Figura chiave del cristianesimo nascente, Pietro è il primo ad aver visto Gesù risorto: un evento che fonda la sua autorità e fa di lui una delle «colonne» della comunità di Gerusalemme. Personaggio dai forti contrasti, unisce alla determinazione e alla responsabilità del capo la fragilità dell’uomo, che nel momento della difficoltà non esita a rinnegare il Maestro. Il suo martirio, avvenuto probabilmente a Roma sotto Nerone, lo ha indissolubilmente collegato a quella città, stabilendo - non senza dolorose fratture - il primato romano nella compagine delle chiese cristiane.
Claudio Gianotto Insegna Storia del cristianesimo e Storia delle origini cristiane nell’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni «Ebrei credenti in Gesù» (Edizioni Paoline, 2012); per il Mulino, «I vangeli apocrifi» (2009) e «Giacomo, fratello di Gesù» (2013).
Un testo introduttivo che mette in condizione gli studenti di affrontare i problemi più pressanti dello sviluppo odierno fornendo loro gli strumenti concettuali e quantitativi della teoria economica contemporanea. L'economia: adotta un approccio nuovo che integra i più recenti sviluppi dell'economia, come la teoria dei contratti, l'interazione strategica, l'economia comportamentale e l'instabilità finanziaria, incoraggia gli studenti ad approfondire temi attuali come la disuguaglianza, il cambiamento climatico, l'instabilità economica, la creazione di ricchezza e l'innovazione, fornisce una trattazione integrata di micro e macroeconomia, mette in relazione i modelli e i concetti con l'evidenza empirica a partire dai temi e i problemi dell'economia reale.
L’ASEAN rappresenta una silenziosa storia di successo. Lontano da clamori mediatici, estranea a posizioni estreme, imperniata sull’efficienza, l’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico ha costruito un modello di convivenza civile, rispetto delle diversità, ricerca di gradualità ambiziosa. In una regione tormentata dai conflitti e a cinquanta anni dalla sua fondazione, ha raggiunto i suoi obiettivi principali: pace, crescita, stabilità, sicurezza. I dieci paesi che ne fanno parte hanno tutti garantito ai loro cittadini progressi innegabili e la speranza di un futuro migliore. La fine della Guerra Fredda ha consentito una impostazione non più ideologica ma pragmatica dell’Associazione. Da più di vent’anni i paesi originariamente avversi ne fanno parte in un clima di collaborazione e tolleranza. Ne hanno goduto i suoi 650 milioni di cittadini e l'intera costa asiatica del Pacifico, attraversata altrove da tensioni e conflitti. La costanza, i risultati, la lontananza da tragici episodi di cronaca hanno affermato un “modello ASEAN”. Quando i traguardi economici si sono estesi al versante socio-politico, l’ASEAN è diventata un “miracolo”. Il libro, che esce per la prima volta in Italia, dimostra come la trasformazione sia avvenuta non per intervento divino, ma per l’impiego dei cittadini, la competenza delle classi dirigenti, la lungimiranza dei leader. Le difficoltà iniziali sono state fortissime, le tensioni spesso irrisolte, le disparità ancora eclatanti. Il rischio di divisioni e di lasciarsi influenzare dalle grandi potenze che circondano l’ASEAN è tuttora il pericolo maggiore per l’Associazione. Tuttavia, il clima di crescita e di rispetto tra paesi di lingue, culture e religioni diverse resiste e si amplia. Dal sud-est asiatico deriva quindi uno scenario solido e promettente, esempio di “fusione di civiltà”, invece che di scontro. Ne sono consapevoli gli autori che si spingono orgogliosamente a candidare l’intero Miracolo ASEAN al Premio Nobel per la Pace.
Ekhnaton e Mosè: due figure a cui si ricollegano l'abolizione del politeismo e l'introduzione del monoteismo - una svolta non solo nel credo religioso ma nel generale orientamento intellettuale dell'umanità, che cambiò il mondo antico e diede origine al mondo in cui ancora viviamo. Ne reca testimonianza la storia dell'Esodo. Il mito fondativo di Israele, attraverso il lavoro della memoria culturale, è divenuto un archetipo, evocato da ogni fondatore di movimento religioso, da ogni utopista o rivoluzionario, persino nell'Illuminismo, sempre in nome di un ricominciamento catartico che giustificherà anche l'uso della violenza. Ma il passaggio dal credere in molti dèi al credere in un unico dio non sarà netto, e del politeismo sopravviveranno a lungo tracce nella cultura, nella letteratura e nella musica, specialmente là dove esprimono attrazione per l'esoterico.
Il manuale offre una presentazione lineare ed essenziale dei concetti fondamentali dell'economia, optando per una esposizione che attinge a esempi sia tratti dalla vita quotidiana sia riferiti ad avvenimenti rilevanti a livello nazionale e internazionale. Ogni capitolo è arricchito da un riepilogo per fissare i concetti chiave e da domande di autoverifica.
