Le vicende linguistiche fanno da guida nella storia e nella cultura italiana: dalla frammentazione medievale alla subalternità rispetto al latino umanistico, dalla codificazione cinquecentesca alle nuove esigenze della società moderna (scienza, economia, pubblicistica), dalla nascita dello stato unitario e dei mezzi di comunicazione di massa - con la generalizzazione dell'uso dell'italiano e il rapido declino dei dialetti - alle tendenze evolutive odierne. Fino al primo Novecento lingua nobilmente letteraria, lontana dalla vita quotidiana della maggioranza della popolazione, ora lingua sottoposta alle tensioni che sempre accompagnano le fasi di allentamento della norma grammaticale, l'italiano è specchio fedele del paese e delle sue contraddizioni.
Esiste un diritto muto che nessuno ha mai verbalizzato, cui ci assoggettiamo in modo inconsapevole. L'uomo dei primordi, privo di linguaggio articolato, non poteva avere altro sistema giuridico che questo. E oggi? Secondo la tesi esposta nel libro, quel diritto inarticolato ha fatto posto a un diritto autoritativo e a un diritto spontaneo ma cosciente; tuttavia non è mai scomparso e svolge un ruolo di rilievo nella nostra cultura e nella nostra società. Per illustrare questo tema nella sua complessità, l'autore ha interpellato non solo la storia, la filosofia, il cognitivismo, ma anche l'etologia, le neuroscienze, la biologia, secondo un approccio che si basa tanto sulla speculazione teorica quanto sui dati sperimentali.
Costituzionalisti e politologi si interrogano sulle vicende degli ultimi venti anni di vita politico-istituzionale italiana, con le sue aspettative in gran parte frustrate e i suoi miti spesso sfociati in esiti diversi da quelli auspicati, e sulle riforme necessarie. La Costituzione deve essere oggetto di una "manutenzione" che ne faccia salvo l'impianto di fondo o va radicalmente modificata? E la forma di governo più adeguata è quella parlamentare con le opportune razionalizzazioni o quella incentrata su un capo del potere esecutivo eletto direttamente dal popolo? In questo quadro il ruolo del Presidente della Repubblica è sfociato in un presidenzialismo di fatto o in una sovraesposizione politica che non ha travolto il modello costituzionale? Il sistema elettorale attualmente in discussione è innovativo o ripercorre strade discutibili volte a produrre maggioranze certe ma artificiali? Il populismo, che ha caratterizzato la realtà europea, è deperito in Italia con la crisi della cosiddetta "Seconda Repubblica" o ha trovato nuova linfa e nuovi interpreti, anche grazie alla trasformazione dei partiti in partiti personali al servizio di un leader? E quale può essere la via di uscita da questa situazione? Un assetto di tipo personalistico e decisionista o la ricostruzione di una politica rappresentativa delle esigenze sociali e fondata su nuove forme di partecipazione popolare?
Dal Mare del Nord alla Normandia, dall'Inghilterra alla Scozia e all'Irlanda, dall'Italia meridionale alla Sicilia che riconquistarono ai saraceni e costituirono in regno, dalla Reconquista spagnola alle crociate: una storia degli "uomini del nord", delle loro scorrerie, delle loro conquiste, del loro lascito.
In ogni epoca il tradimento è stato considerato il crimine peggiore. Questo libro ricostruisce la storia del tradimento "moderno", quello che s'impone attorno alla metà del Settecento e si diffonde con le rivoluzioni americana e francese, quando si perfeziona una concezione del tradimento politico come rottura del patto che unisce tutti i cittadini alla propria patria. Ma chi è davvero un traditore quando si combatte per l'indipendenza del proprio paese o quando si vuole rovesciare un governo e cambiare radicalmente lo stato? Dalla rivoluzione americana alla Grande Guerra, un'affollata galleria di casi, tratti sia dalla storia europea sia da quella di Stati Uniti, Giappone, Argentina, Messico, sia dalla storia della colonizzazione in Cina, Sudafrica, India.
Il libro, qui presentato in una nuova edizione ampiamente rivista e aggiornata, offre un corso completo e integrato per lo studio della storia della lingua italiana. La prima parte contiene le informazioni di base utili per chi si accosta alla disciplina. La seconda parte, organizzata per secoli, ricostruisce le diverse fasi della storia culturale, sociale e politica della nostra lingua. Per ciascuna di queste fasi il lettore troverà una serie di testi selezionati, dai primi documenti in volgare all'italiano contemporaneo, corredati di nozioni filologiche oltre che di un ricco apparato di note storico-linguistiche.
