Scrivere una biografia di Dante è una sfida che molti hanno già affrontato. Mentre i documenti d'archivio relativi alla sua vita sono pochi e spesso di difficile interpretazione, la sua produzione letteraria contiene così tante informazioni di carattere personale che si potrebbe essere tentati di leggerla come un'autobiografia. Sarebbe tuttavia fuori luogo farlo. In un'originale inchiesta a quattro mani, in cui documenti e opere sono esaminati distintamente ma posti in costante dialogo, Elisa Brilli e Giuliano Milani ricostruiscono l'itinerario di un uomo che ha assistito ai grandi sconvolgimenti del suo tempo, attraversando contesti politici e culturali diversi ma interconnessi (comunale, signorile, imperiale), e insieme quello di un autore che ha tentato a più riprese di dare un senso alla sua vita attraverso la scrittura, inventando nuove forme di racconto di sé dai contenuti sempre mutevoli.
Il Bestiario moralizzato "di Gubbio", tràdito dal manoscritto VE 477, propone 64 sonetti anonimi dedicati agli animali le cui caratteristiche sono associate a vizi o virtù. Unico bestiario in versi della letteratura italiana delle Origini, la raccolta riprende le caratteristiche animali già presenti sin dall'epoca classica. La lingua dell'unico testimone di quest'opera singolare risulta talora problematica dal punto di vista grafico, fonetico e morfologico. Malgrado tale difficoltà, giunge intatto al lettore l'intento didattico-morale che soggiace all'apparente semplicità della descrizione fisiologica di ciascun animale, dietro il quale si cela, puntualmente, un vizio o una virtù squisitamente umani. Il tutto avviene nell'ottica di una concezione del mondo nella quale gli animali sono stati messi al servizio dell'uomo da Dio stesso.
Il volume propone una storia della vita e delle opere di Pietro Aretino (1492 - 1556) di agile lettura, ma allo stesso tempo fondata sui testi e sulle testimonianze del suo tempo. L'esistenza di uno dei maggiori scrittori del pieno e del tardo Rinascimenti italiano, dopo secoli di fraintendimenti e di diffamazioni, viene rivisitata alla luce dei nuovi studi e della pubblicazione dell'Edizione nazionale delle opere.
Il libro colloca la figura e l'opera del poligrafo aretino all'interno della densa temperie culturale della prima metà del Cinquecento, non senza indagare tra le pieghe della società italiana di quegli anni, alla ricerca della giusta valutazione degli scritti letterari del celebre libellista. L'antologia di lettere e le testimonianze coeve (specie quelle relative alla morte dello scrittore), riportate in appendice e corredate di brevi note esplicative, intendono offrire al lettore la possibilità di un agevole approccio alla complessa personalità artistica di Pietro Aretino.
Con il Paradiso si completa l’edizione della Commedia di Dante Alighieri curata da Giorgio Inglese. Per la prima volta, novant’anni dopo i lavori di Giuseppe Vandelli, tornano a presentarsi così in un insieme organico la revisione filologica e il commento critico del capolavoro dantesco, in un’edizione che si rivolge al lettore colto come allo studente e che punta a far emergere, accanto ai valori espressivi del testo, il grandioso patrimonio culturale soggiacente ai versi di Dante.
Con il "Paradiso" si completa l'edizione della "Commedia" di Dante Alighieri curata da Giorgio Inglese, uno fra i massimi studiosi del Poeta. Per la prima volta, novantanni dopo i lavori di Giuseppe Vandelli, tornano a presentarsi così in un insieme organico la revisione filologica e il commento critico del capolavoro dantesco, in un'edizione che si rivolge al lettore colto come allo studente e che punta a far emergere, accanto ai valori espressivi del testo, il grandioso patrimonio culturale soggiacente ai versi di Dante.
Protagonista della vita intellettuale del secondo Novecento, impegnato su più fronti come traduttore, recensore, corsivista, consulente editoriale, e per alcuni anni anche professore di Letteratura, Giorgio Manganelli si rivela fin dal suo testo d'esordio (Hilarotragoedia, 1964) uno scrittore unico per l'originalità con cui rivisita i generi letterari, per la sorvegliata intensità espressiva delle sue pagine e per la forza della riflessione che accompagna costantemente la pratica della scrittura. Prendendo le mosse da alcuni nodi della biografia, il volume ripercorre i diversi capitoli della sua produzione: i momenti teorici dedicati al gesto sacro e menzognero dello scrivere (e del leggere); la sperimentazione e le provocazioni delle pagine creative; lo sguardo sul reale dei corsivi e dei racconti di viaggio. Ne emerge il ritratto di un autore che, nutrito dell'"amara sapienza dell'ombra", ha saputo trasformare la fatica dell'esistere nel gesto rituale da offrire al dio ridicolo e sconcio della Letteratura, e con lui ridere di sé e del mondo.
Testo inclassificabile, infinito e frammentario, ricco di dottrina e permeato di passione, intreccio di generi, lingue e discipline, lo "Zibaldone" è scrittura vivente che combatte il caos, il dolore, l'oblio, la morte. Il volume ne esplora la ricchezza, da molteplici punti di vista: tempi e luoghi della gestazione, modelli antichi e moderni, fonti esplicite e nascoste, forme di indicizzazione e di organizzazione del discorso, strategie retoriche. E soprattutto idee e problemi, ancora attualissimi, che Leopardi discute e offre ai posteri nei campi più disparati: etica, estetica, metafisica, antropologia, politica, storia e filosofia naturale, filologia e linguistica.
Seguendo il filo offerto dalle straordinarie miniature dei manoscritti più antichi e lasciando in primo piano il ritmo narrativo degli eventi, Pasquini racconta la Commedia al pubblico non accademico, senza presupporre particolari conoscenze né rinviare a letture erudite o bibliografie accessorie. Grazie al risalto dato agli aspetti più concreti e stimolanti dell'opera, gli incontri con i personaggi e le atmosfere del poema invogliano di canto in canto ad attingere direttamente dal testo originale le emozioni e le conoscenze di cui il capolavoro dantesco si rivela, ancora e di nuovo, fonte inesauribile.
Prudenzio, nato a Calagurris, in Spagna neL 348 d.C., fu avvocato e governatore della provincia ed è considerato il poeta più rappresentativo della lelteratura cristiana latina. La "Psychomachia", ispirata alle scene belliche dell'Eneide, narra l'allegorica battaglia tra vizi e virtù per il possesso dell'anima umana.