Una domanda attraversa queste pagine: è legittimo il disinteresse di molti scienziati verso la filosofìa, quando i concetti fondamentali della scienza hanno per lo più una genesi filosofica? È il caso delle categorie cervello, mente, anima, pensiero. Categorie che, nella loro stessa origine, sono attraversate da tensioni che si evidenziano, ad esempio, nelle riflessioni delle neuroscienze. Tensioni che un approccio riduzionista a questi concetti oggi divenuto senso comune - sembra occultare.
L'articolo sulla strage di Piazza della Loggia, scritto tre giorni dopo per "Bresciaoggi" e qui pubblicato con un'intervista a quarant'anni di distanza, ha inaugurato l'intensa attività pubblicistica di Emanuele Severino su questioni di attualità politica. Un'analisi delle vicende storiche sotto il segno di un disincantato realismo, che significa leggere la contingenza alla luce di fenomeni più ampi e, nello specifico, leggere il terrorismo come effetto di relazioni ed equilibri internazionali e nazionali, dalle tensioni e trasformazioni del "Duumvirato" USA-URSS alle ricadute sulla politica interna.
Questo corso di Istituzioni di Filosofia, pubblicato in forma di dispensa nel 1968, rappresenta uno degli ultimi momenti dell'insegnamento di Emanuele Severino all'Università Cattolica di Milano, dalla quale si allontanerà nel 1970 per passare all'Università di Venezia. È un ciclo di lezioni contemporaneo alla stesura dei saggi Il sentiero del Giorno (1967), La terra e l'essenza dell'uomo (1968), Risposta ai critici (1968), in cui Severino approfondisce la svolta iniziata con Ritornare a Parmenide, e che culminerà con la raccolta di questi e altri saggi nel libro Essenza del nichilismo (Paideia, 1972). Ripensando a queste lezioni, Salvatore Natoli, allora assistente di Severino, ha scritto: "Severino [...] mi ha costretto a dare consistenza alle mie argomentazioni filosofiche, a fornire giustificazioni adeguate alle mie tesi e direi che mi ha definitivamente vaccinato dai vizi delle mode filosofiche". Rigore dell'argomentazione e attenzione al variare del significato delle categorie e dei problemi costitutivi della filosofia (identità, contraddizione, dialettica, verità, realismo, idealismo...): questo in sintesi il contenuto del libro.
DESCRIZIONE: La crisi che ha colpito l’economia globalizzata tocca i fondamenti stessi di ciò che intendiamo per «capitalismo», «democrazia», «tecnica». In questo nuovo libro, Emanuele Severino si sofferma su quei fondamenti mostrando come il movimento tellurico che li scuote sia l’esito di un processo che percorre la storia dell’Occidente. A trasformarsi è la relazione tra mezzo e scopo che lega capitalismo, democrazia e tecnica – in uno scenario che vede la democrazia ridursi a mezzo del capitalismo e questo a sua volta a mezzo della tecnica. Tecnica quale sinonimo di espansione illimitata della potenza di manipolazione degli enti. Una trasformazione che Severino, con logica implacabile, mostra nei suoi tratti destinali, in quanto investe il senso dell’essere. Queste pagine non solo invitano a leggere controcorrente il nostro tempo, ma per il loro rigore diventano modello di esercizio filosofico.