Dei settecento chilometri della Via Francigena del Sud, che da Roma porta a Brindisi, porto d'imbarco per i pellegrini che nel Medioevo si recavano in Terra Santa, circa la metà attraversano la Puglia. Un itinerario fra i più suggestivi, soprattutto se percorso a piedi. Si potranno incontrare, fra i molti esempi di romanico svevo, la Cattedrale di Ruvo, quella di Bitonto e la Basilica di San Nicola a Bari: testimonianze mirabili della forza di una religiosità essenziale.
Questo volume racconta la filosofia dell'Ottocento dal pensiero posthegeliano all'appendice novecentesca, quando con la Prima guerra mondiale si chiude un'epoca culturale, oltreché storico-politica. Un'età che vede la formazione di indirizzi come il positivismo, l'evoluzionismo, lo spiritualismo, il neokantismo e l'emergere di grandi personalità quali Schopenhauer, Kierkegaard, Marx, Nietzsche, Bergson.
All'alba del II secolo d.C. con due successive campagne militari l'imperatore Traiano vinse e conquistò la Dacia (un dipresso il territorio dell'attuale Romania). Fu l'ultima conquista duratura dell'impero; una conquista importante per il radicamento romano nell'area danubiana e anche per il rafforzamento politico del suo artefice, Traiano. Il ricordo dell'impresa è eternato nei bassorilievi della Colonna Traiana, che costituisce la fonte maggiore per la sua conoscenza. Il volume racconta lo svolgimento delle guerre daciche collocandole nel più ampio contesto della storia sia dell'area danubiana, sia dell'impero romano, seguendo le vicende della Dacia sino a quando essa venne abbandonata dai romani alla fine del III secolo.
Nel 2013 Angela Merkel è stata consacrata tra i capi di governo più popolari e longevi nella storia della Repubblica federale tedesca. Dopo un lungo negoziato, i cristiano-democratici e i socialdemocratici hanno formato un governo di grande coalizione. Le elezioni federali e la nascita del nuovo governo sono avvenute all'ombra della più grave crisi europea dal 1929 e, in parte, ne sono state condizionate. L'ingresso sulla scena politica di un nuovo partito anti-euro, "l'Alternativa per la Germania", ha fatto emergere un progetto di sfida al consenso europeista dell'elite tedesca. A farne le spese finora è stato soprattutto il Partito liberaldemocratico, che per la prima volta dal 1949 è rimasto fuori dal Bundestag. Sullo sfondo di un'apparente stabilità, la Germania sta attraversando una fase di importanti cambiamenti che potrebbero avere implicazioni sia sul funzionamento del suo sistema politico, sia sul ruolo del paese in Europa e nel mondo. Grazie al contributo di alcuni dei più qualificati esperti italiani ed internazionali, il volume analizza il voto tedesco del 2013, il contesto nazionale ed europeo in cui si è svolto, le strategie dei partiti e dei leader, prima e dopo le elezioni.
I numeri sono protagonisti di una grande avventura che ha inizio migliaia di anni fa nella civiltà babilonese, in quella egizia, in Cina, e poi nella cultura inca e maya. Numeri che esprimono rapporti indicibili per i seguaci di Pitagora. Simboli per il nulla e cifre arcane che dalle regioni dell'India vedica si diffondono in Occidente e nel resto del mondo. Astratti interpreti di una storia al tempo stesso sacra e profana, dove la perfezione della Creazione si coniuga con i libri mastri dei mercanti medioevali, e i loro numeri "falsi" con i numeri reali e immaginari creati dalla fantasia dei matematici.
Algoritmo è una strana parola. Un poeta che le dedicasse un sonetto si troverebbe a combinarla nei suoi versi con ritmo, bioritmo, monoritmo o logaritmo. Ma gli algoritmi si usano al computer e tanto basta ad accreditarli. Possiamo intenderli come sinonimo di procedura o programma, a indicare una serie di istruzioni per trovare soluzione a un dato problema. Ci accompagnano sin dagli albori della civiltà, assistendoci in questioni piccole e grandi dell'esistenza e confermandosi oggi utilissimi, anche perché, appunto, combinati con la potenza dei computer. Possono fallire, ma perfino le loro goffaggini riescono provvidenziali e contribuiscono sorprendentemente al nostro benessere. Le benemerenze degli algoritmi sono dunque così diffuse e disparate da suscitare molte curiosità che questo libro cercherà di soddisfare.