Il Dio della vita si mette in cammino per i molti sentieri della storia e dei tempi: non per esservi posseduto stabilmente, ma come un nascente che coglie sempre di sorpresa. Egli sorge quale desiderio, rinvio, attesa, evento toccante, viaggio, scoperta, fedeltà, immagine di un domani al di là dell’immediato.
La domanda evangelica “Quando ti abbiamo visto?” rimanda a una realtà abitata da mille presenze e assenze; rende sensibili agli innumerevoli passaggi di Dio nei paesaggi dell’anima, negli arcipelaghi delle emozioni, nei voli e nei naufragi della mente, nelle vicende drammatiche e liete dei nostri giorni...
Nell’incontro tensionale tra l’umano andare e il divino venire l’autore ricerca alcune tracce e alcune voci – un poeta, un artista, un Dio orientale, una scrittrice – in cui coglie che Avvento è il nome di Dio. Tracce e voci diventano invito a un atteggiamento di accoglienza verso Dio che passa.
Note sull'autore
Ivan Nicoletto (Vo’ Euganeo [PD] 1958), monaco all'Eremo di Camaldoli, si è laureato in filosofia all'Università di Padova e si è licenziato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Accanto ai servizi che svolge nella propria comunità, si interessa principalmente dell'intreccio fra fede, pensiero ed espressione artistica.
Il principio fondamentale di tutto il pensiero paolino va individuato a monte di tutti gli altri pur importanti temi e cioè nella persona di Cristo morto e risorto per noi. Per l'apostolo il mistero pasquale è l'evento fondativo, avvenuto nel passato, ma sempre attualizzato e reso efficace dalla predicazione che genera la fede giustificante in colui che inizia a vivere in Cristo, e che ha una portata salvifica-escatologica universale. Se il riferimento all'evento Cristo, morto e risorto per noi, è presente in tutti gli scritti di Paolo, la sua più ampia esposizione, con le molteplici implicazioni per i credenti, sia ebrei sia gentili, si trova nella Lettera ai Romani. Il fatto di rivolgersi a destinatari non evangelizzati da lui e di impostazione giudeo-cristiana nel modo di praticare la fede in Gesù messia, spinge l'apostolo a presentare, con un ineguagliato approfondimento, la propria ermeneutica del vangelo, cercando di rispondere alle prevedibili obiezioni sollevate da quel tipo di uditorio. Prefazione di Romano Penna.
Quando Dio venne a conoscenza, tramite i suoi servizi speciali, di tutto quello che succedeva nella metropolitana, decise di farvi una capatina per rendersi conto personalmente di come andavano le cose. Nonostante la ressa, arrivò sul marciapiede senza difficoltà. Bisogna dire che non era molto ingombrante. Era entrato senza biglietto, d'accordo, però era onesto. Non aveva forse detto: «Ritornerò come un ladro»?
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Questo volume, tra i testi più noti fra gli studiosi di patristica, considera l'evoluzione della teoria trinitaria nei primi secoli cristiani, in special modo presso i Padri greci: essa infatti deve la sua origine alle ampie e laboriose ricerche condotte da Prestige sui significati tecnici e correnti, teologici e profani dei termini usuali nella patristica riguardanti la dottrina della Trinità. Attraverso un esame penetrante di parole greche (per esempio theos, oikonomia, logos, prosopon, hypostasis, ousia) e latine (monarchia, dispositio, substantia, persona), l'autore si propone di mettere in evidenza il «valore positivo e permanente dello sviluppo teologico», ritenuto come «un naturale e necessario risultato del pensiero cristiano applicato ai rudimenti della fede». In polemica diretta o indiretta con studiosi illustri come Adolf von Harnack, Prestige propone e discute il problema del rapporto fra mondo ellenistico-romano e mondo cristiano e, più in generale, il problema fra rivelazione divina, ragione umana e ambiente storico.
