Heinrich Heine compì un viaggio in Italia dall'agosto al dicembre 1828 lungo un percorso che dal Brennero attraverso Trento, Verona, Milano e Genova lo condusse in Toscana, dalla quale dopo alcune settimane fece poi ritorno in Germania. Le "Impressioni di viaggio" riferite all'Italia che, al pari di altre parti relative a varie tappe tedesche, prendono spunto da questi vagabondaggi sono molto lontane dalla forma della relazione di viaggio. Esse sono, piuttosto, godibili strumenti comunicativi condotti con singolare maturità dal giovane autore, sul filo narrativo del viaggiare, per catturare l'attenzione del pubblico dei lettori e, attraverso le mille rifrazioni della divagazione, dell'ironia, della polemica e del capriccio
Tutto l'Ottocento è attraversato dalla riscoperta degli dèi pagani. Nei quattro scritti qui raccolti - due di carattere saggistico e due in forma di pantomima danzata - Heine ci racconta "la trasformazione in demoni subita dalle divinità greco-romane allorché il cristianesimo raggiunse il predominio del mondo". Esplorando le leggende, le fiabe e le superstizioni medioevali incontriamo così, sotto tratti demonizzati, gli antichi dèi: segno non solo del loro esilio, ma della loro incancellabile vita.