«È dunque così che il ciclista incontra il mondo: dall'alto! Corre, corre a folle velocità senza toccare terra con i piedi, essere un ciclista è per lui qualcosa che significa quasi: sono il padrone del mondo» Thomas Bernhard Chi monta in sella a una bicicletta prova sentimenti di appagamento e pienezza: l'affrancamento dai limiti del corpo, l'ebbrezza della velocità e dell'indipendenza, la fuga dalle tristezze della vita. È così per i primi ciclisti, e poi sempre per ogni nuovo bambino che conquista la sua due ruote. «Sentivo di navigare nell'aria», ricordava un grande intellettuale come Ezio Raimondi. Ed è felicità per la donna, per la quale la bicicletta è strumento di emancipazione, così come per l'operaio di «Ladri di biciclette», che grazie alla bici può trovare lavoro. Oggi è anche la felicità della fuga dalla civiltà moderna, il sogno di un mondo lento a misura d'uomo. Poeti, scrittori, filosofi e gente comune hanno testimoniato la loro gratitudine per la bicicletta fonte di felicità: in questo libro, felice a sua volta, Pivato tesse il racconto di un inscalfibile amore collettivo per le due ruote.
Uno dei maggiori esperti del settore racconta l'innovazione e la tradizione nelle fasi di progettazione, produzione e promozione del libro, sia cartaceo che e-book. Un'introduzione aggiornata all'universo librario attuale, alle professioni culturali dentro e fuori le case editrici e alle modalità nuove di lettura, in presenza e in digitale, con l'analisi di numerosi casi esemplari, dai Gialli Mondadori a Harry Potter, da Calvino a Eco, da Gomorra a Elena Ferrante, dal self publishing alle piattaforme social. Un viaggio dentro la mediazione editoriale per capire l'attuale società attraverso questo prodotto culturale che, pur in continua mutazione, resta in equilibrio tra materialità e immaterialità, artigianato e industria.
I sedici anni dell'episcopato bolognese di Giacomo Lercaro, dal 1952 al 1968, lo ascrivono a pieno titolo fra i protagonisti della storia del cattolicesimo del Novecento, oltre che per la sua attività pastorale, per il posto che ricoprì durante il concilio Vaticano II. Sotto tale profilo, la vita e gli scritti del cardinale offrono allo studioso un interessante oggetto di indagine. Questa singolare chiave di volta di un periodo storico complesso, in equilibrio tra movimento liturgico ed ecclesiologia eucaristica, tra istanze di conservazione e di riforma, rivela di aver giocato un ruolo che è ancora, per molti tratti, da esplorare, soprattutto nello snodo cruciale del passaggio dal pontificato di Pio XII a quello di Giovanni XXIII, che lo consacra davvero, per parafrasare Bernardo di Chiaravalle, come figura "ante e retro oculata" della vita della chiesa. Il volume raccoglie i contributi alla giornata di studi sulla persona e sulla memoria di Lercaro promosso in occasione del 40° anniversario della sua morte, su invito del cardinale Matteo Zuppi e con la Fondazione per le scienze religiose di Bologna e la Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna.
Principale strumento di tutela dei diritti di cittadinanza in risposta a rischi e bisogni individuali e collettivi, lo Stato sociale è da anni al centro di un dibattito che tende a ignorarne la storia. È appunto la storia che intende raccontare questo volume che per la prima volta riunisce in una narrazione complessiva l'evoluzione nel corso del Novecento dello Stato sociale visto nei suoi tre pilastri: la previdenza, la sanità e l'assistenza. Con un approccio che combina i processi politici e istituzionali, come anche sociali, economici e culturali, le autrici rintracciano le radici del welfare italiano nell'età liberale, ne seguono la parabola attraverso il ventennio fascista e l'età repubblicana, e ne enucleano gli elementi fondanti, offrendo un importante contributo di conoscenza su un aspetto costitutivo della società italiana contemporanea.
