Stich prende le mosse dagli studi fatti dagli psicologi cognitivisti sul ragionamento e sottopone a critica quegli autori che ritengono l'irrazionalità biologicamente o concettualmente impossibile. Poi esplora la natura della razionalità e dell'irrazionalità: che cosa distingue un buon ragionamento da uno cattivo? Stich respinge le risposte che vengono generalmente date a questa domanda, le quali collegano la razionalità alla verità, all'equilibrio riflessivo, o all'analisi concettuale. L'alternativa proposta da Stich proviene dalla tradizione pragmatista, in cui il ragionamento è considerato uno strumento cognitivo. Nel suo pragmatismo la connessione tra razionalità e verità non è più pertinente.
Il libro ha un impianto molto semplice. La prima parte espone il tema: chi sono, quando vissero e dove abitarono originariamente gli Indoeuropei; che cos'era l'Europa prima di loro; quando sono arrivati in Europa. La seconda parte espone tutto quanto allo stato si può dire di loro: che tipo di società era, com'era la religione, la famiglia, la società, l'economia, l'arte, i nomi, i numeri, la razza. La terza parte è dedicata per intero alla lingua; la quarta fornisce una breve descrizione della ventina di popoli la cui lingua è riconducibile alla comune radice indoeuropea. L'ultima parte affronta il problema dei rapporti di parentela tra le lingue indoeuropee.
Questo saggio si interroga sul destino delle nazioni europee in un momento di grande drammaticità, riuscendo a collocare gli eventi in un quadro storico che guarda al futuro. Tre sono i paesi che Bibò prende in considerazione e individua per ognuno una "patologia" della sua psicologia politica che ne influenza le vicende nazionali e contribuisce al crollo dell'equilibrio europeo.
Nel volume gli autori spiegano le ragioni, essenzialmente legate allo sviluppo dello Stato sociale, che sono all'origine della crescita del potere giudiziario nelle democrazie contemporanee. Mettono poi a confronto la situazione dell'Italia con quella di altri paesi, sia di "common law" (come USA e Gran Bretagna) sia di "civil law" (come Francia e Germania), individuando tendenze comuni e specificità nazionali. Formulano infine alcune proposte per l'Italia, tese a ripristinare una situazione più equilibrata, che riguardano il reclutamento e la formazione dei magistrati, il rapporto tra magistratura inquirente (i pubblici ministeri) e magistratura giudicante (i giudici veri e propri) la composizione e il funzionamento del CSM.
Si tratta della biografia di uno dei protagonisti della nuova stagione dei rapporti fra le chiese cristiane tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. Cresciuto in Macedonia nel clima della coabitazione post-ottomana, Athenagoras diventa uomo pubblico come metropolita della chiesa ortodossa d'America, e poi patriarca di Costantinopoli. Il volume è basato su fonti inedite, specialmente diplomatiche.
La Commissione cattolica per le questioni ecumeniche e poi il Segretariato per l'unità dei cristiani voluto da Giovanni XXIII promuovono e segnano un passaggio cruciale per il cattolicesimo contemporaneo, dall'idea di un "ritorno" dei non cattolici alla chiesa alla ricerca di una unità nella comunione delle chiese sorelle. Esplorando archivi e fonti inediti, Velati racconta il modo in cui questo cammino s'è intrecciato con l'annuncio e lo svolgimento del Concilio Vaticano II.