Nell'amore verso Dio e i fratelli trovano compimento la legge e i profeti, la storia della salvezza, il cammino d'Israele alla ricerca della sua liberazione e del suo Dio. In queste due direzioni raggiunge piena realizzazione anche la nostra vita, che è anch'essa storia di salvezza, parabola di chi cerca se stesso e la sua strada, e pure il nome e il volto di Dio.
Conoscere se stessi è una necessità e un dovere cui nessuno può sottrarsi. L'uomo ha bisogno di sapere chi è; non può vivere se non scopre che senso ha il suo vivere: rischia l'infelicita se non riconosce la sua dignità. Per questo possiamo dire d'essere ogni giorno alla ricerca del nostro io: una ricerca continua anche se a volte inconscia, spesso faticosa e apparentemente contraddittoria, ma in ogni caso mai terminata...
L'uomo cerca se stesso, innanzitutto, e se ha il coraggio di scoprire la propria identità avverte immediatamente il bisogno di spingere più in alto la sua ricerca... Verso quell'Essere che è la fonte della sua stessa identità.
Il vocabolo crisi viene ormai comunemente accostato a ogni realtà cristiana e ancor più alla vita religiosa e sacerdotale. Eppure la crisi non è un incidente di percorso, ma una componente normale della vita, anzi ne rappresenta una situazione di sviluppo. Essa riguarda tanto l'uomo e la donna qualsiasi quanto i fondatori di comunità: tutti sono chiamati a fare i conti con l'esperienza di un deserto che improvvisamente invade il proprio essere.
«Se la vita dell'uomo è avvolta dal mistero, è anche fatta di crisi; anzi, la crisi è voce del mistero». Il titolo del volume esprime con chiarezza il senso che la riflessione dell'autore ha inteso dare alle crisi che accompagnano la vicenda esistenziale del credente, sacerdote o consacrato che sia. Esse «rappresentano "l'ora di Dio". Il momento in cui l'azione della sua grazia è all'opera, dunque kairòs, momento opportuno per la crescita» (dalla Conclusione). Lo studio si propone di individuare il significato della crisi, in cosa consista e quali siano le aree più sensibili o vulnerabili, per cogliere poi come essa sia oggi percepita dal singolo individuo che la sperimenta. Tenta infine di suggerire come vivere e come aiutare a vivere le crisi, affinché queste possano diventare occasione di crescita sul piano umano e spirituale in cui riconoscere la voce di Dio e decifrare il suo linguaggio.
La cultura contemporanea è incentrata sull'individuo e i suoi bisogni, mentre il cristianesimo è essenzialmente relazione con Dio e relazione con il prossimo. Anche la vita consacrata si trova dunque ad affrontare la sfida dell'individualismo imperante. Una formazione seria chiede alle religiose e ai religiosi di misurarsi sul proprio bisogno di relazione e sui modi in cui esso si concretizza.
I vari contributi offerti dal volume trattano il tema sotto diversi profili - filosofico, teologico, pedagogico, socio-pastorale, spirituale - riconducendolo a unità vera e offrendo ai lettori nozioni teoriche e piste concrete per una relazione costruttiva e maturante.
L'amore di Dio non rimane nascosto e trabocca in ogni aspetto della vita relazionale. Come esso rielabora il modo di collocarsi dei cristiani, in particolare nell'ambito della carità e dell'impegno? Le organizzazioni e le strutture sociali sono impermeabili a tale amore? Il libro affronta il tema della vocazione diaconale, talvolta ridotta ad attività caritative o sociali, considerate appendici operative della fede, e presenta in modo nuovo le ragioni teologiche che motivano la presenza dei cristiani nella società e il loro impegno nella solidarietà sociale. Per i diaconi, in particolare, è uno strumento per approfondire identità e vocazione oltre che un completamento del manuale pastorale di Alphonse Borras Il diaconato, vittima della sua novità?, pubblicato da EDB nel 2008. "L'obiettivo di questo libro - spiega nella prefazione il cardinale Roger Etchegaray - è quello di ricordare, sulla scia dell'enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est, che la diaconia della Chiesa non costituisce una sorta di attività annessa che possa essere subappaltata a cristiani particolarmente generosi o devoti. In realtà, essa concerne tutta la Chiesa, ogni cristiano e l'intera comunità".