All'interno del grande bacino mediterraneo, le religioni antiche viaggiano. Viaggiano gli dèi nei racconti mitologici, e viaggiano i culti sulla scia dei profeti, dei migranti, dei deportati, dei rifugiati, di quanti vanno in cerca di fortuna. Le religioni antiche sono una rete di relazioni: vengono trapiantate, si mescolano; gli dèi passano da una cultura all'altra. Attraversando il mondo mesopotamico, egizio, fenicio, giudaico, greco e romano, il volume racconta una quindicina di questi viaggi che mettono in gioco aspetti fondamentali delle religioni antiche: il nome degli dèi, la loro immagine, la loro traduzione, le strategie rituali, il ruolo dei testi, lo statuto delle donne o degli stranieri, l'immaginario mitico, l'atteggiamento nei confronti della morte e dell'aldilà, il radicamento di un santuario, il rapporto con il potere.
Mai come oggi, nella crisi che ha colpito il mondo intero, le istituzioni nazionali e internazionali risultano necessarie a fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica, sociale e politica. Eppure esse ci sono apparse più volte inadeguate, se non addirittura responsabili di quanto è accaduto. Perché? Una diffidenza che non nasce ora, ma è l'esito ultimo di un'interpretazione repressiva delle istituzioni, che ha trovato il suo culmine nella loro contrapposizione ai movimenti. Contro di essa una lettura nettamente diversa, originale e provocatoria, che valorizza il processo istituente come prassi innovativa, e che ci costringe a ripensare radicalmente la relazione costitutiva dell'istituzione con la politica e la vita.
Da settecento anni la stella di Dante continua a brillare alta nel firmamento degli «spiriti magni» del nostro paese e della cultura occidentale. Con piglio magistrale, Marco Santagata racconta il grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l'intero cammino. Si avvia così un autentico carosello di figure femminili: donne di famiglia, dalla madre Bella alla moglie Gemma Donati e alla figlia Antonia, che si farà monaca col nome di Beatrice; donne amate, prima fra tutte il suo amore giovanile, la Bice Portinari trasfigurata nella Beatrice della «Vita Nova» e del «Convivio», e poi angelicata nel Paradiso; infine le dame e le gentildonne del tempo, come Francesca da Rimini e Pia de' Tolomei, che pure trovano voce nelle cantiche della «Commedia». Lasciamoci allora guidare da parole e immagini alla scoperta anche delle zone d'ombra della biografia del poeta e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria.
Per secoli l'identità dell'Italia è stata legata ai suoi paesaggi e alla rappresentazione idealizzata delle loro forme. Un'immagine codificata da viaggiatori e artisti stranieri, che avevano riconosciuto l'unicità del Bel Paese in quella felice integrazione fra uomo e ambiente, fra architettura e natura, avvenuta in Italia nel corso della sua lunga storia. Il volume narra la parabola di quest'immagine, tracciandone la costruzione e le dinamiche legate ad alcuni elementi naturali simbolici, ma anche l'inefficacia e, in epoca recente, l'ambiguità. Gli autori dei saggi pubblicati in questo volume si interrogano sulle forze che hanno determinato le trasformazioni del paesaggio italiano contemporaneo e indagano l'avvio di nuove metamorfosi, dettate da una rinnovata consapevolezza per l'ambiente e le sue fragilità. In questo processo, un ruolo chiave è giocato dai paesaggisti. Operando con sensibilità su assetti compromessi, saranno loro a contribuire in modo significativo a una nuova Italia del paesaggio.
Fu grazie a un inciso dello Statuto Albertino, il cui articolo 28 recitava: «La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi» che il fascismo riuscì a sopprimere la libertà di stampa e a imporre la dittatura. Per tutti i decenni successivi all'unità nazionale il diritto alla libertà di stampa, così chiaramente affermato, aveva dovuto sempre lottare con quel «ma»; col fascismo dovette arrendersi. Successivamente, dalla fine del regime sino all'approvazione della Costituzione repubblicana, che l'ha sancita nell'articolo 21, la libertà di stampa ha vissuto una lunga fase di transizione ed è stata oggetto di aspre discussioni e conflitti politici. Nell'arco temporale che va dal 1943 al 1947 il mondo dell'informazione italiano ha subito una profonda trasformazione: epurazione dei giornalisti e dei giornali, nascita di nuove testate, riorganizzazione sindacale, regolamentazione della professione. In questo libro si ripercorrono le vicende che porteranno alla definizione della libertà di stampa e di quelle norme sul sistema dell'informazione che hanno regolato e regolano la vita democratica della nostra Repubblica dalla sua nascita a oggi.
