Questo volume è nato dall'affetto riconoscente di alcuni "figli spirituali" di don Giovanni Lanfranco, che hanno sentito il bisogno o accolto l'invito a mettere per iscritto, a breve distanza dalla sua morte, ricordi significativi del loro padre spirituale, per farne emergere un abbozzo del suo non comune profilo spirituale-pastorale. A comporne il mosaico hanno contribuito tutte le componenti del Popolo di Dio: vescovi, preti, un prossimo diacono permanente, suore, laici e laiche, due coppie di sposi. L'appellativo che ha accompagnato la figura di don Lanfranco è quello di padre spirituale: prima dei chierici nel Seminario Maggiore di Rivoli (1954-1974); ministero (con quello di confessore) proseguito ufficialmente fino al 1980 nel Seminario, tornato a Torino, e continuato di fatto sino alla fine del secolo scorso, poi, con il rientro a Savigliano, soltanto rivolto ai preti, ai laici e ai consacrati, fino agli ultimi giorni della sua esistenza terrena, conclusasi il 2 luglio 2012. Da queste pagine emerge una sorpresa: se don Lanfranco fu padre spirituale per obbedienza all'arcivescovo Fossati dal 1954, fu soprattutto e prima ancora un contemplativo e un eremita per vocazione - ossia un uomo di preghiera, anzi un "uomo fatto preghiera" -, vocazione confermata ufficialmente nel 1972 dall'arcivescovo Pellegrino, al quale aveva chiesto il mandato di essere "prete diocesano eremita". Dall'amore assoluto e incondizionato, come eremita, per il suo Signore, scaturì una dedizione totale e senza riserve (anche durante la dolorosa malattia) al ministero presbiterale della direzione spirituale, della confessione e dell'esorcismo, sentendosi sempre, a pieno titolo, prete diocesano della Chiesa di Torino.
Profilo biografico di Giovanni Battista Pinardi (1880-1962), Servo di Dio, parroco per scelta e vescovo ausiliare per obbedienza.
Miscellanea di saggi di scienza biblica e di storia della Chiesa in omaggio di Mons. Giuseppe Ghiberti e mons. Renzo Savarino, insegnanti alla Facoltà Teologica di Torino, in occasione del 75° compleanno.
Il presente lavoro nasce dal bisogno di sottrarre a un oblìo troppo precoce, nella nostra memoria, i vescovi, i preti e i diaconi del clero torinese che ci hanno preceduto nei decenni passati e hanno trasmesso il testimone del ministero pastorale. I profili biografici, presentati in ordine alfabetico, sono semplici curricula vitae: solo apparentemente aridi, perché in realtà, se letti con attenzione, rivelano un vissuto umano e pastorale. I profili costituiscono una traccia non insignificante - per certi aspetti uno specchio - della storia del clero torinese nel XX secolo, che ci siamo appena lasciati alle spalle.
Epistolario e Testamento, per identità di persone e di ambienti, costituiscono due fonti complementari della vita del Cafasso.
Scritti occasionali, sobri ed essenziali, le 118 lettere, che vanno dal 1836 al 1860, rappresentano un campione significativo della capillare rete di rapporti pastorali costruita dal santo, in particolare con il clero diocesano. Ci informano sulla sua attività e ne confermano l'eccezionale zelo pastorale, oltre che il temperamento sobrio ed essenziale. In esse si incontrano l'uomo di fede profonda e cristallina, il maestro di teologia morale, il pastore d'anime e il consigliere spirituale, dotato in sommo grado di prudenza e di equilibrio.
Forse un senso di pudore trattiene l'autore dal rivelare i sentimenti personali. La reticenza su destinatari e contenuti esalta la delicata discrezione del confessore e del consigliere spirituale e pastorale, per i quali discrezione e segreto sono sacri anche nella corrispondenza epistolare. Le lettere confermano il Cafasso maestro di vita spirituale e pastorale.
Giuseppe Tuninetti è docente di Storia della Chiesa contemporanea presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione Parallela di Torino.