La fine del mondo comunista e il conseguente venir meno del bipolarismo della guerra fredda hanno profondamente modificato il sistema delle relazioni internazionali, generando crisi politiche e agendo sulle dinamiche sociali ed economiche. Il volume, che va a integrare il manuale di «Storia internazionale», espone e interpreta i mutamenti intervenuti negli equilibri globali dalla caduta del muro di Berlino ai giorni nostri.
Da dove viene? E soprattutto dove va? E giunto fin lì, agli estremi confini del mondo, per poter guardare oltre: fermo e ben saldo sulla roccia, il viandante romantico di Friedrich sembra essere consapevole che l'infinito è più grande di lui, ma proprio da questa smisurata grandezza, da questa espansione soverchiarne è tentato. Irraggiungibile, l'infinito è però anche irrappresentabile. Perché allora non cessa di incuriosire e tormentare pittori, filosofi, matematici e letterati, e in generale tutti i comuni mortali?
Sostenuta da importanti storici e sociologi, da Ariès a Elias, a Bauman, è diffusa la tesi che la società contemporanea nasconda la morte: che un tempo si moriva in casa circondati dagli affetti famigliari e ora si muore soli all’ospedale. Con un’indagine magistrale, a un tempo ricostruzione storica e analisi sociologica, Barbagli mette in luce una realtà molto più complessa, mostrando per l’Italia e gli altri paesi occidentali non solo l’evoluzione dell’atteggiamento rispetto all’ospedalizzazione ma anche il mutare del rapporto del medico con il morente nell’alternativa fra dirgli o nascondergli la verità sul suo stato, e i nuovi percorsi di accompagnamento alla morte portati dal progresso medico, dall’accanimento terapeutico alle terapie del dolore, al ritrovato conforto del morire in casa. Su quest’ultimo aspetto in particolare Barbagli indica che l’Italia, fra gli altri paesi, ha la più bassa quota di decessi in ospedale e che la tendenza ha preso ad accentuarsi negli ultimi anni.
Competenza: un concetto ricorrente nel linguaggio comune così come nei dibattiti scientifici, politici, professionali ma finora privo di una codificazione semantica precisa. La Fondazione Agnelli ha impegnato un gruppo multidisciplinare di ricercatori su questo progetto ambizioso: far chiarezza su che cosa si intenda con competenza/competenze, esplorando gli usi e i significati del termine in diversi settori disciplinari, nei sistemi scolastici, in campo manageriale e di gestione delle risorse umane. Uno strumento utile per orientarsi nelle diverse classificazioni e pratiche, e per comprendere meglio tutte le profonde implicazioni di un concetto centrale tanto per il mondo del lavoro quanto per quello dell'istruzione-formazione.
Il sistema scolastico, il lavoro, la cultura capitalista, la Chiesa, il ruolo della donna, la politica: come movimento di massa il Sessantotto intercettò i problemi innescati da un mondo che stava cambiando, e con la sua forte carica contestataria mise in discussione ogni singolo ambito della vita sociale. Se le risposte che diede furono spesso velleitarie o sbagliate, esso tuttavia registrò e accompagnò quella transizione di civiltà di dimensioni epocali che si sarebbe manifestata appieno più tardi e che oggi ci sfida prepotentemente.
A partire dagli anni Ottanta, l'ordine globale neoliberale ha sostituito l'ordine liberale che governava il sistema internazionale dal secondo dopoguerra. Analogamente al Titanic, il mondo è stato portato su una rotta diversa e più pericolosa da quella segnata dall'incontro e reciproco bilanciamento di democrazia e mercato. Davanti ai nostri occhi si erge minaccioso un iceberg, le cui quattro facce si chiamano: declino della leadership americana ed emergere delle potenze autoritarie di Russia e Cina (sul cui sfondo si stagliano la crisi nordcoreana e quella mediorientale); polverizzazione della minaccia legata al terrorismo; deriva revisionista della presidenza Trump; affaticamento delle democrazie strette tra populismo e tecnocrazia. Nonostante le sue difficoltà, solo l'Europa può ancora contribuire a ristabilire la rotta originaria, ma a condizione di vincere la battaglia più difficile, quella interna: per riequilibrare la dimensione della crescita e quella della solidarietà.
A volergli credere Esumim avrebbe partecipato a tutte le grandi migrazioni dell'umanità: «ci siamo divertiti - ripete sempre - non si stava mai fermi!». E l'immaginario testimone di un viaggio iniziato sei milioni di anni fa, il cui primo passo - quello di scendere dagli alberi - ha dato avvio alla lunga catena di migrazioni attraverso la quale i nostri antenati hanno colonizzato il pianeta. Quante umanità diverse - dagli Austrolopiteci a Neandertal, a Homo sapiens - si sono succedute e incrociate sulla Terra? Quali percorsi hanno seguito, dalla loro prima uscita dall'Africa fino alla diffusione in tutto il pianeta? Nella genetica, la guida per ricostruire una diaspora mai conclusa, espressione del nostro ancestrale nomadismo.