Il 1919 fu un anno denso di speranze e di avvenimenti nel campo dell'internazionalismo e del transnazionalismo, aperto da rivoluzioni e controrivoluzioni, e dalla visita del presidente Woodrow Wilson in Europa. Fu caratterizzato dai lavori della Conferenza per la Pace a Parigi, dalla ripresa dei rapporti tra organizzazioni socialiste per più di quattro anni schierate su fronti di guerra nemici, dalla nascita dell'Internazionale comunista e dalla frammentazione del precedente internazionalismo operaio. Spirito internazionalista e pacifista, ideali e prassi rivoluzionarie attraversavano le frontiere e sembravano essere tutte opzioni aperte e praticabili per i popoli europei che uscivano dalla carneficina che aveva traumatizzato il continente e lo aveva proiettato in un mondo globale nel quale la sua supremazia evidenziava i primi sintomi di crisi. I saggi contenuti in questo volume prendono in esame le diverse opzioni aperte in quell'anno cruciale, allorché le enormi speranze nutrite sulle due sponde dell'Atlantico ritenevano possibili la creazione di un mondo basato su nuovi valori e istituzioni per sconfiggere vecchi ordini e tradizionali diplomazie. La parte finale del volume si trasferisce in Italia per analizzare come una nuova generazione, rappresentata da Antonio Gramsci, riflettesse su quel momento storico e sulle scelte da compiere. Saggi di L. Canfora, P. Dogliani, A. Ferrara, E. Jousse, C. Natoli, L. Rapone, D. Rossini, S. Salvatici.
Media e politica l'hanno spesso raccontata come scelta binaria, ma l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea non comincia né finisce con il referendum del 23 giugno 2016. Per capire «Brexit» bisogna leggerla come processo giuridico e politico: un cammino complesso mai tentato prima da uno Stato membro, che ha impegnato e impegna enormi energie negoziali su un campo da gioco multilivello, tra aspirazioni sovraniste e vincoli giuridici. Forte di una solida base documentaria e della conoscenza diretta dei protagonisti, l'autore, in qualità di direttore del Brexit Institute di Dublino, ricostruisce fedelmente la vicenda, collocando i fatti - cause e conseguenze, costi e benefici, scelte e compromessi - all'interno del diritto europeo e delle difficili relazioni che il Regno Unito ha sempre intrattenuto con le istituzioni comunitarie. Se guardata da vicino la più grave crisi mai vissuta dall'Unione sembra invece poterne rilanciare il progetto.
La deportazione degli ebrei nei campi di sterminio rappresenta l'atto più drammatico della Seconda guerra mondiale. Un atto che fu messo in pratica dai nazisti con il solerte aiuto degli italiani, che si trattasse di militari della Repubblica Sociale o di comuni delatori. Il volume ripercorre le storie di alcuni deportati, concentrandosi sulle fasi iniziali della «soluzione finale»: l'arresto, poi il viaggio e l'arrivo sulla Judenrampe, la banchina di Auschwitz-Birkenau dove avveniva la prima selezione. È questa la prima tappa di una discesa all'inferno in cui i prigionieri cominciano a perdere lo status di esseri umani. Nei vagoni (usati solitamente per il trasporto di animali) viaggiano stretti, pressati uno all'altro, utilizzando un bidone per i bisogni corporali; i giorni e le notti si susseguono e si rischia di perdere la nozione del tempo; la fame e la sete si fanno sempre più crudeli, così come le urla dei comandi, pronunciati in una lingua incomprensibile ai più. Intrecciando le testimonianze di Liliana Segre, Primo Levi, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, Shlomo Venezia, Pietro Terracina e Sami Modiano con quelle di altri sopravvissuti, il libro spalanca la porta su un orrore che non saremo mai in grado di comprendere fino in fondo, di cui è però necessario tramandare la memoria e mantenere salda la coscienza collettiva. Le impressioni, le sensazioni, le percezioni, che i salvati hanno restituito nelle loro memorie sono una preziosa fonte per ricostruire quell'indicibile tragedia, una ricchezza per gli studiosi, una grande pagina di letteratura civile.