Il "Perì archôn" di Origene (185-254) è la prima opera giunta a noi in cui viene proposta una presentazione d'insieme del mistero cristiano. Il trattato intende fornire un'interpretazione delle principali verità del cristianesimo fondata sulla Scrittura, ma articolata in modo tale da inserirsi nella tradizione filosofica greca. Origene, con ammirabile onestà intellettuale, tratta i principali argomenti della teologia cristiana, Dio, le creature razionali, il mondo e la sacra Scrittura. Da una parte espone i contenuti della rivelazione, dall'altra conduce un'indagine molto libera e aperta sui punti non definiti dalla rivelazione perché gli amanti della verità possano dedicarsi alla ricerca della sapienza. Un'opera controversa sin dalla sua pubblicazione, che è stata comunque fondamentale nello sviluppo del pensiero cristiano.
L'opera è indirizzata all'amico Ambrogio e a un meno noto Prototteto, ma coinvolge profondamente l'autore stesso, che aveva avuto esperienze indirette di martirio già in precedenza e considera il martirio un dono prezioso, che consente di seguire Gesù nel modo più compiuto. Nella prima parte espone i motivi per affrontare con serenità la confessione e la morte per la fede e dà consigli per non rinnegare, ma resistere durante la persecuzione (cc. 1-21); propone come modelli i martiri maccabei (cc. 22-27); descrive poi la natura e gli effetti del martirio, e propone ancora consigli e incoraggiamenti per chi deve affrontarlo (cc. 28- 51).
Pochissime scoperte di testi patristici possono competere col ritrovamento di 29 omelie di Origene (185-254) sui Salmi nel 2012. Una nuova catalogazione della Staatsbibliothek di Monaco ha messo in luce nel Codice Greco 314 la presenza di quattro omelie note in versione latina e venticinque inedite. L'attribuzione a Origene, oltre alla lista delle opere tramandataci da Gerolamo, trova piena conferma dai contenuti. Dopo l'edizione critica (Berlino 2015), la pubblicazione delle omelie in italiano è affiancata da un testo greco riveduto e da un approfondito commento. La raccolta omiletica più vasta di quel genio della Bibbia che è stato Origene ci documenta il suo cantiere esegetico principale: il Salterio l'ha accompagnato dall'inizio alla fine. Testo di rivelazione profetica, istruzione morale e nutrimento spirituale, i Salmi sono soprattutto per Origene l'espressione della voce di Cristo e della Chiesa, suo corpo mistico.
Pagina biblica e lettura origeniana si sviluppano quasi in dialogo fra loro.
Pochissime scoperte di testi patristici possono competere col ritrovamento di 29 omelie di Origene (185-254) sui Salmi nel 2012. Una nuova catalogazione della Staatsbibliothek di Monaco ha messo in luce nel Codice Greco 314 la presenza di quattro omelie note in versione latina e venticinque inedite. L’attribuzione a Origene, oltre alla lista delle opere tramandataci da Gerolamo, trova piena conferma dai contenuti. Dopo l’edizione critica (Berlino 2015), la pubblicazione delle omelie in italiano è affiancata da un testo greco riveduto e da un approfondito commento. La raccolta omiletica più vasta di quel genio della Bibbia che è stato Origene ci documenta il suo cantiere esegetico principale: il Salterio l’ha accompagnato dall’inizio alla fine. Testo di rivelazione profetica, istruzione morale e nutrimento spirituale, i Salmi sono soprattutto per Origene l’espressione della voce di Cristo e della Chiesa, suo corpo mistico.
