La fede e la giustizia degli affetti. Questa formula non è consueta nel linguaggio della teologia fondamentale. Nello stesso tempo, però, le più recenti sollecitazioni del magistero autorevole (Deus caritas est, Caritas in veritate, Lumen fidei) hanno esplicitato vigorosamente la centralità del nesso tra fede e affetti, verità cristiana e giustizia dell’amore.
Il libro si propone di introdurre alla comprensione delle ragioni teologiche di questo ricupero della centralità della dimensione affettiva e pratica dell’atto e dell’attuazione della fede. La coerenza antropologica ed epistemologica della fede, che vive e si perfeziona nella giustizia degli affetti suscitati dall’amore di Dio, è il tema centrale del compito affidato al rinnovamento della teologia fondamentale, che rende pensabili, nella loro unità, la verità della rivelazione e la grazia della fede.
Sia l'enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II, sia la Deus caritas est di Benedetto XVI e più recentemente la Lumen fidei di papa Francesco hanno aperto un cammino più chiaro di rinnovamento della morale. È giunto quindi il momento di ripensare il significato autentico di un'etica della fede, che assuma la novità implicata dalla rivelazione dell'amore come principio di vita e la proposta di una verità che muove la libertà a rispondere in modo totale alla sequela di Cristo nella comunione ecclesiale. Sono questi i passi proposti in questo volume secondo una struttura nello stesso tempo trinitaria e cristocentrica.
Il lavoro è una provocazione a valutare emozioni e convincimenti personali alla luce dei contrapposti pensieri di teologi, filosofi, letterati, liberi pensatori, su temi concernenti il senso della vita, le questioni ultime, i precetti delle varie religioni, la verità. Ma si può conseguire la "verità" al cospetto delle contraddizioni di pensiero tra credenti e credenti, tra laici e credenti, tra atei ed atei, tra credenti e atei? E quale verità?
L'Autore fornisce una "discutibile" soluzione e invita il lettore - alla luce delle Schegge - a prendere conoscenza delle contrastanti opinioni, a fare chiarezza in sé e a mettere ordine nella propria coscienza, dandosi delle risposte.
Rimettere Dio al centro della nostra vita e' assolutamente necessario e indispensabile, poiche' solo una laicita' ''sana e positiva'', che tenga sempre presente la figura di Dio nelle nostre azioni, puo' portare alla realizzazione del bene comune.
E' un libro straordinario, questo di Robert Spaemann. Un libro filosofico su Dio - il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesu' Cristo - che tocca nel profondo le nostre inquietudini e i temi piu' scottanti della nostra epoca.
Questo studio riveste un grande valore ecumenico, perchè riconduce al centro trinitario della fede molte affermazioni decisive della Chiesa cattolica (su Sacra Scrittura, Tradizione, Magistero, Sacramenti, Virtù Teologali, sessualità, famiglia, politica, ecc.).
L'individuazione di criteri filosofico-teologici in grado di chiarire cosa si debba intendere per "religione" è divenuto oggi un compito irrinunciabile. A differenza del passato, il contesto odierno è segnato da una crescente incertezza al momento di dover riconoscere i caratteri essenziali di una religione e valutarne i rapporti con la filosofia, la cultura, la società civile. Da tale dibattito non è esente lo stesso cristianesimo, il quale si trova nella necessità di contribuire a chiarire cosa sia una religione. Il volume che il lettore ha fra le mani si propone di offrire significativi elementi per questo chiarimento, attraverso capitoli di scansione sia storica sia sistematica.