. Oggi è fin troppo facile dire che nessuna utopia ha subito più cruda smentita. Questa constatazione ci impone l'esigenza di dare un'altra lettura e un'altra teoria di quegli stessi fenomeni: perché il lavoro immateriale non ha prodotto forme di liberazione ma colonizzazione e sfruttamento delle capacità mentali dell'uomo? Perché fuori dell'Europa si concentra comunque una densità ed una violenza di sfruttamento che non ha nulla da invidiare all'accumulazione originaria della prima rivoluzione idustriale? Perché la tecnica digitale invece di potenziare la comunicazione tra gli uomini, crea uno spazio astratto in cui i singoli faticano a mantenere la propria identità? Questo libro rievoca autori e forme di pensiero del '900 che possono aiutarci a rispondere a tali domande e propone una riflessione sulla società dello spettacolo sia nella sua forma democratica che in quella totalitaria. Il possibile è ciò che sorge oltra la fantasmagoria dello spettacolo e delle merci, che, seducendo la nostra immaginazione, ci lascia al contempo schiavi di una esistenza immutabile.
L'espressione dantesca provando e riprovando, citata spesso in diversi sensi, qui vuole essere un invito a "ri-pensare" senza pigrizia mentale alcuni diffusi giudizi e posizioni della critica storica e letteraria, da considerare come dati non rigidi e indiscutibili ma soggetti a riflessione che li può condividere o no, approvare o disapprovare, in parte o completamente. Tale ri-pensamento non vuole portare a polemiche, ma alla ricerca del senso di valutazioni inevitabilmente segnate dalle culture dei loro autori e delle loro epoche, con relativi presupposti, sottintesi e fini perseguiti. Il sottotitolo indica un interesse "storico-letterario": l'approccio è di carattere storico anche di fronte a testi letterari, considerati più come storia della cultura che nei loro valori artistici, estetici, stilistici, pure se non manca qualche inevitabile accenno a questi ultimi.
Il lavoro è rivolto a tutti, in particolare agli insegnanti in qualunque grado e livello di scuola, alla cui fatica il modesto autore è legato da cordiale partecipazione, perché non si stanchino di preparare giovani dotati di spirito critico, liberi da condizionamenti di culture egemoni, non paghi di una diligente ripetitività.
Resurrexi è un esempio nuovo e sorprendente del teatro di Roberto Mussapi, un poeta che affianca ai libri di liriche e ai poemi una ricca produzione drammatica in versi e in prosa.
Per la prima volta si pubblica un suo testo su un argomento sacro, in questo caso l’evento centrale dell’esperienza cristiana, la Resurrezione. Una versificazione alta e diretta, trasparente e metafisica, rappresenta in poesia la morte e la Resurrezione di Cristo. Parlano il Figlio, un angelo, due Cori, due uomini diretti a Emmaus e Maddalena. Il Padre, in ossequio al modello dantesco, non parla, la sua lingua è intraducibile in suoni umani. Maria è presente, piena di luce, gli altri parlano a lei e di lei, che immaginiamo comunicare con gli occhi.
Qui, come e forse più che in precedenza nel teatro di Mussapi, poesia e dramma si fondono in un’unità inscindibile, riportando il dettato del poeta all’antico ruolo recitante inscritto nella sfera rituale del sacro.
Il testo ha una sua autonomia assoluta, ma non nasce isolatamente, bensì come libro di un oratorio sacro in cinque quadri per voce recitante (uno straordinario Massimo Popolizio), cinque solisti, doppio coro di voci bianche, coro misto e orchestra sinfonica, realizzato in prima a Verona con orchestra e coro dell’Arena.
Nel 2006 la Conferenza Episcopale Italiana e la Fondazione Arena di Verona commissionavano un’opera in occasione del quarto Convegno Ecclesiale Nazionale svoltosi a Verona, ispirata alla Resurrezione. Nacque così Resurrexi, testo di Roberto Mussapi con musiche di Alberto Colla, realizzato poi, dopo il debutto veronese, a San Marco in Milano e alla presenza del Pontefice Benedetto XVI in Vaticano.
Questa edizione riporta la presentazione originale del libretto di scena scritta da Bruno Forte ed è arricchita dalle incisioni su linoleum realizzate appositamente dall’artista Teresa Maresca e qui riprodotte su carta marcata della cartiera Fedrigoni.
Ogni capolavoro in cinque atti: i primi passi nel mondo della letteratura
Certi libri entrano a far parte del patrimonio dell'umanità. La loro grandezza consiste non solo nello stile e nell'eleganza narrativa, ma anche nella forza della loro storia e del loro messaggio. Fra questi presentiamo la Divina Commedia di Dante Alighieri, la Tempesta di William Shakespeare, il Faust di Wolfgang Goethe e L'Avarodi Molière. I bambini li conoscono, ma non potranno fruirne la complessità e la grandezza fino all'adolescenza, o forse anche oltre.
Come introdurre un giovanissimo lettore a questi capolavori letterari? Guidati dal poeta-drammaturgo Roberto Mussapi, con questa collana si è scelta una struttura semplice; ogni opera è sintetizzata in cinque scene come fossero cinque atti di un dramma. Mussapi racconta cosa accade in queste scene e ciò che è accaduto prima e dopo. Giorgio Bacchin, illustratore, rappresenta invece le scene. Ogni scena si apre con un'ampia rappresentazione dell'epoca dell'autore: la Firenze di Dante, la Londra di Shakespeare, la Parigi di Molière e la campagna toscana di Goethe.