La composizione del Commentario a Matteo si colloca nel periodo compreso tra il 244 e il 249, nell’ultima stagione della vita che Origene trascorse nella città di Cesarea di Palestina. Eusebio parla di venticinque tomi origeniani sul Vangelo di Matteo; di questi, la tradizione testuale ne ha trasmessi soltanto otto in versione greca comprendenti il commento da Mt 13, 36 a 22, 33. Opera della maturità, di grande originalità, ricchezza e complessità, portata a compimento al termine di una vita spesa nella riflessione, nel commento e nell’insegnamento della Parola, si colloca nell’ambito dell’attività didattica origeniana
Nell'ambito della vasta produzione esegetica di Origene, il Commento alla Lettera ai Romani (composto tra il 243 e il 249 d.C. e noto nella traduzione latina di Rufino del 405-406) è l'unico testo esegetico giunto a noi integralmente. Origene sottolinea nella Prefatio la complessità del testo a causa del linguaggio a volte oscuro e contorto e per la quantità di temi trattati. Il testo origeniano è opera di indiscutibile valore per essere la prima di una serie ininterrotta di commenti ad una epistola da sempre considerata fondamentale per densità teologica e ampiezza tematica. La Legge, in particolare, è il tema più ricorrente nel Commento origeniano per l'importanza che riveste nella lettera stessa e per il contesto polemico in cui il commento si colloca. Prevale come per tutti i testi esegetici di Origene il metodo spirituale capace di cogliere in "senso interiore" del testo paolino.
Da uno degli autori più fecondi dei primi secoli cristiani, un'opera di grande originalità e ricchezza. La composizione del Commentario a Matteo si colloca nel periodo compreso tra il 244 e il 249, nell'ultima stagione della vita che Origene trascorse nella città di Cesarea di Palestina. Eusebio parla di venticinque tomi origeniani sul Vangelo di Matteo; di questi, la tradizione testuale ne ha trasmessi soltanto otto in versione greca comprendenti il commento da Mt 13, 36 a 22, 33. Opera della maturità, di grande originalità, ricchezza e complessità, portata a compimento al termine di una vita spesa nella riflessione, nel commento e nell'insegnamento della Parola, si colloca nell'ambito dell'attività didattica origeniana. Il tomo è il terzo di 4 volumi ed è dedicato alla traduzione dei libri 14 e 15.
Da uno degli autori più fecondi dei primi secoli cristiani, un'opera di grande originalità, ricchezza e complessità. Secondo di quattro volumi.
Il trattato "La preghiera" viene classificato tra le "opere pratiche" di Origene. Volta a sgombrare il campo dagli attacchi di coloro che nutrivano forti dubbi circa l'utilità e l'efficacia della preghiera, mostra i benefici e i vantaggi derivanti del quotidiano colloquio con Dio. Le motivazioni per la necessità della preghiera sono, a detta di Origene, fondamentalmente tre: Gesù stesso invita gli uomini a pregare; Egli si fa garante dell'esaudimento; l'esempio di molti santi. La seconda parte della trattazione contiene un excursus di carattere filologico sulle petizioni contenute nel Pater, nelle due diverse redazioni di Matteo e di Luca.
Il volume contiene il libro X, con gli sviluppi sulle parabole e il passaggio dal Battista al Cristo; l'XI, compreso tra la prima e la seconda moltiplicazione dei pani; il XII, tutto incentrato sul mistero di Gesu. Il primo di tre volumi che presentano, in prima traduzione italiana, il commento a matteo nella sua interezza (dei commenti di origene in greco sono rimasti i nove libri su giovanni e gli otto libri su matteo). Il volume contiene il libro x , con gli sviluppi sulle parabole e il passaggio dalla economia annunciata (il battista) al tempo propizio (il cristo); l'xi, compreso tra la prima e la seconda moltiplicazione dei pani; il xii, tutto incentrato sul mistero di gesu. In queste pagine, calibrate secondo i canoni della retorica antica, viene espresso lo sforzo di sintesi e armonizzazione - rispettosa anche nella polemica - che caratterizza tutta la produzione didattica di origene. Il commento risulta di grande importanza per il lettore moderno come riflessione sul mistero della chiesa, il suo ruolo, il suo carisma. Introduzione, tradu zione e note a cura di rosario scognamiglio e maria ignazia danieli
Il presente volume presenta la traduzione latina del volume XI/5 dell'opera origeniana.