Più che un esercizio di pietà questa Sacra rappresentazione vuole offrire al credente una meditazione atta a stimolare la consapevolezza della propria scelta di fede. Fin quando esiste un credente, bisogna che egli sperimenti il paradosso dell'Uomo-Dio, sia cioè contemporaneo della straordinaria presenza di Cristo sulla terra. Tale è la condizione della fede o più esattamente è la definizione della fede. Questa Sacra rappresentazione è pertanto un invito a seguire Cristo sulla via della croce così da vederlo nella sua vera figura e nell'ambiente dove realmente camminava sulla terra e non nella forma di un ricordo, vuoto e insignificante, nelle chiacchiere della storia; vederlo così come è, come fu e come sarà fino al suo ritorno nella gloria: segno dello scandalo e oggetto della fede, uomo umile e tuttavia Salvatore e Redentore dell'umanità venuto sulla terra per amore, per cercare quelli che erano perduti (Mt 18,11), per soffrire e morire e insieme preoccupato di dover ripetere sempre: "Beato colui che non si scandalizza in me!" (Mt 11,19).
Il Cristianesimo è anche la religione della Croce, perché Gesù, attraverso il sacrificio del Suo corpo, ha liberato l'umanità dai suoi peccati e ha sconfitto definitivamente la morte e anche perché sulla spalla di ogni cristiano, vi è la Croce. Ma questo, lungi dall'essere la volontà di un Dio crudele, è lo strumento per entrare in comunione con Lui. Egli ha scelto la Croce prima di tutto per Sé e ci invita a portarla con Lui. In questo libro l'autore spiega la visione cristiana del dolore e della sofferenza che non è mai dovuta al caso ma a un disegno preciso del Salvatore.
Una Via Crucis con i versi di Karol Wojtyla per entrare nel Mistero. Nel totale svuotamento e nella suprema gloria del Figlio.
Come è stato per il nostro amato Giovanni Paolo II, nelle lunghe notti della storia e dell'uomo la fede e la poesia ci aiutano a tener desta la speranza e a intravedere l'alba.