Per molti Reinhold Messner è il «duro» che sfida se stesso e la natura, l'uomo che «va ai limiti», il «lupo solitario» che vaga per le più grandi lande montuose e desertiche della Terra. Da altri, invece, è considerato «egocentrico», «svitato», se non addirittura insopportabile per la sua smania di protagonismo. Ben più interessante però è solo quando ogni etichetta viene tolta, veli e maschere cadono, mostrando una persona per quella che è al di là di ogni cliché. In queste conversazioni con Michael Albus, un esploratore dei confini del mondo e dei confini dell'anima fa un bilancio della sua vita, dei suoi successi, ma anche dei suoi dubbi e delle sue sconfitte; parla di alpinismo, di politica, del mondo contemporaneo, della sua famiglia, della sua terra, di religione. Un pensiero critico, ponderato, onesto.
Elia ha 17 anni, è brillante, è bello, tutti gli vogliono bene, a scuola primeggia, è conteso dalle ragazze. Ma è infelice, ha scoperto con troppo ritardo di essere stato abbandonato dai suoi genitori biologici e di essere stato adottato. Vuole scoprire a tutti i costi il mistero delle sue origini e così, con Ettore, investigatore privato e suo maestro di karate, decide di intraprendere un viaggio alla ricerca della sua identità. Destinazione Rio, Brasile. Su una lunga sequenza di brani musicali, in silenzi carichi di saudade, le vite dei protagonisti si mischiano, si contaminano, si fondono, si intrecciano. "La vita, amico, è l'arte dell'incontro", ci ricorda Vinícius de Moraes. Incontrarsi per ritrovarsi. Forse perché il viaggio più importante della vita è quello che facciamo dentro noi stessi.
Si va avanti bene solo conoscendo da dove si viene. La cultura è una sporca faccenda», rispose don Camillo, «perché quando un discorso non si può tradurre in dialetto significa che è una parola in aria. Voi fate pure della filosofia e della politica, noi andiamo allo stand gastronomico dove il progresso non si arresta». Don Camillo si è ritirato sul crinale insieme a Peppone. E si ritrovano al belvedere a guardare verso la Bassa, dove sembra che l'acqua abbia smesso di andare dall'alto al basso. E Peppone ha perso i riferimenti, ma il reverendo parroco ha conservato il Crocifisso dell'altar maggiore. Per questo al bar continuavano a chiamarlo don Camillo. Brevi storie di un mondo piccolo ai giorni nostri, preparate leggendo e rileggendo la ricetta doc di Giovannino Guareschi.
Un saggio di ispirazione mariana, in forma di excursus storico-religioso sulle origini, lo sviluppo, gli stili, le formulazIoni, i modelli e i momenti più rappresentativi della devozione mariana nei secoli, arricchiti nella sua incessante elaborazione delle testimonianze ufficiali del Magistero ecclesiale.
Un'analisi sistematica delle espressioni e dei linguaggi più rappresentativi, dei segni rivelatori, come pure delle figure più eloquenti, che hanno avuto come tema Maria e che si sono succedute nel corso della lunga storia della Chiesa fino ai nostri giorni.
Vittorio Todarello ha 68 anni, risiede in provincia di Vicenza, svolge la professione medica e da qualche anno ha messo a frutto un ricco patrimonio di esperienza umana e umanistica accumulato nel tempo dedicandosi alla scrittura, soprattutto nell'ambito della Storia della Chiesa.
L'audacia del titolo - "Dimmi la verità. Dialoghi sul senso della vita" - pone a tema la motivazione che ha ispirato questo libro: un confronto sulla verità, tra un prete italiano e la massima autorità ecclesiastica cattolica dell'Est Europa. A partire da una questione decisiva per l'essere umano: «che cos'è la verità?». Una domanda che, d'un tratto, pare essersi fatta imbarazzante per la stessa Chiesa, al punto da risultare spesso elusa o rimossa. A farne le spese è l'essere umano, con la sua dignità e la sua libertà, i suoi fondamenti inalienabili. Sviatoslav Shevchuk arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina risponde alle domande di Paolo Asolan offrendo risposte chiare e mai ovvie su temi cruciali perché si possa dare un senso alla vita umana.
In questo libro vengono proposti al lettore alcuni scritti del cardinale Carlo Caffarra sul tema della coscienza, luogo cardine nella sua riflessione teoretica e pastorale durante l'intera sua vita. Verità e libertà sono parole tra le più abusate e oggi tra le più confuse ed ambigue, ridotte ad una accezione puramente soggettiva, autoreferenziale, che ne contraddice lo stesso significato. L'uomo sempre più di frequente dipende dalle circostanze e dagli imput che riceve dall'esterno. Il consumismo, la dipendenza affettiva, l'egoismo sono solo alcuni esempi che si possono fare sulla limitazione spesso inconsapevole che la libertà subisce. Per avere una piena consapevolezza di se stessi e del mondo che ci circonda, per donare un nuovo e pieno significato alla nostra vita, per emanciparsi dalle dipendenze di ogni genere, per recuperare una corretta capacità critica, occorre percorrere un cammino che porti l'uomo ad emanciparsi dalle raffinate e inconsapevoli schiavitù del XXI secolo dando compimento all'invito evangelico secondo il quale solo la ricerca della verità rende libero l'uomo.
