La cultura dell'integrazione è soffocata da quella della separazione: di per sé ogni tecnica offre risposte a singoli problemi, ma immette germi caotici. Lo si riscontra nei processi formativi, negli apparati normativi, nelle logiche amministrative, nel rapporto fra piani e progetti, dovunque: quindi negli spazi fisici in cui siamo immersi. Il coordinamento fra le azioni sembra sempre più modesto, anche se tecnologie ed innovazioni esaltano le possibilità di mettere in relazione ogni elemento e alimentano la fiducia nel futuro. Nei nostri spazi le individualità prevalgono sulle superindividualità e non è solo la questione ambientalead evidenziare la necessità quasi utopica di procedere tutti insieme. Suddivisioni disciplinari e specialismi esasperati sono da tempo analizzati con ironia, criticati, scardinati nei presupposti anche con rigore scientifico. Oggi più che mai e in ogni senso l'imperativo è integrare: non dissolvere identità, bensì rafforzarle in confronti dialettici, esaltarle nel loro intrecciarsi e convergere verso finalità condivise. Se questa cultura non invade ogni aspetto delle organizzazioni civili, non potranno che esistere conati di integrazione. Nei processi di trasformazione degli ambienti di vita, integrare è governo di sistemi complessi; rifiuto di autonomie settoriali; ricerca di unità caratterizzate da superindividualità, cioè "informate" dai contesti in cui andranno ad immergersi.
Una trama di relazioni culturali unisce sin dal primo Cinquecento Milano, l'Italia e il Messico. Si tratta di rapporti fondati sulla circolazione di notizie, libri, idee, uomini e oggetti..., che meritano di essere riportati alla superficie della storia, seguendone la maturazione e le trasformazioni nel corso dei secoli sullo sfondo dell'ascesa e del declino della "preponderanza spagnola" nel quadro del colonialismo europeo, del progetto di riforma cattolica nella prima età moderna, dell'intensificazione e della crisi dei legami atlantici durante il Settecento "riformatore", dell'entusiasmo e del disincanto suscitati al di qua e al di là dell'oceano dall'Indipendenza dell'America Spagnola nel XIX secolo, della ridefinizione delle relazioni Europa-America Latina lungo il Novecento delle rivoluzioni, dei totalitarismi e della Guerra Fredda e dell'impatto della globalizzazione contemporanea. Il Bicentenario dell'avvio dell'Indipendenza (1810) e il Centenario dell'avvio della Rivoluzione (1910) costituiscono occasioni importanti per accingersi alla riscoperta dei tempi e delle forme dell'incontro a distanza fra Milano, l'Italia e il Messico. Una riscoperta che i contributi presentati nel volume offrono con l'apporto di varie discipline e uno sguardo attento al presente e alle prospettive future.
Le solennità che Dio stesso comunica a Mosè, chiamandole «le mie feste» (Levitico 23), permettono al popolo ebraico di rivivere i momenti fondamentali della propria storia con Dio. Dal 1976 al 1982, alla radio israeliana, il professore Leibowitz tenne una serie di riflessioni dedicate sia alla porzione di Torah settimanale sia alle feste di Israele. Questo testo, raccogliendo le penetranti e profonde riflessioni svolte da questo grande maestro sulle principali feste ebraiche, ci permette di avvicinarci agli eventi che hanno fortemente caratterizzato e continuano a contrassegnare la storia degli ebrei, offrendoci, inoltre, un punto di vista, limpido e acuto, sui principali temi del giudaismo: e siamo così condotti ad approfondire questioni che altrimenti ci rimarrebbero oscure.
Il volume si pone come un ideale percorso riccamente illustrato, guidato da due eminenti storici dell’architettura e dell’arte, che accompagna il lettore da Houston a Chandigarh, da Parigi a Hiroshima, fino allo spazio interstellare immaginato da un grande architetto come Paolo Soleri. In questi luoghi memorabili, solo apparentemente lontani, ritroviamo diverse tipologie di monumenti (cappelle, musei, parchi) che, consacrati dai loro autori alla Pace, vengono idealmente accostati da questa comune dedicazione. Si susseguono così opere e progetti di architetti come E. Tange, Philip Johnson, J.L. Sert, Le Corbusier, T. Ando, M. Botta e grandi realizzazioni di artisti come Picasso, Chagall, Rothko; capolavori che si ergono come monito e speranza per l’umanità.
