Le politiche razziali del fascismo furono dettate esclusivamente da scelte di politica estera, e in particolare dall'alleanza stretta con Hitler, oppure ebbero radici e motivazioni autoctone? Razzismo e antisemitismo furono elementi costitutivi dell'ideologia fascista? Quale fu il coinvolgimento della società italiana? E quale il contributo di scienziati e intellettuali? Sono alcuni degli interrogativi cruciali con cui negli ultimi anni si è confrontata la storiografia, nell'intento di fare luce su origini e messa in opera delle leggi razziali antiebraiche volute dal regime nel 1938. Giorgio Israel torna sull'argomento e in questo libro documenta con rigore come il razzismo di Stato trovasse sostegno in talune elaborazioni teoriche della scienza italiana, dall'antropologia all'eugenetica, alla demografia. Quanto al mondo universitario, se per un verso scontò l'espulsione degli scienziati ebrei, per un altro contribuì alla politica razziale del regime, salvo poi, nel dopoguerra, "dimenticarsi" delle compromissioni, in un processo di rimozione che in molti casi dura ancora oggi.
Giorgio Israel insegna Storia della matematica nella Sapienza - Università di Roma. Con il Mulino ha pubblicato "Scienza e razza nell'Italia fascista" (con P. Nastasi, 1998), "La questione ebraica oggi" (2002), "La Kabbalah" (2005). Tra i suoi libri recenti: "Chi sono i nemici della scienza?" (2008, Premio Capalbio), "Il mondo come gioco matematico" (2008, con A. Millán Gasca, Premio Peano).
"Il più autentico e grande filosofo italiano del dopoguerra" (Giacomo Marramao)
Con "Il problema dell'ateismo" Augusto Del Noce si confronta con la modernità, compiendo una serrata critica della sua filosofia come processo di secolarizzazione che conduce all'idea dell'uomo creatore e trova il suo compimento nell'antropologia materialistica del marxismo. Autentico classico del pensiero cattolico, in questa nuova edizione il libro è arricchito da un saggio di Massimo Cacciari
Augusto Del Noce (1910-1989) ha insegnato nelle Università di Trieste e di Roma. Il Mulino ha pubblicato anche "Riforma cattolica e filosofia moderna" (1965) e il postumo "Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea" (1990).
Fin da piccoli femmine e maschi preferiscono giocattoli e giochi diversi. Crescendo queste differenze tra i sessi si riflettono sulle scelte scolastiche o lavorative. Ma siamo davvero così diversi? E se lo siamo, perché? E' la natura o la cultura a determinare queste differenze? Il processo di differenziazione sessuale, che trasforma l'embrione in femmina o maschio, inizia grazie a fattori innati ma è portato a termine dagli ormoni. Non si hanno le idee altrettanto chiare sulle cause che determinano altre differenze, come quelle cognitive, ma le ricerche più recenti mostrano che si sono ridotte notevolmente negli ultimi decenni, soprattutto nei paesi con una maggiore equità tra i sessi. Allora, non solo natura?
Raffaella Rumiati insegna Neuroscienze cognitive nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Ha pubblicato molti articoli scientifici sul ruolo del sistema motorio nelle funzioni cognitive e sulle implicazioni etiche di alcuni temi neuroscientifici.
Bioclimatiche, ecologiche, a basso consumo energetico: le case sostenibili ottengono il massimo dell'efficienza con il minimo impatto ambientale. Un tema che coinvolge ormai l'intera filiera del settore edilizio, ma anche la politica impegnata a ripensare strategie e incentivi per un'edilizia a impatto zero. Dalle diverse tipologie di edifici "ecologici" al problema della misurazione della sostenibilità energetica e ambientale, fino agli interventi sull'edilizia esistente, uno sguardo globale sul futuro energetico del mondo edilizio.
Questo volume esplora le complesse interazioni tra Islam ed economia globale, esaminando in particolare la "moral economy" dell'Islam, la nascita delle banche islamiche e lo sviluppo della borghesia islamista. Riconoscere le pratiche economiche come mondi simbolici vivi, come costruzioni sociali scaturite dalle nozze mistiche tra forze produttive e forme simboliche, significa porre le premesse dello svelamento di un mondo solo in apparenza disincantato. L'antropologia e la storia economica si configurano allora come strumenti ideali per operare un processo di riscoperta della cultura e del sacro nascosti dietro l'apparente reificazione dell'economia. Scopo di questo studio è dimostrare come i musulmani abbiano intrapreso un profondo processo di riformulazione della propria identità a contatto con le società capitalistiche occidentali. L'esperienza dell'Islam contemporaneo dimostra che la globalizzazione non spinge verso l'adeguamento passivo e l'omologazione, bensì verso una reazione dei mondi vitali delle persone. In questo contesto, la società civile è il luogo in cui è possibile osservare non solo l'avanzare di un pervasivo processo di islamizzazione, ma anche la trasformazione dell'Islam da religione tradizionale a ideologia.
