A penetrare il mondo interiore di S. Michele ci aiuta il suo stesso trattato sull'Anima: sintesi, commento e conclusione della sua nobile anima credente e contemplante. In questo trattato emergono le lacrime e gli spasimi, il desiderio di pace e quiete che è possibile raggiungere soltanto immergendo il proprio spirito in Dio.
Non ebbe una nascita normale. Scioccò i genitori ed il parentado. Fu
battezzato il giorno dei morti. Non fu allattato normalmente dalla mamma. Fu rifiutato dall'asilo infantile, dalle scuole e dalla parrocchia. Camminava a stento, udiva molto poco, pativa l'auto. Faticava a parlare e a stare seduto, dormiva con gran parte del corpo proteso nel vuoto. Era stonato. Lo chiamarono "diavolo". Temeva di essere sgozzato dal padre. Gli piallarono il volto, gli ridussero la bocca ad una fenditura quasi perpendicolare, gli estirparono gli occhi. Non poteva sorridere, né baciare, nè piangere, né fischiettare. Aveva il corpo seminato di protuberanze. Uscì di casa in tutto nove volte. Incalcolabile il numero delle operazioni subite.
Era un Freak dotato di un'intelligenza superiore alla media, un autodidatta che teneva testa ai professori universitari. Un punto di riferimento per anime in ricerca. Un innamorato del vangelo, un gran teologo, un santo anomalo. Diciannovenne, presso la grotta di Lourdes, disse di SÌ alla volontà di Dio. E vi rimase fedele per tutta la vita.
Con questo libro dedicato a due episodi cruciali del rapporto tra cattolicesimo e politica nell'era delle ideologie e dei totalitarismi, Formicola affronta le vicende connesse alla resistenza dei cattolici messicani contro il laicismo di radice massonica, e poi alla sanguinosa persecuzione dei cattolici spagnoli ad opera del Fronte popolare. Esse sono per lui essenzialmente due exempla, due reperti privilegiati presi dal recente passato in cui si può osservare quasi "in purezza" un epico confronto tra visioni del mondo, tra filosofie della storia: da un lato la tradizione politica cattolica, imperniata sulla stabilità sociale, sul principio di autorità, sullo sviluppo ordinato delle comunità; dall'altra la destabilizzazione portata alla civiltà euro-occidentale dalle forze sovversive, che egli individua in una catena che dalla Riforma protestante conduce all'illuminismo settecentesco, al socialismo e al comunismo, fino al progressismo radicale sviluppatosi dal Sessantotto al post-guerra fredda.
dalla Prefazione di Eugenio Capozzi
Chi è il sacerdote?
Il cardinal Müller ci aiuta a vedere nel sacerdote l’uomo di Dio che unisce ciò che è con ciò che fa.
«Chi è in basso (cioè chi cerca disperatamente dei sistemi per buttar via il tempo) deve vederti in alto, magari per qualche anno odiarti e disprezzarti e fuggirti e poi se Dio gli dà grazia pian piano cominciare a invidiarti; imitarti, superarti. […] La mira altissima, addirittura disumana (perfetti come il Padre!) e la pietà, la mansuetudine, i compromessi paterni, la tolleranza illimitata solo per chi è caduto e se ne rende conto e chiede perdono e vuol riprovare da capo a porre la mira altissima» (don Lorenzo Milani).
Riaffermando la dignità infinita che ogni sacerdote riceve da Dio, l’autore evidenzia la responsabilità e l’umiltà che essa comporta e delinea un quadro chiaro sull’origine, l’espressione, la natura e la forma del ministero sacerdotale, restituendo così al sacerdote il compito che gli è stato affidato dal Figlio di Dio: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato» (Lc 10,16).
Accurato nell’analisi storica e accessibile nella dimensione spirituale, questo libro costituisce un approccio positivo al ministero, offrendo al lettore anche spunti interessanti per delle osservazioni critiche.
Se non si è matti non si può..., davvero l'amore deve essere senza misura per essere vero. Solo chi ama rimane nel cuore dell'uomo e nel cuore di Dio. Il missionario non è altro che un uomo, una donna innamorato/a. Il missionario sa che la sua vita ha senso solo se donata. Una vita donata non è mai persa, è una vita riuscita, una vita piena, una vita colorata.
...cosa rimane oggi dell’uomo, del giornalista, del Vescovo Alessandro Maggiolini? Come rintracciare un filo conduttore nelle sue provocazioni che delineavano la fine della nostra cristianità e al tempo stesso indicava la speranza cristiana come inesauribile e affidabile prospettiva? Un libro di grande attualità dove, al di là delle idee di Alessandro Maggiolini, emerge una delle più grandi personalità del politically correct...
