Il desiderio di conoscere degli esseri umani trova dispiegata davanti a sé l'immensa ricchezza del mondo, che, opportunamente interrogata, lascia apparire aspetti straordinari. Questo libro nasce per rispondere a una domanda del cardinale Camillo Ruini: "Quanta intelligenza c'è nel mondo? Come, a quali condizioni è possibile che nella natura, in concreto nei viventi, vi sia conoscenza, più precisamente come è possibile che vi siano oggettivate delle conoscenze?". Un gruppo di studiosi si è riunito per rispondere a questa domanda, ciascuno portando le acquisizioni e gli orientamenti più innovativi della propria disciplina. Il lavoro comune accompagna il passaggio articolato e argomentato dalle scienze alla filosofia fino alla teologia e conduce a una visione del mondo umano e naturale in cui l'intelligenza soggettiva degli esseri umani riflette e risuona cognitivamente con l'immensa intelligenza che organizza il mondo. A chiusura di questa splendida avventura intellettuale il cardinale Ruini espone le sue considerazioni filosofico-teologiche.
Lo studio di filosofia delle religioni, della sua riflessione fenomenologica sull'approccio al sacro e sull'esperienza religiosa, intende offrire le condizioni per tracciare temi e aspetti comuni a tutte le religioni e filosofie di vita, all'insegna di un'analisi incentrata sulla ricerca di una concordanza di valori, di scelte etiche consapevoli e universali, nella dinamica espressiva di coinvolgimento della persona nel suo aprirsi al divino con correttezza interpretativa. Ne deriva l'ineludibilità di un impegno condiviso d'intenti, di aperture di rispetto dell'altro-che-crede-da-me, nella consapevolezza esistenziale e di coscienza morale, di una realtà trascendente, concepita come Essere Eterno (religioni) o sacralità di pienezza (filosofie di vita). Non manca la riflessione per una possibilità d'incontro comunitario tra i rappresentanti dei diversi credi del mondo all'insegna dell'intesa universale, in nome della volontà di scelta ontologica e assiologica, dell'attestazione del trascendente, della dignità dell'uomo, in uno sguardo più ampio di ciò che è l'ideologica strumentalizzazione esistenziale soggettiva del proprio credo. Questo studio filosofico-religioso è sostenuto dall'intenzione di fare chiarezza sugli elementi e sui paradigmi che accomunano le diverse esperienze religiose nel loro intento di unità, nella molteplicità di approcci e di prospettive, per estensioni storico-etiche di rispetto, di pace e per la realizzazione dell'interiorità umana. In questo senso, la trattazione sviluppata offre una prospettiva filosofico-ecumenica.
Di un'edizione in italiano corrente di quella che, con ogni probabilità, è la più importante opera italiana di filosofia politica, quale è la Filosofia della politica di Antonio Rosmini (1839), si avvertiva da tempo l'esigenza. Concorre a colmare tale vuoto la presente pubblicazione, destinata sia alla divulgazione, sia al pubblico degli addetti ai lavori. La scelta di offrire una selezione di testi tratti dall'opera integrale, con segnalata omissione di alcuni capitoli, obbedisce proprio al duplice criterio di fornire, da un lato, un testo maggiormente accessibile rispetto a quello che è il più voluminoso testo originale, dall'altro lato di restituire al meglio, con la debita evidenziazione, i capisaldi del pensiero politico di Rosmini. La "Filosofia della politica" è uno dei testi fondamentali dell'intera articolazione dei saperi elaborata da Antonio Rosmini e, all'interno del sistema rosminiano, nella sua in sé compiuta originalità e organicità, si colloca al crocevia delle scienze giuridiche, della filosofia, della pedagogia, della teologia e delle stesse scienze politiche. Il cruciale dibattito tra l'articolato percorso storico-teorico della dottrina sociale della Chiesa e il differenziato liberalismo dell'Occidente trova una felice soluzione nel "liberalesimo" rosminiano - singolare declinazione del "cattolicesimo liberale" - che viene delineato dal Roveretano principalmente in quest'opera. Nota Editoriale: Raimondo Cubeddu.