Daniele Atzori si è laureato in Storia economica nell'Università degli Studi di Milano ed è dottorando presso l'Institute of Middle Eastern and Islamic Studies dell'Università di Durham, nel Regno Unito. Collabora con la Fondazione Eni Enrico Mattei e con l'Agenzia Giornalistica Italia. Scrive regolarmente per la rivista "Equilibri" e per il magazine "Oil Tabloid".
Oltre a essere una delle situazioni a cui si fa fronte quotidianamente, tra le competenze dei manager una delle capacità più utilizzate è quella di prendere decisioni. Il processo decisionale comporta l'utilizzo di strategie psicologiche di gestione delle informazioni, di trattamento del rischio e dell'incertezza che lo rendono tutt'altro che scontato e automatico. Questo volume affronta i processi decisionali individuali e di gruppo, le dinamiche proprie del ragionamento degli esperti - che i manager spesso coordinano e a cui si rivolgono -, le trappole in cui possiamo incappare nel decidere, le modalità e le strategie per giungere a decisioni efficaci. Un testo utile a consulenti nell'ambito della psicologia del lavoro e delle organizzazioni e, inoltre, a tutti coloro che all'interno delle organizzazioni ricoprono posizioni di primo piano nelle scelte delle strategie aziendali.
Nella storia dell'evoluzione della specie umana l'avvento del linguaggio ha innescato nell'Homo sapiens una serie di innovazioni rivoluzionarie: la modifica delle strutture cerebrali; la nascita del pensiero astratto e, con esso, l'elaborazione di tecnologie, valori, opinioni, credenze; la trasmissione delle informazioni e la loro conservazione nel tempo. Tutto questo, e i comportamenti che ne sono derivati hanno reso l'uomo una specie ecologicamente anomala, una specie in cui il linguaggio ha progressivamente annullato la distanza tra l'evoluzione biologica e l'evoluzione culturale. Gli autori si confrontano con le più recenti acquisizioni di tutte le discipline interessate (biologia, ecologia, scienze cognitive, filosofia del linguaggio), per approdare a un'ipotesi provocatoria: la sempre più probabile condanna all'estinzione della propria specie è il prezzo culturale che l'uomo paga al linguaggio come prodotto della selezione naturale.
Antonino Pennisi insegna Filosofia ed etologia del linguaggio nell'Università di Messina. Con il Mulino ha pubblicato: "Patologie del linguaggio e scienze cognitive" (curato con R. Cavalieri, 2001) e "Le scienze cognitive del linguaggio" (con P. Perconti, 2006). Alessandra Falzone insegna Psicobiologia del linguaggio nell'Università di Messina. Fra i suoi volumi pubblicati da Rubbettino, "Filosofia del linguaggio e psicopatologia evoluzionista" (2004) e "Strutture, funzioni, complessità. Si può naturalizzare la filosofia della mente?" (2008).
In una schietta conversazione con Arrigo Levi, amico e collaboratore nei sette anni della Presidenza della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi racconta se stesso. Dalle radici livornesi alla Normale di Pisa, all’Abruzzo che lo accolse nel tempo della vita alla macchia e dell’avventuroso attraversamento delle linee per raggiungere l’esercito al Sud già liberato. Dal lungo apprendistato in Banca d’Italia a Macerata, alla chiamata a Roma, dove sarebbe iniziata, dal Servizio Studi, la graduale ascesa fino all’ufficio del Governatore. E poi ancora una sfida inattesa, che lo porta dalla Banca d’Italia alla Presidenza della Repubblica, con un passaggio ai vertici del governo, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero del Tesoro, in tempo per portare l’Italia nell’euro. Tutto sembra accadere «per caso», una svolta nella vita dopo l’altra, con occasioni impreviste che si offrono all’intelligenza, alla tenacia, all’integrità, all’indipendenza politica di Carlo Azeglio Ciampi. Una lezione di storia, una lezione di metodo, una lezione di vita, in un racconto punteggiato di eventi curiosi, stampati nella memoria del ragazzo livornese che diventò Ciampi, il Presidente.
Carlo Azeglio Ciampi ha già pubblicato con il Mulino «Un metodo per governare» (1996) e «La libertà delle minoranze religiose» (2009). Arrigo Levi, saggista e giornalista, attualmente consulente personale del Presidente Napolitano, ha pubblicato recentemente con il Mulino «Un paese non basta» (2009).
