La storia d'Europa è la storia di una vicenda perenne e appassionante di contrazioni ed espansioni di un grande spazio di civiltà. È in questo spazio che è nata la tradizione del Cristianesimo, si sono incrociati e fusi i destini di grandi popoli e di grandi tradizioni culturali, è sbocciata la civiltà moderna della scienza e della tecnica, è fiorita la cultura dell'uomo e della libertà morale, politica e civile. E tutto ciò fino a oggi, alla complessa e affascinante pagina dell'Unione europea e ai suoi problemi nel mondo della globalizzazione.
A distanza di quarant'anni dalla prima edizione, riproponiamo questa "Intervista" allo storico Giuseppe Galasso, uno dei maggiori intellettuali napoletani. Un lucido e appassionato ritratto di una «vecchia grande città, che da oltre un secolo non è più la capitale di un regno, come era stata per quasi sei secoli, e non è riuscita, tuttavia, a trovare nel frattempo una dimensione nuova». Un affresco della 'questione napoletana': da colonia greca a vicereame spagnolo, a capitale borbonica, a caotica metropoli, dove sono in gioco direttamente le sorti di milioni di napoletani e indirettamente le sorti di tutto il paese. Con una nota di Luigi Mascilli Migliorini.
Dalle cronache alle più impegnative scritture storiche medievali, l'Italia si dimostra un laboratorio di innovazioni e riflessioni di grande spessore nel contesto europeo. La storiografia umanistica e storici come Machiavelli e Guicciardini non sorgono, quindi, come estemporanee novità, e neppure è casuale il magistero italiano nell'Europa del rinascimento. Questo alto profilo viene in parte disperso nella "decadenza" italiana, finché con Vico, Muratori, Giannone si riapre una nuova grande stagione. Dal Risorgimento alla Repubblica il corso della storiografia italiana si fa molteplice e differenziato, in collegamento crescente con i paralleli sviluppi europei. Nel '900 la storiografia italiana è poi sempre più ricca di voci e di esperienze, che ne fanno un documento notevole della cultura contemporanea, pur mantenendo sempre una sua originale cifra di interessi e di metodi. Un ritratto d'autore del volto cangiante della storiografia italiana. Un profilo che definisce la fisionomia e la metodologia dello scrivere di storia nel nostro paese, sottolineandone l'organico rapporto con l'insieme della vita civile e culturale.
In breve
Che cos’è la storia moderna? Quando comincia e quando finisce? E che vuol dire moderno? Siamo già in un mondo post-moderno? Galasso risponde: che moderna è tutta l’età dalla fine del Medioevo a oggi; che perciò la storia contemporanea è solo la più recente storia moderna; che la modernità ha segnato un salto di qualità nella condizione umana più radicale di quello dell’età neolitica; che il post-moderno è solo un nuovo moderno, ancora più moderno.
Indice
I. Definire la storia moderna - II. Quando e come si apre l’età moderna - III. Strumenti e percorsi del moderno - IV. Lo Stato moderno - V. La superiorità e le idee nuove dei moderni - VI. Antropologia, sociologia, politologia del moderno - VII. La pienezza della modernità e la modernità del postmoderno - VIII. Studiare la storia moderna - Indice dei nomi
Giuseppe Galasso evoca, nel quadro della grande storia europea e mediterranea, un'epoca cruciale per il Mezzogiorno, dalla divisione dell'Italia in aree longobarde e in aree bizantine alle pressioni e interferenze arabe, pontificie e germaniche fino alla grande storia della monarchia normanna e sveva. In un ampio affresco, la perenne dialettica tra logiche interne e chiusure o aperture, mediazioni o adattamenti all'esterno, iniziative e passività, successi e fallimenti mette in luce la cifra, la specificità e il ruolo storico del Mezzogiorno in quei secoli, e oltre.
Questa "Prima lezione" firmata da Giuseppe Galasso introduce alla problematicità, ai metodi e ai temi della storia moderna sviluppando tre innovativi nodi concettuali: "moderna" è tutta l'età dalla fine del Medioevo a oggi; di conseguenza la storia contemporanea è anch'essa una parte (la più recente) della storia moderna; la modernità ha segnato un salto di qualità nella condizione umana paragonabile solo a quello dell'età neolitica, ma ancora più radicale e sconvolgente sia in termini individuali che di rapporto tra l'essere umano e il mondo. La distinzione tra modernità e contemporaneità viene dunque approfondita in queste pagine a partire dall'idea che la prima comprende la seconda e che, mentre contemporaneo è un dato di fatto (il tempo attuale), moderno (il nuovo in contrapposizione all'antiquato) è un'indicazione di tempo, ma anche un giudizio di valore.
Giuseppe Galasso esamina in queste pagine la storia italiana ed europea del Novecento, con tutta la vivacità del vissuto di uno dei grandi spiriti che quella storia ha contribuito a costruire. Un protagonista che ha interpretato e promosso lo spirito e l'identità di una cultura, di un mondo civile e sociale, di una tradizione e di uno spazio etico-politico. Un Croce al di là delle polemiche che ne hanno alterato o falsato la figura e il ruolo. Non il dittatore di mezzo secolo di cultura italiana, ma una grande voce dell'Europa in Italia e dell'Italia in Europa. Non il celebratore di una marcia trionfale dello Spirito o del bene e del meglio nella storia, ma un testimone del suo tempo e della perenne dialettica propria dello spirito e della storia.
La storia d'Europa è la storia di una vicenda perenne di contrazioni e espansioni di un grande spazio di civiltà. E' in questo spazio che è nata la tradizione del Cristianesimo, si sono incrociati e fusi i destini di grandi popoli e di grandi tradizioni culturali, è sbocciata la civiltà moderna della scienza e della tecnica, è fiorita la cultura dell'uomo e della libertà morale, politica e civile. E tutto ciò fino ad oggi, alla nuova pagina dell'Unione europea e ai suoi problemi nel mondo della globalizzazione.