La ricerca di un Fondamento ultimo, l'aspirazione verso un ordine trascendente che dà compimento e pienezza all'ente contingente, è un anelito innato nell'uomo. In questo senso, la riflessione sistematica della filosofia della religione, con il suo apporto, può offrire risposte a reali interrogativi del singolo. Con quale criterio conciliare l'anelito di libertà e di desiderio inappagato della natura umana nel suo desiderare illimitato? In che modo armonizzare l'ansia di comprensione del reale e l'ambizione di una portata conoscitiva che appaghi le attese dell'uomo? Grandi richieste che vengono affrontate nella complessa problematica della filosofia della religione, con riflessioni adeguate di metafisica e antropologia, come strumento di approfondimento e di indagine della Verità ontologica, per un rinnovato e qualificante esistenzialismo antropologico. La risposta al mistero di Dio: "Solo gli occhi dell'anima possono riconoscere l'Essere Eterno esistente".
"La filosofia moderna, dimenticando di orientare la sua indagine sull'essere, ha concentrato la propria ricerca sulla conoscenza umana. Invece di far leva sulla capacità che l'uomo ha di conoscere la verità, ha preferito sottolineare i limiti e i condizionamenti. Ne sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo".
Giovanni Paolo II, Fides et ratio, n.5
In alcuni scritti di san Giovanni Paolo II è rintracciabile un filo logico che collega la filosofia moderna, in particolare cartesiana, l'Illuminismo, la Rivoluzione francese e le odierne "ideologie del male".
L'analisi filosofico-storica presente in questo libro approfondisce e conferma ciò che scrive il Papa.
L'opera nasce dalla sempre più ricorrente esigenza di tenere informato il mondo teologico dei più recenti sviluppi metodologici. Data l'ampiezza dell'ambito di ricerca, lo studio è stato limitato al secolo XIX. L'occasione-stimolo per questo percorso è stata offerta dalla singolarità di una teoria, considerata minore, di Louis Billot sulla fisionomia della causalità sacramentale intesa come dispositivo-intenzionale. Il dibattito che essa provocò è servito ad individuare, sorprendentemente, tendenze e suggestioni di una teologia ancora in movimento. Prefazione di Koonce David.
Carl Schmitt è il più celebre e controverso rappresentante in epoca recente della Teologia politica, vale a dire di una Teoria politica che pretende di fondarsi sulla fede nella Rivelazione divina. Una pretesa che questo libro prende sul serio, andando alla ricerca del nucleo religioso che dà unità e coerenza alla sua labirintica opera. Lontana dall’indignazione morale quanto dall’ammirazione apologetica, questa interpretazione ha infiammato un dibattito da sempre acceso sul suo pensiero. Ma è in vista di una fondazione filosofica e non teologica della vita politica che al suo nome assegna un posto paradigmatico nella tradizione di un concetto che ritorna inesorabilmente d’attualità.
Grazie all’analisi del pensiero che si fonda sulla Rivelazione può delinearsi per differenza quello fondato al contrario sulla Ragione. All’opposta autorità riconosciuta come sovrana corrispondono antitetiche comprensioni di sé. Un pensiero che si sottragga al confronto con tale distinzione rischia di presupporre in maniera inconsapevole un senso della vita e della storia analogo a quello teologico, quand’anche nell’epoca della secolarizzazione escluda dalla sfera pubblica ogni religione o si opponga all’obbedienza della politica ai comandamenti di una Rivelazione.
Come confutazione della controparte prende forma questa logica del riconoscimento della propria identità per mezzo della determinazione del proprio nemico, profilandosi come soluzione all’insuperabile contrapposizione dialettica una più chiara conoscenza di sé.
È sulla distinzione tra Teologia politica e Filosofia politica che si fonda una differenza tra opposti modi di vivere esposta nei quattro capitoli di questo volume, che porta a conclusione quella critica della Teologia politica avviata dal precedente libro su Carl Schmitt e Leo Strauss al servizio di una fondazione della Filosofi a politica.
