Entro il quadro storico dello sviluppo del costituzionalismo moderno, l'autore ricostruisce il clima politico e intellettuale nel quale ha preso forma la nostra Carta fondamentale del 1948. Oggi che cosa è cambiato? Perché si è aperto un processo di riforma costituzionale? Secondo l'autore la crisi della costituzione italiana coincide con la crisi dei partiti che hanno lasciato un vuoto riempito dal ruolo crescente assunto dai giudici e dalla Corte costituzionale. Ma, poiché è impensabile che la costituzione possa vivere solo attraverso l'interpretazione delle corti, le riforme che il Parlamento si appresta a discutere sono l'occasione per ridefinire il patto costituzionale nel rispetto dei diritti fondamentali giurisdizionalmente tutelati.
Taviani, ministro della Difesa dall'agosto 1953, visse da vicino la fase finale della questione di Trieste; il suo diario offre in presa diretta, e con il corredo di documenti inediti, la cronaca giorno per giorno di quel periodo che precedette il ritorno della città all'Italia. Accanto alla questione di Trieste sono però registrate nel diario altre vicende cruciali dell'Italia di allora: le trattative del CED (Comunità Europea di Difesa), il caso Pisciotta, il caso Montesi con le sue ripercussioni nella DC sicché il libro si presenta come una testimonianza ad ampio raggio su un anno cruciale e denso di avvenimenti del nostro dopoguerra.
Prendendo le mosse dagli anni del Risorgimento, Formigoni mette in luce le diverse correnti di guelfismo che vennero gradualmente a patti con il concetto sovversivo e rivoluzionario di nazione e misero a punto un'idea diversa e alternativa di nazione italiana, centrata sulla tradizione religiosa. Questa corrente neoguelfa attraversa la storia d'Italia tenendo lontani i cattolici dalle degenerazioni nazionaliste d'inizio secolo e approda all'inedita situazione postbellica, dove il governo democristiano pare dare corpo all'idea di una nazione cattolica con il paradosso che, nei decenni in cui le leve dello stato sono in mano democristiana, si consuma la secolarizzazione della società.
Per una nuova cultura dell'handicap: non più "anormalità", ma difficoltà della persona nei rapporti con l'ambiente naturale e sociale. Diagnosi, trattamento e verifica degli interventi nella scuola, nel lavoro, nella famiglia.
Tra i maestri indiscussi del pensiero sociologico, Durkheim ha esercitato una profonda influenza anche su molte altre discipline, dall'antropologia alla storia, dall'economia politica alla linguistica. L'autore fornisce le chiavi di accesso all'opera e al pensiero di Durkheim, collocandoli nel loro contesto storico, passandone in rassegna le tappe principali, dipanandone il filo conduttore, discutendone criticamente gli esiti.
E' possibile comprendere il concilio Vaticano Il attraverso la semplice analisi delle sue decisioni? L'assemblea conciliare è stata esclusivamente una "macchina" per la produzione degli atti finali? Questi i quesiti fondamentali su cui si sono misurati gli studiosi intervenuti al convegno di Bologna nel dicembre 1996. La selezione dei contributi qui raccolti vuole riproporre il fecondo confronto tra storici delle assemblee parlamentari, teologi e storici delle istituzioni e della dottrina, tutti in vario modo coinvolti nel pluriennale progetto di ricerca sulla "Storia del Vaticano Il". Pur nella diversità degli approcci, è emersa una comune consapevolezza che la categoria evento modifica i termini del rapporto tra il concilio, i gruppi che lo hanno costituito, le risoluzioni conclusive e le dinamiche che esse hanno innescato. Una prima serie di saggi affronta problemi metodologici e storiografici legati alla dialettica tra continuità e rotture negli eventi storici. Il secondo gruppo di interventi analizza, invece, la qualità e il tipo di partecipazione all'evento dei diversi organi collettivi del concilio, enucleando le dinamiche che mettono in comunicazione l'assemblea plenaria con i singoli protagonisti. L'ultima sezione di contributi colloca, infine, lo scarto tra le decisioni finali e l'esperienza conciliare nel suo concreto dipanarsi.
Il saggio contenuto nel volume traccia un quadro socio-biologico della capacità umana di creare simboli, ridefinendo i confini tra sfera naturale e sfera sociale. La teoria di Elias è dichiaratamente quella di una teoria evolutiva che si propone di superare i tradizionali dualismi filosofici soggetto/oggetto e idealismo/materialismo. Ne scaturisce un'affascinante idea della sociologia come scienza umana unificatrice, capace di integrare i contributi della storia, della psicologia, dell'economia, della scienza politica e dell'antropologia.