Con questo volume ha inizio la sezione dell’Opera Omnia di Julien Ries relativa all’ambito cui il grande storico delle religioni ha dedicato le maggiori energie: il ribollente mondo della spiritualità e delle religioni nel Mediterraneo nell’età ellenistica. Il volume riunisce gli studi pubblicati da Ries sul vasto fenomeno della gnosi, una raccolta ampia e approfondita da cui emerge un quadro completo della dottrina gnostica e dei suoi legami con le religioni e le correnti di pensiero che animavano il Mediterraneo nel tardo ellenismo: dall’ebraismo al cristianesimo, dall’orfismo alle religioni dualiste del vicino oriente. Conferenze, studi, saggi, sono stati riorganizzati e completati dall’autore strutturando un volume che costituisce una sintesi inedita per molti. Si delinea così un panorama completo e aggiornato, fondato su basi filologiche ineccepibili ma caratterizzato da una forma espositiva accessibile anche al pubblico dei non specialisti.
Accompagnato dal direttore dello Zoo africano di Entebbe, in Uganda, un ragazzo canadese inizia un appassionante viaggio attraverso il mondo animale. Partendo dai Mammiferi e dagli Uccelli, anche il lettore inizia questa avventura e questa esplorazione, attraverso splendide tavole a fumetti e una parte scientifica che illustra le diverse specie con precisione. Il volume ha una parte a fumetti ed una più piccola di documentazione.
Talvolta a un vecchio naturalista può capitare di chiedersi come sia iniziato il suo rapporto privilegiato con gli animali. La ragione è forse che le storie degli animali non sono tanto scientifiche quanto letterarie ed emotive, sono abbozzi di racconti o racconti veri e propri a partire dall'incipit fino al "vissero felici e contenti". Abbiamo voluto raccontare alcune di queste storie, certi che il loro svolgimento non avrebbero potuto lasciare indifferenti i lettori, quelli giovani soprattutto. Avendo a disposizione una tale ricchezza, non solo caratteriale ma anche fisica di protagonisti e comprimari, ne abbiamo voluto approfittare fino in fondo scegliendo una tecnica narrativa, quella dei fumetti, che possiamo certamente definire immediata. (Dall'Introduzione) Età di lettura: da 9 anni.
Per la prima volta in italiano la più completa opera, scritta a cavallo del 1920, di critica dell’aberrazione della dittatura bolscevica. Critica "dall’interno", da parte del socialista e grande storico Mel´gunov, che unisce alla qualità letteraria una testimonianza documentaria senza paragoni. Non un’opera anti-rivoluzionaria, ma un’opera che denuncia il totale tradimento della larga volontà popolare di una transizione politica in Russia verso socialismo e democrazia. Il terrore rosso in Russia è un libro che non solo comprende a fondo carattere e sostanza degli eventi storici a ridosso dei quali è stato scritto, ma li vive e li soffre in prima persona, in una strenua battaglia politica e sociale, offrendo al lettore una testimonianza dirompente e ineludibile di un’epoca feroce.
In questo libro l’antropologo Narby conduce il lettore in un viaggio attraverso le forme dell’intelligenza in natura, attingendo alla contemporanea ricerca scientifica così come ai dati raccolti in anni di studi sulle culture indigene dell’Amazzonia, suo campo di ricerca. Ne emerge un quadro affascinante, attraverso un racconto partecipato e ben scritto, in cui la più aggiornata ricerca scientifica, in qualche modo avvicinandosi alle forme tradizionali di conoscenza, si interroga sulle condizioni e le modalità con cui l’intelligenza si esprime in natura, dalle forme di vita più elementari fino agli esiti più raffinati dell’evoluzione biologica. Conoscere l’intelligenza in natura significa interrogarsi su come gli esseri animati conoscono il mondo e interagiscono con esso. Questa la sfida culturale, prima ancora che scientifica, che Narby lancia con questo suo libro coinvolgente.
Nicolas è in ritardo, la mamma lo chiama impaziente: "Nicolas!!! Sei pronto o no?" Ma la mamma non lo sa? Che lui sa prepararsi in un baleno, a tutta birra! Infatti eccolo: è già pronto e vestito, zaino in spalla, berretto in testa.. ma, non mancherà qualcosa?