Dal Golgota, dove fu crocifisso, Gesù lanciò forse il suo ultimo sguardo "terreno" non solo sulla Città Santa, ma su tutta l'umanità dolente che guardava senza ancora capire. La presente Via Crucis e le meditazioni che seguono nascono proprio percorrendo il selciato che conduceva al luogo del Cranio: la "Via Dolorosa", come tradizionalmente è identificata, nella quale Cristo abbraccia la croce per noi. È con l'auspicio che possano partecipare del clima spirituale in cui il Santo Sepolcro e Gerusalemme tutta sono immersi, che Massimo Tellan dona pagine ispirate e sentite ai suoi lettori, per vivere la Via Crucis non solo come momento di preghiera, ma anche come occasione per fare memoria del dono inesauribile che, lungo quella via dolorosa, si preparava per noi. Un cammino, quello proposto dall'autore, arricchito ulteriormente dai brani degli inni che si cantano ogni pomeriggio con la processione francescana nella Basilica del Santo Sepolcro, qui riportata e adattata per l'oggi. Dal selciato di Gerusalemme, seguendo le orme del Maestro, possiamo imparare a percorrere le tante strade del mondo cui siamo chiamati, le nostre vie dolorose che non comprendiamo; davanti agli occhi però avremo sempre una risposta, mite e potente, che si offre di consolare le nostre paure e i nostri dolori: è Gesù che, anche quando su di noi grava la croce, insegna al cuore come restare in alto, all'anima come volare libera.
Una via crucis che nasce dall'esperienza vissuta davanti alla sofferenza umana e alla morte di persone amate, lasciandosi interpellare, attraverso la meditazione della Passione di Gesù, sul senso del dolore umano e cercando nella fede la luce che può diradarne la fosca caligine che altrimenti attanaglia il cuore. Don Massimo Tellan, partendo dai brani evangelici che scandiscono le tappe tradizionali del cammino della croce, ci conduce in una meditazione personale e comunitaria in cui il nostro dolore si misura con quello di Cristo: ogni stazione ha una riflessione e una preghiera che rendono vivo nell'oggi il percorso che va dall'agonia nel Getsemani al sepolcro, con un'apertura finale, molto poetica, sulla resurrezione di Cristo e nostra.