Sono qui raccolti alcuni lavori fondamentali di uno dei padri della psicologia italiana contemporanea, alla quale ha offerto un contributo decisivo di svecchiamento e sprovincializzazione. Il mondo visivo che ci troviamo davanti agli occhi non è la semplice copia del mondo fisico che ci circonda, ma anche un "prodotto" del nostro sistema visivo che, attraverso una complessa serie di operazioni elabora i messaggi sensoriali.
Questa indagine sociologica ha voluto osservare i giovani italiani in un'ottica generazionale, cercando di capire se e come essi si sentano generati in senso socioculturale dalle generazioni precedenti e capaci di generare, a loro volta, la società del futuro. I giovani italiani mostrano diffuse difficoltà a costruire delle generazioni "vitali", nelle quali la società possa rinnovarsi con orientamenti positivi e speranze progettuali. Le famiglie ricoprono i figli di affetto, ma faticano a orientarli alla vita. La scuola è sempre meno un luogo di educazione e di amicizia. La coppia giovanile mostra segni di grande fragilità. Ne emerge una condizione giovanile carica di incertezze e ricca di progetti irreali.
Gli autori di questo volume hanno voluto costruire un corso più "europeo", valorizzando in particolare, della tradizione sociologica continentale, l'attenzione per la dimensione storica dei fenomeni sociali. Più che un'introduzione alla sociologia come disciplina accademica, ne è nato un manuale che prepara alla comprensione concreta delle società umane.
L'autore rintraccia l'origine della biblioteca pubblica nelle prime istituzioni bibliotecarie nate dalla Rivoluzione francese grazie soprattutto alle soppressioni degli enti religiosi che trasformano in beni nazionali vasti patrimoni librari preesistenti, e segue l'evoluzione che porta all'istituzione delle biblioteche municipali. Poi affronta il caso italiano, studiando l'assetto che dopo l'Unità fu dato al patrimonio librario nazionale, e analizza il particolare fenomeno delle biblioteche popolari, che fu tipico dell'impegno sia cattolico sia socialista. Poi affronta la nascita vera e propria della public library. Un ultimo capitolo analizza il quadro istituzionale attuale.
Un volume in cui è sintetizzata un'imponente mole di informazioni sullo stato di salute dell'Italia. Uno strumento che presenta i dati e le analisi dell'Istat a un pubblico ampio di non addetti ai lavori.
Il volume prende le mosse dalla considerazione che, nelle mutate condizioni dei mercati mondiali, la partecipazione dei lavoratori al processo produttivo è la condizione più importante perché l'impresa riesca ad essere competitiva. Si tratta di condividere i fini dell'impresa, di trarre gratificazione dai buoni risultati del proprio lavoro, senza naturalmente eliminare le asimmetrie di potere nell'organizzazione. Gli autori partono dalle esperienze maturate in altri paesi europei per formulare la proposta di un Istituto per il lavoro con il compito di studiare le condizioni di partecipazione, di sperimentare le istituzioni e le regole che la favoriscono, e di sostenere e diffonderne i valori, in linea con le più avanzate ipotesi strategiche.
Dopo una breve parte introduttiva sulla quantificazione in psicologia e sulla storia dei test, si affronta il tema della psicometria (che cosa misurano realmente i test?) e si propone una classificazione dei diversi tipi di test. Si discutono poi i problemi della somministrazione, dell'interpretazione dei punteggi, dell'attendibilità e della validità. Il volume si chiude con una serie di considerazione sull'adattabilità di un test a contesti culturali diversi e con una guida pratica alla scelta di un test.
La prima parte del volume si occupa delle credenze collettive di verità: come spiegare le affermazioni condivise del tipo "ciò è vero". La seconda parte discute le credenze collettive normative: come spiegare le affermazioni condivise del tipo "ciò è giusto". Nella terza parte viene condotta una critica del relativismo, ovvero delle posizioni teoriche che negano l'esistenza di criteri intersoggettivi e interculturali a fondamento delle credenze di cui sopra. L'ultima parte ospita la sintesi delle posizioni di Boudon e il suo tentativo di sviluppare una teoria della razionalità.