Pensare «la collaborazione dell'agire umano e dell'agire divino per la piena realizzazione dell'uomo»: così definiva il compito della Teologia morale l'allora cardinale Joseph Ratzinger. Ne scaturisce una serie di domande fondamentali: che cos'è l'agire morale del cristiano? Quali sono le fonti a cui si alimenta il dinamismo di crescita fino alla perfezione del dono di sé? Qual è il suo significato nel tempo della Chiesa per la vita del mondo? Sono le questioni a cui intende dare risposta questo manuale, pensato per offrire a studenti e studiosi di Teologia morale un'introduzione organica e sistematica alla materia. Seguendo il cammino tracciato da Giovanni Paolo II con l'Enciclica "Veritatis splendor" e da Benedetto XVI con "Deus caritas est", si dispiega, a partire dall'esperienza dell'amore, l'orizzonte sconfinato di ciò che la morale significa nella vita umana: una chiamata alla pienezza. È da qui che si articola la verità dinamica dell'azione umana, vista nella prospettiva del piano divino: la finalizzazione dell'amore alla costruzione di una comunione di persone e alla comunione con Dio; la trasformazione e conformazione in Cristo nella vita ecclesiale per mezzo delle virtù; il modo di assecondare l'impulso dello Spirito Santo, sì da realizzare azioni eccellenti e permettere all'uomo di vivere in pienezza la propria vocazione. Sono queste le chiavi interpretative di questo volume, che raccoglie e integra, inoltre, anche i trattati tradizionali sulla felicità, la legge, la coscienza e il peccato, assunti così in un contesto teologico più ampio, in modo da essere compresi con rinnovata profondità.
Solo una nazione, solo la Spagna, è riuscita a liberarsi dal dominio musulmano e a difendere con eroismo il patrimonio di fede, di cultura e di civiltà ereditate dall'epoca romana. Nel 1492 una coppia di re d'eccezione, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, porta a termine la riconquista, annette Granada, trasforma la Spagna in una nazione moderna, crea scuole e università di eccellenza, forma un'amministrazione efficiente, attua una capillare riforma della chiesa che anticipa di mezzo secolo il concilio di Trento e che genera uno stuolo di santi. Con la scoperta dell'America i Re Cattolici - e gli spagnoli tutti - proiettato nel Nuovo Mondo la fede, l'eroismo e la forza della loro tradizione. In nome della fede e della cultura, che sempre la segue, la cattolica Spagna studia e documenta tutte le lingue e le usanze delle tante popolazioni amerinde che incontra e costruisce in America una rete di università e conventi che inseriscono nell'alveo della civiltà greco-romana un intero continente. America Latina si dirà. La Spagna che realizza con pochi uomini e in poco tempo un'impresa epica, deve molto all'intervento del cielo. Maria e Giacomo accompagnano la storia della penisola dai tempi della prima evangelizzazione. Da quando Maria, la Virgen del Pilar, appare a Giacomo a Saragozza, a quando la Morenita, la Vergine di Guadalupe, appare all'indio Juan Diego per riversare un fiume di grazie sui suoi figli americani. Una storia unica.
In questi ultimi anni i sacerdoti della Chiesa cattolica sono stati sottoposti a indagini, critiche e denunce giuste ed ingiuste. Si vorrebbe capire perché e si vorrebbero fornire elementi di valutazione per il dibattito sul futuro del clero cattolico, e in particolare per la problematica del celibato, nel contesto del prossimo Sinodo sull'Amazzonia, ma non solo. Il libro del Cardinal Ouellet presenta una visione rinnovata che può non solo aiutare il discernimento della Chiesa in quest'ora della storia ma anche incoraggiare i sacerdoti a vivere con entusiasmo la loro vocazione.
Uno dei motivi che spingono oggi ad approfondire il tema del Presbiterato è dato dall'attuale carenza di sacerdoti, che ormai obbliga la Chiesa a trovare delle soluzioni a questo problema. Nel contesto di questi tentativi, uno dei temi che maggiormente attrae l'attenzione degli interessati è il celibato ecclesiastico. Il volume offre uno studio sul significato dato dal Vaticano II al termine "celibato ecclesiastico" e sulla ricchezza dei suoi contenuti. Partendo dalla Costituzione dogmatica sulla Liturgia Sacrosanctum Concilium - il primo documento conciliare -, l'Autore segue lo sviluppo che questo tema ha avuto nel Concilio soprattutto con la Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium e il Decreto Presbyterorum Ordinis, l'ultimo atto del Concilio che vi formula in modo organico il suo pensiero sul celibato ecclesiastico, con particolare riferimento al Presbiterato. L'autore sottolinea il grande merito che deve essere attribuito al Concilio Vaticano II nel collegare il celibato sacerdotale a tanti elementi teologici che normalmente vengono trascurati nei dibattiti tra gli interessati al tema, mentre sono essenziali per la retta comprensione del rapporto Presbiterato/celibato.
Quando il lavoro smette di essere una costruzione e diventa una esecuzione pedissequa di mansioni e protocolli è un orrore, credete. Perché è fatica noiosa e deprimente e i lavoratori perdono il gusto del lavoro, garantendo, al massimo, la mediocrità.
Per questo nasce questo libro, per capire se è possibile riconquistare l’arte dentro la routine, e la passione dentro la fatica attraverso le parole del lavoro.
Vengono presentate cinque categorie di lavoro che aprono all’analisi di oltre 200 parole: due categorie specificamente altruistiche (la scuola e la medicina), due professioni di estrema concretezza (l’economia e l’ingegneria), e una “strana” ma che ha migliaia di “impiegati”: il clero.
Occorre che il buon-lavoro rinasca, che risorga la passione e l’amore all’opera delle proprie mani che, attraverso il contatto con la realtà, fa l’opera massima: edifica noi stessi.