Proveniente da una ricca famiglia pagana, Cipriano si convertì al cristianesimo, venne ordinato presbitero e poi vescovo di Cartagine. In quel ruolo si trovò subito alle prese con la persecuzione di Decio, che nel 250 emanò un editto per obbligare tutti gli abitanti dell’impero a compiere un atto pubblico di culto pagano. Poiché molti furono gli apostati, terminata la persecuzione Cipriano si trovò ad affrontare una situazione lacerante: coloro che si erano resi colpevoli di apostasia – i cosiddetti lapsi – chiedevano la riammissione nella comunità cristiana. Occorreva pertanto mettere in atto una prassi penitenziale adeguata alla grave situazione venutasi a creare.
La ricerca offre al lettore un’esplorazione degli scritti di Cipriano sulla paternità di Dio nelle Epistole e negli Opuscoli. Sebbene la sua opera di commento al Padre nostro, il De dominica oratione, sia stata molto letta e studiata, manca infatti una trattazione esplicitamente dedicata al mistero della Persona del Padre nel pensiero del vescovo di Cartagine.
Uno dei testimoni più significativi della teologia ortodossa del XX secolo propone nel libro la posizione orientale sui temi fondamentali del Cristianesimo: la formulazione della verità e l'apofatismo, la Tradizione, la conciliarità e la cattolicità della Chiesa, la presenza dello Spirito Santo nell'ecclesiologia e nella spiritualità. Alcuni capitoli descrivono con particolare efficacia il percorso parallelo delle due teologie, quella orientale e quella latina, in particolare sulla processione dello Spirito Santo, la critica alla dottrina del Filioque, la proposta della redenzione come deificazione in opposizione al modello anselmiano della redenzione. Tra i temi anche il superamento delle opposizioni tra essenza ed esistenza e tra sacramento e profezia, la nozione teologica della persona umana e le implicazioni antropologiche del dogma della Chiesa.
L'idea di città evoca complessità, intrecci di relazioni, spazio pubblico in cui si confrontano visioni e stili di vita diversi. Ogni città appare realtà ambivalente: include ed esclude, raccoglie e separa, rassicura e spaventa. Come se la abitassero parte delle promesse legate a Gerusalemme e parte dell'eredità di Babele. Al rapporto tra la città (nella sua densità simbolica e nel variare delle sue figure storiche) e le espressioni religiose (riferite, in particolare, al cristianesimo) sono dedicati i saggi del volume, i cui autori appartengono a più aree disciplinari. Il tema si ritrova dunque illuminato da prospettive diverse, anche se emerge il tentativo comune di interpretare le trasformazioni di quel rapporto nel corso del tempo, di indagarne i motivi, gli aspetti e le forme, di evidenziare le chances e i problemi che alla città e allo spazio pubblico derivano dall'esprimersi della dimensione religiosa. Affiora, percorrendo il volume, l'urgenza dell'interrogativo: che cosa sono oggi, per noi, «città» e «religione»?
Oggi, in Italia, l'annuncio del Vangelo deve fare i conti con un mondo multietnico e multireligioso, variamente disincantato, costituito da agnostici e atei, fedeli di altre religioni e cristiani di ogni genere: credenti animati da fede profonda e grande carità, ma anche integralisti, praticanti tiepidi o per apparenza.Quale ruolo assume, nell'accoglienza o nel rifiuto della fede, l'immagine che i cristiani hanno di Dio? L'importanza della domanda è data dal fatto che nessuna raffigurazione è innocua: ci rappresentiamo un Dio invidioso, rivale dell'uomo, indifferente ai suoi drammi, esoso nel pareggiare i conti? Oppure lo pensiamo e lo accogliamo come Padre che ama la dignità e la libertà dei propri figli? Il libro prende in considerazione tre immagini fondamentali, comuni sia all'Antico che al NuovoTestamento: il mistero, il nascondimento, il silenzio di Dio; riflette sul rischio dell'idolatria, individua in Mosè, Elia e Pietro le figure di riferimento per una comprensione corretta delle rappresentazioni divine. Una particolare considerazione è dedicata ai problemi affrontati quotidianamente da insegnanti, catechisti, genitori e sacerdoti impegnati nella pastorale giovanile.