Questo libro parla della nostra felicità (o infelicità) personale. Cerca di spiegarci il perché e il come possiamo essere felici ed evitare una vita piena di sofferenze, di disorientamenti, di vuoti esistenziali, di pene che, alla luce di quanto l’Autore ci vuole comunicare, sono prive di senso. Il suo scopo è quello di farci riflettere sulla via che porta alla felicità umana in quanto la connette a quella soprannaturale, svelando il perché la prima dipenda dalla seconda, e la seconda non si possa pienamente realizzare senza la prima. La formula è tanto semplice, quanto profonda. Contiene una ricchezza insondabile. La possiamo esprimere così: la nostra personale felicità dipende da qual è la nostra appartenenza primaria, cioè la relazione con il destinatario del nostro amore da cui facciamo dipendere il senso vitale della nostra esistenza quotidiana, perché è nel legarci a questa appartenenza che troviamo il consenso degli altri, il quale ci è necessario per essere accettati e stimati e così sentirci amati, sentirci qualcuno che ha un valore, e non una cosa senza valore, da ignorare o scartare.
La natura della Chiesa è spesso fraintesa, ridotta a istituzione umana o a una sorta di società tra le altre. Charles Journet (1891-1975), nella sua lunga ricerca teologica, ha, invece, mostrato che è innanzi tutto Mistero. La sua ecclesiologia, fondata sulla dottrina di san Tommaso, ha trovato l'approvazione di Paolo VI, che lo volle al Concilio Vaticano II, ed è sostenuta da Jacques Maritain.
Il presente libro non vuole essere altro che un'introduzione a un pensiero vasto, profondo e penetrante, come è stato quello del cardinal Journet
Fine agosto 1914. L’esercito tedesco riduce Lovanio quasi completamente in cenere: più di 1000 palazzi sono distrutti; più di 200 civili uccisi. La prestigiosa biblioteca dell’Università Cattolica è completamente distrutta dalle fiamme. Benedetto XV non reagisce pubblicamente e il suo silenzio, in quei primi mesi del primo conflitto mondiale, preoccupa e irrita cattolici e non. Dal Natale 1914 è attivo a Roma un club segreto composto da rappresentanti di cinque nazioni, che sotto la guida di mons. Simon Deploige, professore a Lovanio, tenta di cambiare l’orientamento della diplomazia pontificia in favore degli alleati e così rompere il monopolio della propaganda militare tedesca. L’azione clandestina è rimasta segreta fino ad oggi. Due manoscritti – un rapporto segreto scritto da mons. Paulin Ladeuze, rettore dell’Università lovaniense e le note manoscritte di mons. Eugenio Pacelli – muovono la scena. Supportato da materiale archivistico inedito, l’Autore apre con acribia uno spiraglio sul complesso mondo della diplomazia vaticana del tempo. Il finale della storia è sorprendente e provocatorio per le interpretazioni del pontificato di Benedetto XV e getta una luce singolare e nuova sul giovane Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII.
Don Luigi Giussani, tra le personalità più significative del cattolicesimo italiano (e non solo) del Novecento, è perlopiù noto per il suo genio educativo e per le realtà ecclesiali nate dal suo carisma. È stato però anche un teologo colto e originale, autore di numerosi testi che devono essere ancora scandagliati e studiati a fondo. Il suo pensiero non nasce da una riflessione astratta, ma dall'incontro vivo con i suoi studenti, cui desidera riproporre sempre di nuovo il cristianesimo nel suo fascino e nella sua profonda ragionevolezza, e trae linfa dal confronto con molte importanti figure del mondo teologico: de Lubac e von Balthasar, Guardini e Ratzinger, Niebuhr e Newman, solo per citarne alcune. Una qualificante apertura "ecumenica" spinge poi Giussani a valorizzare esperienze umane, religiose, intellettuali e artistiche di ogni tipo. La Facoltà di Teologia di Lugano, ricordando che il suo fondatore, mons. Eugenio Corecco, di don Giussani è stato discepolo, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione, ha organizzato un convegno scientifico, il primo a livello internazionale tenuto in Europa, sul pensiero teologico del sacerdote ambrosiano. Il presente volume contiene i contributi di Stefano Alberto, Maria Bocci, Massimo Borghesi, Francesco Braschi, Edoardo Bressan, Aleksandr Filonenko, Onorato Grassi, André-Marie Jerumanis, Sobhy Makhoul, Giulio Maspero, Paola Mazzola, John Milbank, Antonietta Moretti, René Roux, Alberto Savorana, Jacques Servais (cui si aggiungono brevi saggi di Romeo Astorri, Michael Konrad, Marco Lamanna, Ezio Prato e Monica Scholz-Zappa), nonché la lectio magistralis del Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Juliàn Carrón.
Il volume raccoglie alcuni interventi del cardinale Carlo Caffarra tra il 2009 e il 2017, diversi dei quali scritti nell'ultimo periodo della sua vita, un paio addirittura mai pronunciati, a causa della morte improvvisa. È strumento pastorale e teologico per affrontare questioni impellenti tanto per la vita personale quanto per la società: procreazione, sessualità, cura, tecnologia, medicina. Il libro è un invito - rivolto a credenti e non credenti - a riflettere su alcuni temi decisivi del vivere personale e civile: coscienza, natura, vita, famiglia, amore, bene comune, politica e leggi civili. In esso traspare l'animo del pastore, sensibile alle inquietudini del suo tempo e desideroso di illuminarle alla scuola del Vangelo. La collezione di testi raccolti in questo volume è una finestra che apre al pensiero, profondo e fecondo, del Cardinale Caffarra, proiettando una luce, che illumina la vita della Chiesa e della società tutta.
Il volume raccoglie 62 pensieri tratti al Diario di Santa Veronica Giuliani, la grande mistica vissuta tra il 1600 e il 1700.