«Potremmo dire che, per Barth, la fede è per tutti altrettanto facile e altrettanto difficile. Nella continua riflessione su questa dialettica, egli, pur non rinunciando al principio della trascendenza divina e della condanna di ogni antropocentrismo in campo filosofico-teologico, si vorrà aprire ad una strada nuova nell’impegno storico-razionale dell’uomo e dell’azione della Chiesa. Vorrà istituire una forma di mediazione tra l’umano e il divino, il peccato e la grazia, la finitudine e l’infinito [...]. Parisi ci offre un nuovo, fresco sguardo sulla rilevanza della teologia di Barth oggi. Spero che i lettori di quest’opera siano da essa stimolati a fare il punto su come noi, in quanto cristiani, riconosciamo oggi la Signoria di Dio nel mondo. Per Barth questo è nel cuore della Chiesa stessa» (dalla Prefazione).
Viene qui offerta una riflessione teologica sulla conoscenza di Dio, che fattori storici, culturali, sociali, economici e filosofici hanno influenzato nelle diverse civiltà? Il problema del Trascendente ha una forza propria, che la ragione può? Solo recuperare sul piano concettuale, psichico, ma mai esserne la causa; oppure può deformarlo, ma mai cancellarlo totalmente dalla vita umana e dalla sua storia.