In questo volume Radice affronta il problema centrale della interpretazione di Filone. Sulla base delle sue precise conoscenze acquisite sull'Alessandrino e sul Platonismo, egli dimostra che Filone va considerato come un autentico filosofo, da cui nessuno in futuro potrà legittimamente prescindere, non solo per la ricostruzione del pensiero patristico, ma anche per la ricostruzione del pensiero greco-pagano a lui parallelo e posteriore. Filone non è un eclettico, bensì un platonico - se non addirittura l'attivatore del Medioplatonismo -, che ha utilizzato elementi aristotelici e stoici, per lo più caricandoli appunto della valenza platonica. Ma il suo platonismo è un "platonismo riformato", proprio sulla base di concetti cardine tratti dal testo biblico, e, in particolare, dal creazionismo fondativo, che nel contesto della cultura filosofica in cui egli agisce è quello che più si approssima alla creazione ex nihilo.
Questo volume vede diverse e molteplici professionalità e personalità impegnate in un comune sforzo interpretativo sul concetto/termine di “Logos”. Ciò conferisce particolare ricchezza al libro che spazia dalla ricerca linguistica, a quella storico-filosofica sul paganesimo greco romano, sul pensiero giudaico alessandrino e proto cristiano e poi sulla filosofia cristiana in particolare di Dionigi, S. Agostino e Gregorio Magno. Non mancano anche interventi di storia delle religioni rivolti al periodo imperiale e valutazioni complessive sulla funzione religiosa del “Logos”. Ne risulta un quadro ampio e convincente delle innumerevole valenze del “Logos” e della sua ricchezza concettuale.