«Il mondo sente che la Chiesa ha finito per assumere la mentalità del mondo... Sembra che, invece della propria forza dinamica capace di mettere in discussione il mondo, la Chiesa vada cercando qua e là spazi per accordarsi con il mondo». Sono pagine dense di drammaticità e di vigore quelle in cui monsignor Luigi Negri contesta l'attacco del mondo al Corpo Mistico di Cristo. Facendoci così riscoprire - tanto nelle introduzioni serali alla "Scuola di comunità" del Rosetum di Milano, quanto negli interventi in quotidiani e periodici - la natura e l'origine, quindi anche il destino, di quella che non può non essere, sempre di nuovo, "mater et magistra". Come spiega il professor Francesco Botturi nella sua Prefazione, la preoccupazione di monsignor Negri è quella del «compito primario di annuncio, e perciò di missione, che non può essere commisurato ad altro», tanto più oggi, giunti come siamo in fondo alla parabola secolarizzante.
Il volume offre importanti e originali spunti di riflessione sul Risorgimento e sulla nostra identità italiana. Al di là della mitologia e delle immagini retoriche con cui si continua a parlare oggi del Risorgimento l'autore inserisce il fenomeno del Risorgimento, da un punto di vista culturale, all'interno del processo rivoluzionario che segna la modernità, riuscendo così a leggere in profondità gli avvenimenti e a mostrare, superando le immagini distorte di una certa storiografia, la posizione della Chiesa, soffermandosi soprattutto su Pio IX e Leone XIII. Vengono così sottolineati: l'apporto decisivo del cristianesimo per il formarsi della stessa identità italiana; le ragioni dello scontro con lo Stato italiano; il contributo decisivo del Magistero sociale per la difesa della libertà della persona e la promozione di un'autentica democrazia.
In questo volume l'Autore affronta alcune delle questioni cruciali dell'esperienza cristiana: il rapporto tra ragione e fede; il nesso tra Cristo e la Chiesa; il significato ed il valore della dottrina sociale; il ruolo decisivo del Magistero di Giovanni Paolo II.
L'autore tenta di individuare, attraverso una precisa e attenta analisi della modernita gli elementi che legano e che distinguono la cultura cattolica da quella laica. Introduzione dell'On. Ferdinando Adornato, Presidente della fondazione Liberal. L'intendimento generale di questo volume e quello di fornireuna rilettura critica della modernita sul filo dell'antropologia. Si vuole cioe, attraverso un'attenta disamina critica,mostrare come all'interno della modernita convivano due anime, ovvero si sviluppino due concezioni dell'uomo e conseguentemente della realta socio politica. Una concezione, che potremo definire laicista, storicamente predominante, che si e sviluppata in netta antitesi alla tradizione e che, considerando astrattamente l'uomo, e sfociata nei totalitarismi del Novecento; una invece, che potremo definire laica, promotrice delle istanze di liberta e sostenitrice dei diritti fondamentali dell'uomo, che, sebbene perdente, non possiamo permetterci di dimenticare, in quanto e solo recuperandola che si possono superare i limiti della modernita. Una volta individuata in tutti i suoi elementi la dinamica del pensiero moderno nella sua duplice componente laica e laicista, si vuole inoltre evidenziare il contributo che il cattolicesimo puo fornire alla costruzione di un assetto nuovo dell'etica, dellasocialita e della politica all'alba del terzo millennio.