Ogni capolavoro in cinque atti: i primi passi nel mondo della letteratura
Certi libri entrano a far parte del patrimonio dell'umanità. La loro grandezza consiste non solo nello stile e nell'eleganza narrativa, ma anche nella forza della loro storia e del loro messaggio. Fra questi presentiamo la Divina Commedia di Dante Alighieri, la Tempesta di William Shakespeare, il Faust di Wolfgang Goethe e L'Avaro di Molière. I bambini li conoscono, ma non potranno fruirne la complessità e la grandezza fino all'adolescenza, o forse anche oltre.
Come introdurre un giovanissimo lettore a questi capolavori letterari? Guidati dal poeta-drammaturgo Roberto Mussapi, con questa collana si è scelta una struttura semplice; ogni opera è sintetizzata in cinque scene come fossero cinque atti di un dramma. Mussapi racconta cosa accade in queste scene e ciò che è accaduto prima e dopo. Giorgio Bacchin, illustratore, rappresenta invece le scene. Ogni scena si apre con'ampia rappresentazione dell'epoca dell'autore: la Firenze di Dante, la Londra di Shakespeare, la Parigi di Molière e la campagna toscana di Goethe.
Una collana internazionale rivolta al grande pubblico: il ponte tra i mondi culturali e l'arte coni più autorevoli studiosi
La storia dell'arte tibetana, creata dopo la seconda guerra mondiale dallo studioso italiano Giuseppe Tucci, si è molto modificata da allora. Questo volume, che rende testimonianza di tale cammino, permette di seguire l'evoluzione della sua estetica, essenzialmente religiosa, tramite monumenti spesso grandiosi, dipinti, sculture e altri oggetti in metallo, ricollocati nel loro contesto cronologico. L'accento è posto sui periodi di apogeo, tra XII e XVII secolo. Capitoli tematici, distribuiti in tutta l'opera, aggiungono sintesi indispensabili sulla religione, l'iconografia del buddhismo lamaistico, tecniche e stili. Questo piccolo volume, dal testo chiaro e conciso, costituisce lo strumento ideale per penetrare in una materia troppo spesso ritenuta complessa e ingrata. Facile da maneggiare, è uno strumento indispensabile tanto per chi viaggia nei paesi himalayani che per i cultori di scienze umane.
Una collana internazionale rivolta al grande pubblico: il ponte fra i mondi culturali e l'arte con i più autorevoli studiosi
L'Arte precolombiana della Mesoamerica costituisce un'introduzione ad un universo artistico lontano nel tempo e nello spazio, il cui carattere esotico lo ha troppo spesso condannato ad una profonda incomprensione da parte di chi è portatore di diverse concezioni del fare artistico e delle sue specifiche modalità. Per comprendere appieno l'arte mesoamericana è necessario non solo conoscere lo specifico contesto storico-politico in cui essa è maturata, ma anche i codici interpretativi di arti figurative sviluppatesi in un mondo dove i confini che separano rappresentazione, pittografia e scrittura appaiono labili ed evanescenti. Solo così il carattere apparentemente "barocco" dell'arte mesoamericana si rivela essere una funzione della complessità dei messaggi veicolati dalle immagini: imparare a "leggere" l'arte mesoamericana permette non solo di scoprire il suo valore di documento antropologico, ma anche di apprezzare appieno il valore estetico e formale di un linguaggio visuale che la tragedia della Conquista ha quasi completamente obliterato.
La costituzione di una disciplina presentata dal suo fondatore e analizzata nelle sue implicazioni con i più diversi ambiti del sapere
In cinquant’anni di ricerche, Julien Ries ha via via elaborato, attraverso centinaia di articoli, saggi, volumi, i tratti di un’antropologia del sacro che costituisce il suo contributo più importante e originale alle ricerche sulle religioni. Prendendo spunto dalla pubblicazione dei primi sei volumi delle Opere complete, che raccolgono i suoi scritti di carattere teorico e storiografico, questo libro, nato da un incontro svoltosi all’Università Cattolica del Sacro Cuore e introdotto dal Rettore Lorenzo Ornaghi, intende tracciare un profilo dello studioso e della disciplina che ha voluto edificare.
Dopo una presentazione, redatta dallo stesso Ries, dei caratteri fondanti della sua «nuova antropologia religiosa», Fiorenzo Facchini rintraccia le manifestazioni del senso religioso nella preistoria, mentre Régis Boyer esamina, alla luce dell’idea di homo religiosus, diverse versioni del termine «dio». Il tema dell’antropologia religiosa di Ries è quindi sviluppato in relazione a un campo specifico, quello delle arti, da Christine Kontler, che tratta del rapporto fra arte e sacro nella Cina antica, e da Roberto Mussapi, che studia il caso del teatro. La prospettiva interpretativa di Julien Ries da strumento di indagine si fa quindi oggetto di analisi nei saggi di Maria Vittoria Cerutti, Silvano Petrosino e Natale Spineto, che la prendono in esame nelle sue implicazioni storico-religiose e filosofiche.
Una biografia e una bibliografia completa di Ries concludono l’opera, che costituisce la prima indagine monografica sulla personalità scientifica dello studioso belga.