La rete trentina delle pievi, che con poche modifiche si conserva fino agli inizi del nostro secolo, si presenta come un terreno ideale per lo studio dei rapporti tra centralismo episcopale e stazioni dislocate di cura d'anime, per l'approfondimento di problemi come la collegialità della pieve e la rispondenza tra territorio pievano e altre strutture territoriali.
Questo manuale si propone di raccogliere in una visione unitaria e fondamentale il meglio delle acquisizioni della "teologia della liturgia" in Italia, come si sono venute delineando dal Movimento liturgico in poi, attraverso il Concilio Vaticano II, fino agli studi attuali. Dopo alcune riflessioni introduttive sulla natura della liturgia come scienza teologica, tratta le dimensioni antropologiche, storiche e rituali dell'azione liturgica.
Grazie all’apprezzamento dei lettori, a cinque anni dalla prima uscita (1999) vede ora la luce la seconda edizione assai ampliata di un volume che fa il punto sulla prolungata riflessione in materia di laicità sviluppatasi a partire dagli anni ’30 del XX secolo. Perché il maggior spazio accordato ai laici nella Chiesa non si limiti a un ruolo di supplenza per i vuoti lasciati da presbiteri e religiosi, l’autore ritiene urgente riprendere e allargare la riflessione sull’argomento. Muovendo dalla ricognizione dei fedeli laici come Chiesa nel mondo, egli ripercorre il cammino della laicità, illustra le principali coordinate dell’impegno dei laici nella storia, individua le forme di “ministerialità laicale” (dall’esercizio della teologia ai “nuovi ministeri”) suscettibili di più ampi sviluppi.
Note sull'autore
Giorgio Campanini, già professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Parma, ha successivamente svolto una serie di corsi presso la Pontificia Università Lateranense e la Facoltà teologica di Lugano, approfondendo in particolare le tematiche etiche. Per le EDB ha pubblicato, in anni recenti: Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come «luogo teologico» (1996, 22000), Le parole dell’etica. Il senso della vita quotidiana (2002); Dossetti politico (2004). Fra i suoi lavori più recenti, La convivialità familiare, Mondadori, Milano 1999; Il pensiero politico di L. Sturzo, S. Sciascia, Caltagirone-Roma 2001; La fatica del cammello. Il cristiano fra ricchezza e povertà, Paoline, Milano 2002. È socio, dalla fondazione, dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) e collabora a varie riviste, tra cui la Rivista di teologia morale del Centro editoriale dehoniano.
Dicendo chiesa ci si può riferire alla sua dimensione gerarchica e istituzionale, privilegiare la dimensione "mistero", o intenderla in senso storico politico. L'autore parla di chiesa partendo dal concetto di assemblea liturgica e usandolo come categoria germinante e complessiva della definizione della chiesa. Muovendo dal raduno fisico costruisce un'immagine di chiesa nella quale i fedeli non vengono solo a trovarsi "nella" chiesa, ma sono "la" chiesa. Il concetto dell'assemblea, cioè, porta a valorizzare idee fondamentali come il senso comunitario, la partecipazione responsabile, la comunicazione. Favorisce ispirazioni di carattere pneumatologico e antropologico, attenzioni al vissuto dei fedeli, superamento della distanza che talora si crea tra i fedeli e l'esperienza religiosa; esso permette di valorizzare il raduno in atto come momento generatore di vita cristiana, fondato teologicamente sul fatto che le principali tappe della storia salvifica hanno avuto luogo nel contesto di una comunità convocata. L'assemblea radunata si configura con la stessa sostanza della chiesa. Per questo la riflessione sul tema non è marginale nell'universo teologico, né deriva da motivi pratici: è indagine sulla stessa identità ecclesiale. Nato da un interesse ecclesiologico, il volume, proprio per la centralità dell'assemblea liturgica nella vita cristiana, è ricco di riferimenti pastorali e spirituali, alla storia e all'attualità.
La figura e la vocazione di Geremia, profeta di famiglia sacerdotale, emergono nitide dai racconti biografici in terza persona contenuti nel suo libro. Il suo dramma non è unicamente riconducibile agli eventi della storia del suo popolo, ma alla sua stessa storia personale, al suo carattere delicato e alla sua vocazione severa, al suo essere chiamato a predire sventure e a essere, lui amante della pace, perennemente in lotta contro tutti. Sofferente fino al punto di maledire il giorno della propria nascita, giunge, purificato, a una singolare esperienza del divino.
Il volume si apre con una breve nota biografica di Giovanni Paolo I, che non ha lasciato alcuna enciclica, ma in pochissimo tempo era riuscito a creare "attorno a sé una grande corrente di simpatia, dovuta soprattutto al suo stile affabile alla sua parola schietta e piana". Nella sua interezza tuttavia il volume è dedicato a Giovanni Paolo II e alle 13 encicliche da lui scritte sino ad oggi in venti anni di pontificato. La nota biografica, che come di consueto il volume riserva a papa Wojtyla, non manca di ricordare che la sua elezione segna dopo 455 anni l'ascesa al soglio pontificio di un cardinale non italiano, accenna alla sua preparazione teologica e pastorale, ai suoi numerosissimi viaggi, tenta con discrezione una sorta di valutazione anticipata del pontificato, valutazione difficile a pontificato ancora felicemente in essere. Tale valutazione è fatta indicando quelli che per l'estensore sono i punti da approfondire per un giudizio sul lungo e complesso pontificato di Giovanni Paolo II: il suo molo nella crisi e caduta dei regimi dell'Est europeo, le sue prese di posizione sulla pace, la sua intrepida difesa dei diritti umani in genere e del cristiano nella chiesa, la scelta ecumenica e la valorizzazione del dialogo interreligioso insieme alla difficoltà concreta a progredire su questa via, l'affermazione della collegialità episcopale e della dignità delle chiese locali e insieme il riaffermato centralismo della Curia di Roma, la difesa della vita e l'affermazione della dignità della donna. Con garbo la nota biografica evidenzia anche quelle che in ognuno dei contesti ricordati e in altri sono talora e a più di un osservatore sembrate affermazioni in qualche modo meno allineate o addirittura non concordanti con altre. Il papa delle folle è ricordato anche con brevi pensosi riferimenti alle esperienze di dolore che hanno segnato il suo pontificato e alla fiducia con la quale guarda alla scelta del Giubileo del Duemila "appuntamento tanto desiderato, e da lui giudicato epocale per i cristiani e per il mondo intero" .
Il volume raccoglie quindici testi di Pio X e dodici di Benedetto XV. In appendice alcuni altri testi dei due pontefici.
Il volume continua il discorso iniziato in "I sacramenti simbolo e teologia", trattato di teologia sacramentaria simbolica nel quale i sacramenti della Chiesa erano presentati ricorrendo alla chiave interpretativa. Il discorso sviluppato nelle due parti di questo volume va dall'eucaristia, centro e sintesi della simbolica cristiana, ai sacramenti del battesimo e della confermazione, innovando rispetto al tradizionale impianto dela teologia sacramentaria.
In questo volume è raccolta una serie di conferenze e meditazioni che il fondatore dell'Arca tenne in occasione di un ritiro spirituale dei Redentoristi del Canada Francese. I testi non sono stati direttamente composti da Vanier, ma registrati e trascritti con il suo consenso, rispettando al massimo lo stile e il linguaggio dell'autore. Ritornano in queste meditazioni i temi cari a Vanier e i suoi richiami alla necessità di farsi prossimo agli ultimi.