"La Cena di Cristo" è l'ultima e definitiva presa di posizione di Lutero nella controversia sulla Cena del Signore, una lunga e dura battaglia teologica sull'interpretazione delle parole di Gesù «questo è il mio corpo»: sono da comprendere letteralmente («è»), posizione per la quale si batte Lutero con estrema passione in quest'opera, oppure simbolicamente («significa»), secondo l'insegnamento del riformatore di Zurigo, Huldrych Zwingli? La questione fondamentale di come interpretare la Bibbia, lo stesso principio protestante della sola Scriptura, entra in una crisi che provoca la divisione del protestantesimo tra luterani e riformati, superata soltanto nel 1973 con la «Concordia di Leuenberg». L'ultima parte è la "Confessione", un vero e proprio testamento della vita e dell'opera di Lutero e prototipo della "Confessione di Augusta" del 1530. "La Cena di Cristo. Confessione" ci fa entrare nella grammatica della teologia e della fede di Lutero, ed è la chiave ermeneutica dell'intera opera del riformatore.
Martin Lutero scrisse questo aspro e violento documento antisemita negli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un saggio così duro da richiedere un commento che ne tenti una contestualizzazione, addentrandosi nell'intrico di violenza che ispirò quest'opera. Risulta allora fondamentale la ricostruzione che Adriano Prosperi fa dei rapporti del fondatore della Riforma con gli ebrei e più in generale dei rapporti fra il mondo cristiano e il mondo ebraico. Prosperi analizza poi l'enorme eco che il saggio ha suscitato nel mondo protestante dove l'antisemitismo si è rivelato ancora più tenace e devastante che nel mondo cattolico.
Il primo programma di riforma della chiesa scritto da Lutero
La denuncia della tirannide papale
La convocazione di un concilio cristiano per riformare la chiesa
L'appello Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca è il programma di riforma della chiesa formulato da Lutero.
Nato come denuncia della tirannide papale all'imperatore Carlo V e ai nobili tedeschi, nella stesura finale divenne un vibrante appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca a farsi carico della riforma della chiesa.
Dalla quarta di copertina:
Lutero intuì assai presto che una vera riforma della Chiesa non l'avrebbero attuata néil papa con la sua curia, al quale pure si era appellato, né un concilio generale, di cui aveva invano chiesto la convocazione. Si rivolse perció al laicato cristiano, riconoscendovi l'unica forza in grado di riformare la Chiesa.
Nacque cosí l'appello Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, opera che ha dato origine al movimento della Riforma e alla nascita del protestantesimo.
Nella prima parte, più teologica, Lutero abbatte le "tre muraglie di paglia e di carta" con le quali la Chiesa di Roma ha respinto tutti i tentativi di riformarla. La seconda parte, più pratica, contiene 27 proposte concrete di riforma della Chiesa e della società. Se fossero state accolte, la storia della Chiesa d'Occidente sarebbe stata molto diversa.
Uno scritto per capire perché è nata, e non poteva non nascere, la Riforma.
Lutero redasse questo breve trattato, di intento conciliativo, quando già conosceva la bolla Exsurge Domine con cui Leone X gli intimava la ritrattazione delle sue tesi, pena la scomunica. Nulla di tale conflitto traspare tuttavia dalle sue pagine, in cui si parla unicamente della fede come radice della libertà e dell'amore come spazio in cui viverla. Tra le più limpide e alte espressioni del pensiero luterano nonché del messaggio della Riforma, la Libertà del cristiano è probabilmente lo scritto di Lutero che più ha influenzato le coscienze e la storia, non solo cristiana, dell'Occidente. LIl volume contiene in appendice la Bolla Exsurge Domine.
Attraverso un poderoso sforzo di sintesi, Lutero presenta in poche pagine i lineamenti fondamentali della fede cristiana, come un cristiano o una cristiana che vivano la propria fede in modo responsabile devono conoscerli. Pochi testi come questo hanno contribuito a plasmare e diffondere la fede evangelica, dapprima in Germania, poi nel mondo intero. Un volume teologico e letterario, un classico della spiritualità cristiana, in ogni tempo: anche e proprio nella nostra epoca secolarizzata.
Martin Lutero scrisse questo aspro e violento documento antisemita negli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un saggio così duro da richiedere un commento che ne tenti una contestualizzazione, addentrandosi nell'intrico di violenza che ispirò quest'opera. Risulta allora fondamentale la ricostruzione che Adriano Prosperi fa dei rapporti del fondatore della Riforma con gli ebrei e più in generale dei rapporti fra il mondo cristiano e il mondo ebraico. Prosperi analizza poi l'enorme eco che il saggio ha suscitato nel mondo protestante dove l'antisemitismo si è rivelato ancora più tenace e devastante che nel mondo cattolico.