Vicissitudini umane, accadimenti storici e scoperte scientifiche degli ultimi decenni sentenziano inesorabilmente che l’uomo è un essere provvisorio in confronto all’evoluzione dell’universo in cui vive e alla storia biologica di cui è partecipe. Intanto indaga su se stesso, interpreta e inventa vita. La “persona umana” non si arrende all’incertezza e non si consegna ai labirinti del provvisorio. Il volume entra in dialogo con ciò che l’uomo dice di se stesso in tempi di crisi, mentre rivolge attenzione all’antropologia filosofica classica, saggiandone la consistenza e la fondatezza dell’offerta ancora per la contemporaneità. Un viaggio, insomma, per continuare a pensare e sperare fra passato e futuro per riproporre un presente più ricco di senso, a pensare e pensarsi come protagonisti delle proprie vite, alla ricerca di un orizzonte stabile per l’esistenza personale e delle comunità umane.
La categoria "esistenza", nelle sue molteplici derivazioni, ha un ruolo importante nel pensiero antropologico e teologico di Guardini. Nel volume, frutto dell'omonimo Convegno promosso dalla Facoltà di Filosofia dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, filosofi e teologi di fama internazionale si misurano con la domanda circa il senso e la profondità dell'interpretazione esistenziale offerta da Guardini. Quest'ultima è importante perché tuttora esiste una grande disparità di opinioni circa il senso dell'esistenza umana: ovvero, che cosa sia, come la si debba definire o interpretare, quali le conseguenze per l'umano. Guardini, teologo e filosofo, è noto per aver trovato l'equilibrio in ogni ambito anche grazie alla sua sensibilità e alla metodologia da lui sviluppata per comprendere le realtà vitali. Al centro della sua attenzione non vi è tanto "l'esistenza" come fenomeno generico, bensì "l'esistente", che assume la sua più concreta espressione nell"'io".
Europa, cristianità, istruzione, educazione, società secolare, tempi moderni. Questi e molti altri ancora i temi affrontati in questo volume. Il continuo processo di individualizzazione, caratterizzato dal razionalismo, ha comportato un totale indebolimento dei legami societari e ha posto al centro le libertà e i diritti dei singoli. Si assiste così all'evoluzione di una società secolarizzata che giunta al suo capolinea non riesce più a bastare a se stessa. Il pensiero moderno non sembra essere in grado di giustificare il fatto che esistono degli uomini sulla terra, cercando di costruire unicamente sul proprio terreno senza considerare ciò che trascende l'umano, Natura o Dio. "Il progetto dei Tempi moderni è fallito. L'ateismo è incapace di rispondere alla questione della legittimità dell'uomo". Brague insiste nel mettere in rilievo il carattere missionario del cristianesimo: questo - scrive - non è riservato esclusivamente agli europei. Si chiede quindi Brague se la nostra società abbia ancora il desiderio di vivere e di agire e auspica che tale desiderio sia destato, attingendo alla sorgente della vita. Contro il cristianismo e l'umanismo si presenta come una originale riflessione sulla società di oggi, attenta a non nascondere l'aspirazione propria di ciascun individuo, per cui è legittimo parlare di ciò che veramente è 'umano' e di una dimensione spirituale che caratterizza ciascuna cultura.
Una diversa lettura dell'eros rispetto alla vulgata odierna si impone oggi nella società contemporanea, caratterizzata da una evidente "miseria erotica", declinata secondo una forma prevalentemente genitale della sessualità, da un "sistema di valori" puramente massmediatico e da una impressionante penuria di appagamento corporeo. Manca oggi una grande pagina di "educazione alla tenerezza", di educazione a ciò che il desiderio, ordinato secondo un eros reso libero dal suo sfruttamento e dal danno storico-culturale che ha subito, può donare all'equilibrio dell'uomo, come già molte fonti bibliche hanno cantato. Eros come nessun'altra forza può avvicinare l'uomo alla domanda posta incessantemente circa il mistero della propria origine e del proprio destino. Sul terreno dell'ermeneutica, da Origene a Ricoeur, il tema erotico si snoda in queste pagine in un percorso per condurre l'uomo verso il senso e una via di elevazione dell'anima a Dio, tramite un misticismo profondo e fiducioso.
Un profilo inedito del pensiero di Augusto del Noce, i rapporti tra politica, etica e cristianesimo. Un importante affresco della filosofia italiana del Novecento.