Vi è mai capitato di entrare in una agenzia di viaggi per prenotare una vacanza poco costosa al mare e di uscirne avendone prenotata una dispendiosa in Giamaica, per un "colpo basso" del venditore? O, di aver risposto a un intervistatore, gentilmente accolto in casa vostra, sulle vostre abitudini di lettura e, cosa che non avreste mai voluto, ritrovarvi acquirenti di un'enciclopedia, come prescrive la cosiddetta tecnica del "piede nella porta"? Oppure, di aver sentito parlare alla Tv di certe riforme istituzionali e di esserne rimasti convinti soprattutto perché a sostenerle era un noto politologo? Molti sono i modi e le tecniche per persuadere, utilizzati in tutti i campi, perché tutti hanno qualcosa da offrire e da ottenere. A fini nobili e meno nobili. Questo volume fa il punto su quanto si sa delle strategie persuasive nella pubblicità, nella politica, nei media e nelle relazioni interpersonali.
Ciò che noi percepiamo come "reale" varia da società a società ed è prodotto, trasmesso e conservato tramite processi sociali che la sociologia della conoscenza si incarica di indagare. Questa problematica viene esaminata nei suoi due aspetti simmetrici e complementari: l'esteriorizzazione, ovvero la trasformazione dell'attività umana in una realtà sociale oggettiva attraverso l'istituzionalizzazione; l'interiorizzazione, ovvero la reintroduzione del mondo sociale oggettivo nella coscienza del soggetto attraverso la socializzazione.
Dopo aver mostrato in una breve introduzione in quale misura la retorica faccia parte della società moderna, in quanti e quali settori essa si esplichi, l'autore chiarisce in un primo capitolo che cosa si debba intendere per retorica; poi affronta la questione della retorica come modo di ragionare, di elaborare e dire un pensiero, e mette a fuoco l'uso del linguaggio in quanto enunciazione di un problema. Il quarto capitolo esamina le figure retoriche fondamentali; l'ultimo discute le diverse e opposte logiche della retorica: dalla logica del predatore (convincere è vincere) a quella della seduzione e del consenso.
Quest'opera affronta l'Illuminismo da un punto di vista essenzialmente storico, cercando di fornire il contesto sociale, la base concreta del cambiamento di clima spirituale che va sotto questo nome. L'autrice si avvale così degli indirizzi storiografici più recenti non solo per rispondere all'antica domanda su cosa sia l'illuminismo, ma anche per valutare l'impatto differenziato che esso ebbe per ricchi e poveri, uomini e donne, europei e non europei e mostrare la complessa interazione tra idee e strutture sociali e politiche.
L'autrice introduce l'oggetto del libro richiamando brevemente la fortuna del Medievo nell'interpretazione della storiografia, e facendo l'appello dei vari tipi di fonte che ci consentono di studiare l'epoca. Poi affronta partitamente i tre periodi classici in cui l'età di mezzo è stata suddivisa: alto, pieno e basso Medievo, illustrando di ognuno gli aspetti salienti. Per l'alto Medioevo i regni barbarici, la cristianizzazione, la rinascita carolingia; per il pieno Medioevo, la formazione del sistema feudale, lo sviluppo delle città e dei commerci, il radicamento del cristianesimo, la fioritura artistica, l'espansione dei regni, le crociate; per il basso Medioevo, la grande crisi della peste, la formazione degli stati moderni, i mutamenti religiosi.
Indipendenza delle Province Unite e "Gloriosa Rivoluzione" inglese: le prime rivoluzioni che caratterizzano l'età moderna tra Cinque e Seicento. La fase che va dal Trecento al Seicento è segnata in Europa da un alto grado di turbolenze, segno di trapasso di strutture religiose, politiche, economiche. Dopo aver percorso le più significative tra le rivolte minori del periodo, Tenenti si occupa delle due grandi rivoluzioni che hanno avuto successo. Entrambe frutto di ragioni religiose e politiche insieme, sono arrivate a creare l'una un nuovo stato, l'altra una nuova forma di monarchia costituzionale.
Luigi XIV è il simbolo stesso dell'Ancien Régime, dell'assolutismo al suo stadio più alto e fulgido. Deprecato da Voltaire come tiranno, studiato nell'Ottocento come artefice dello stato centralizzato, il Re Sole ha catalizzato l'attenzione degli storici che a lungo però hanno ripetuto un'interpretazione troppo centrata sulla persona del re.
Il volume spiega il funzionamento di alcuni meccanismi fondamentali dell'esperienza politica di ciascuno: come sono selezionate e interpretate le informazioni ricevute? Come avviene lo schieramento a favore/contro un certo tema o un certo candidato? Perché le decisioni politiche non sono basate soltanto sul perseguimento razionale dell'interesse personale, ma anche su fattori di natura cognitiva e sociale? Quali sono i principi e i valori fondanti delle scelte politiche? Qual è la grammatica del linguaggio e della comunicazione politica? L'influenza esercitata dai media? Quali le regole della partecipazione politica, del comportamento di voto, delle azioni collettive?
Diviso in tre parti, il volume nella prima parte accoglie la definizione di sei concetti chiave: stato, sovranità, contrattualismo, costituzionalismo, opinione pubblica, corporativismo; la seconda adotta un'angolatura diversa, mettendo a confronto passato e presente su alcuni concetti: eguaglianza, contrattualismo, società civile e stato. La terza raccoglie i due nuovi capitoli sulla politica e il pluralismo. Cercando di raccordare storia dei concetti e storia delle istituzioni Matteucci rende conto in maniera originale del processo di formazione storico-filosofica dello stato moderno e offre con questo libro una chiara introduzione ai fondamenti della politica moderna.