Figlio del Risorgimento ed espressione di quella media borghesia napoletana che ne ha ispirato gli ideali, Rocco De Zerbi si è reso protagonista, insieme ad altri esponenti come Pasquale Turiello, Raffaele De Cesare, Vittorio Imbriani, Ruggiero Bonghi, della stagione politica e culturale dei primi decenni dell'Italia unita. Animato da un forte sentimento patriottico (talvolta incline a posizioni velleitarie), ha espresso il suo pensiero in fonti di carattere prevalentemente letterario quali articoli di giornale, romanzi, scritti politici e combattive interpellanze parlamentari. Questo volume ricostruisce le fasi cruciali della formazione giovanile e della successiva esperienza politica di De Zerbi; considerato a lungo un semplice "giornalista" o, in maniera riduttiva, un "poligrafo", egli è invece un personaggio poliedrico i cui scritti sono espressione di interessi multiformi, coltivati sempre con lucidità e acume. Le tematiche esaminate costituiscono il fulcro del dibattito culturale e politico del tempo: il rapporto Stato-Chiesa, la configurazione istituzionale dei partiti politici, l'emigrazione, la crisi parlamentare di fine secolo. Ciononostante egli è spesso ricordato per lo scandalo della Banca Romana, vicenda da cui fu travolto e di cui, in ultima analisi, fu vittima. De Zerbi può essere considerato un "vinto della storia" e la sua vita può essere assimilata a quella del protagonista di un romanzo d'appendice, ma in fondo egli non è altro che l'esponente emblematico di un'epoca di cui interpreta gli elementi più vivi ma anche le contraddizioni più profonde.
Ornella De Rosa insegna Storia contemporanea nell'Università di Salerno e Metodologia della ricerca storica e sociale nell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Coordina diversi progetti di ricerca ed è presidente dell'Osservatorio Internazionale sul Gioco. Ha pubblicato, tra l'altro, "Gioco e lavoro. Mercato e produzione di carte e fiches tra Otto e Novecento" (Venezia, Marsilio, 2001), "Margherita De Santis. Storia di una sindacalista del Novecento" (Roma, Agrilavoro, 2009). Per il Mulino ha curato, con Donato Verrastro, il volume "Appunti di viaggio. L'emigrazione italiana tra attualità e memoria" (Bologna, 2007) ed è condirettore della collana "Il Veliero".
La famiglia oggigiorno ha acquisito forme del tutto nuove e variegate. Le principali ragioni alla base di questi cambiamenti vanno ricercate in un contesto che va oltre la coppia e che tenga conto della complessa trama di aspetti storici, sociali, interpersonali e soggettivi. Quali sono dunque le nuove configurazioni che emergono? Quali le dinamiche che si instaurano nelle relazioni? Quali le particolarità delle nuove coppie? In questo volume l’autrice presenta gli snodi e le difficoltà che le coppie moderne si trovano ad affrontare e le ricadute a livello psicologico sui singoli individui: la scelta della genitorialità e quella di non avere figli o la sterilità, la violenza domestica, il mobbing coniugale e lo stalking, le differenze e i pregiudizi nelle coppie interculturali e le dinamiche di quelle omosessuali. Un testo attuale e uno strumento utile a psicologi e psicoterapeuti della coppia e della famiglia e a operatori psicosociali (assistenti sociali, professionisti dei consultori famigliari, responsabili dell’affido di minori, ecc.) per orientarsi nei cambiamenti che la modernità ha apportato e apporta nelle coppie e nelle relazioni affettive.
Perché in un paese dai costumi secolarizzati come il nostro la politica si fa sempre meno laica? E quali conseguenze dobbiamo temerne per le nostre libertà? C’è un’emozione cupa che ormai vince su tutte, negli slogan dei partiti come nei nostri discorsi. È la paura dell’altro, la paura che divide il mondo tra noi e loro, tra dio e satana, tra civiltà e barbarie. Finite le vecchie ideologie, al loro posto c’è un nuovo racconto pubblico, non meno ideologico e forse ancora più totale. Dalla sua ha la forza capillare di una parte rilevante dei giornali e di quasi tutte le televisioni, queste e quelli coalizzati in una quotidiana macchina mediatica della paura. Come in ogni guerra, anche in questa ci sono vittime impreviste. Siamo noi. Chiusi nella miseria dell’odio, ci lasciamo convincere a rinunciare ai nostri stessi diritti civili. Di questo oggi dovremmo aver paura, non dell’altro che ci «invade». A questi temi, di incombente attualità, sono dedicate le riflessioni di Roberto Escobar che non rinuncia, pur nell’angoscia del presente, a indicare l’occasione di una nuova tenace speranza.
Un comandamento segnato da tensioni e ambivalenze che ha significato - nella tradizione biblica - non solo generico rispetto dei genitori, ma responsabile e fattiva dedizione a essi. Ma quale può essere oggi la dimensione del "rendere onore" scissa da una gerarchia fondata sul potere e sulla presunzione della saggezza dei più vecchi? Una riflessione che si spinge fino all'orizzonte attuale, dove il rapporto tra generazioni si fa sempre più complesso e la vecchiaia dei genitori irrompe talvolta drammaticamente nella vita dei figli.