Che senso ha il fatto che siamo un essere con un corpo? Che cosa ha da dire la nostra epoca sul corpo, sulle sue dinamiche? Che relazione ha il corpo con la vita dello "spirito", con la vita dopo la morte? Un tema "difficile" e controverso che provoca il lettore in cerca di risposte. Non una trattazione sistematica ma brevi pensieri, per liberarsi da ideologie preconcette, culti chiusi in se stessi, specificazioni ristrette. Silvano Petrosino accompagna la riflessione del Cardinale sul "dopo morte" e sulla visione cristiana dell'esperienza umana, arricchendola e inquadrandola storicamente. Due autori e generi letterari differenti, che dialogano sul futuro del corpo con lucidità e l'unico intento di aiutare a pensare. Con un'approfondita introduzione di padre Carlo Casalone, presidente della Fondazione Martini, collaboratore per la Sezione scientifica della Pontificia Accademia per la Vita e docente presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). «Vorrei sapere del corpo la parola non detta, che è iscritta in esso, che ne dice il significato e il destino. Perché, se non la comprendiamo, distruggiamo il corpo facendone un assoluto, un idolo, un vuoto a cui sacrificare la vita.»
La Bibbia parla sovente della malattia, in particolare nei Salmi. Il Nuovo Testamento ci presenta Gesù che “curava ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt 4,23). Il Siracide ci ricorda di “onorare il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui” (Sir 38,1) e a tutti dice: “Figlio, non trascurarti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà” (Sir 38,8). Il buon operatore sanitario terrà dunque in grande conto l’operato dei medici e degli infermieri, ma cercherà di penetrare più a fondo nel cuore del malato. Proprio in vista di tale penetrazione sono contento che si pubblichino, sotto il titolo”Sofferenza e salvezza” e il sottotitolo “C’è una risposta al dolore dell’uomo?”, i contributi che diversi docenti hanno offerto per il corso biennale che si tiene ormai da diciotto anni per gli operatori pastorali della sanità presso la Curia Arcivescovile di Milano. Sarà possibile così anche ad altri usufruire di quanto il Servizio per la pastorale della salute ha fatto per formare i suoi operatori. Essi non possono dirsi “competenti” alla maniera dei medici o degli infermieri, ma mettono al servizio del malato le loro energie spirituali così da completare quanto viene fatto sul piano biologico. Il libro risponde perciò a molteplici domande sulla sofferenza e sul suo significato, partendo dalla percezione del dolore nella società contemporanea per arrivare alla visione cristia-na della sofferenza e alle risposte che vengono date dalle Istituzioni pubbliche. Si danno poi consigli pratici per trattare con i malati e comprendere il mondo della sofferenza. C’è anche un capitoletto dedicato all’arte e un altro dedicato alla musica. Così chi scorre l’insieme del libro può avere una visione abbastanza completa dei tanti aspetti che compongono la pastorale della salute, e prepararsi ad essere attivo in questo settore. Raccomando in particolare quanto qui è detto, soprattutto a partire dal capitolo ottavo, sulla “compassione”. Attraverso di essa sarà possibile ottenere molto dalla gente, rovesciando anche situazioni esistenziali gravi di blocco spirituale e di chiusura in se stessi. Auguriamo dunque a queste pagine di seminare la verità sull’uomo, così da poter raccogliere i frutti di questa semina in un aumento, sia nei malati come nei sani, di speranza e di fiducia in Dio, Padre buono.
Card. Carlo Maria Martini
Arcivescovo emerito di Milano