Il volume intende illuminare il “vincolo” con cui alcune persone nella Chiesa si riferiscono a Dio con un legame di speciale amore: i voti. L’itinerario di ricerca e riflessione proposto ripercorre il pensiero della Scrittura – Antico e Nuovo Testamento – su obbedienza, castità e povertà e ne presenta i sicuri fondamenti biblici. Un testo che raccoglie in un unico tomo i tre volumetti già pubblicati singolarmente con grande successo, pensato per offrire un contributo all’incessante esigenza di rinnovamento della vita consacrata, alla formazione per la vita religiosa.
Sommario
Introduzione. Obbedienza. I. Antico Testamento. 1. L’ascolto biblico come obbedienza.
2. Abramo: paradigma della nostra obbedienza. 3. Mosè: l’uomo che fece resistenza a Dio. 4. Samuele-Saul e il “luogo classico” sull’obbedienza (1Sam 15,22). 5. Giona o la parabola della disobbedienza. II. Nuovo Testamento. 1. Gesù: l’obbediente del Padre. 2. Il “sì” di Maria obbediente. 3. Giuseppe: tutto disponibilità e obbedienza. 4. Il centurione pagano: autorità e obbedienza (Lc 7,1-10). 5. La parabola dei due figli o dell’obbedienza fattiva (Mt 21,28-32). 6. I cristiani di Roma e l’obbedienza civile (Rm 13,1-7). Castità. I. Antico Testamento. 1. La trilogia: philìa, eros e agape. 2. Israele e il suo Credo: «Amerai…!» (Dt 6,4-5). 3. Il salmista prega: «fa’ uno il mio cuore» (Sal 86). 4. Anna: il dono della maternità (1Sam 1,1-28). 5. Giona e David: icone dell’amicizia (1Sam 18,1-16). 6. Il canto della vigna o la parabola dell’amore non corrisposto (Is 5,1-7).
7. L’amata del Cantico: «Il mio diletto è per me…» (Ct 2,16). II. Nuovo Testamento. 1. I consacrati: testimoni della totalità evangelica (Mt 5,8). 2. Discepoli di Cristo: «eunuchi per il Regno» (Mt 19,1-12). 3. Maria di Magdala: icona dell’amore ardente (Gv 20,1-2.11-18). 4. Vivere in castità e «vivere nella carne» (1Cor 6,12-20). 5. Quelli di Corinto: tra verginità e matrimonio (1Cor 7,25-35). 6. Gesù: modello di ogni vergine (Mt 19,12; 8,16-17; Lc 7,36-50). 7. La «piena di grazia»: Vergine (Mt 1,16.18.20; Lc 1,26-38). Povertà. Povertà e ricchezza oggi. I. Antico Testamento. 1. Il vocabolario biblico della povertà. 2. I patriarchi: la ricchezza come benedizione. 3. I profeti: la povertà causata dai ricchi. 4. Israele in esilio: la povertà come valore spirituale. 5. I saggi e i salmisti d’Israele: né povertà né ricchezza. II. Nuovo Testamento. 1. «Cristo si è fatto povero per noi» (2Cor 8,9). 2. I poveri di spirito: i beati del vangelo (Mt 5,3). 3. Il ricco stolto: parodia della felicità (Lc 12,13-21). 4. Un notabile ricco e il suo fallimento (Lc 18,18-30). 5. Anania e Saffira: la frode alla comunità (At 5,1-11).
Note sull'autore
Ubaldo Terrinoni, cappuccino di Viterbo, laureato in teologia dogmatica e licenziato al Pontificio Istituto Biblico, insegna Nuovo Testamento all’Istituto filosofico-teologico di Viterbo, all’Istituto di scienze religiose del vicariato di Roma e presso il Centro nazionale USMI. È stato ministro provinciale dei cappuccini del Lazio e presidente della Conferenza dei superiori provinciali cappuccini d’Italia. È consultore della Congregazione per le cause dei santi. Con le EDB ha pubblicato: Sui sentieri evangelici della vita fraterna (1995); Il Vangelo dell’ncontro. Riflessioni su Luca (22000); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche. 1. Obbedienza (2002); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche. 2. Castità (2003); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche.
3. Povertà (2003). Collabora con riviste dell’Ordine (Laurentianum e Italia Francescana) e con riviste scientifiche nazionali (Rivista Biblica e Parole di Vita).