Ha un futuro la pastorale sociale della Chiesa italiana? E nella pastorale sociale ha un futuro l'utilizzo organico della Dottrina sociale della Chiesa? Vengono meno i modelli del passato, si corre verso un pastoralismo immediato e intanto le minacce alla natura umana delle moderne ideologie alzano la posta in gioco. Il quadro deve essere completamente ripreso in mano e della pastorale sociale serve una nuova messa a punto.
Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa ha chiuso un'epoca e ne ha aperto un'altra. Chiude l'epoca del rilancio della Dottrina sociale della Chiesa con san Giovanni Paolo II, chiude l'epoca controversa del postconcilio, esce alle soglie del poderoso ripensamento dei fondamenti stessi del rapporto Chiesa-Mondo del pontificato di Benedetto XVI e guarda a questo "ricominciare dalla fede" impostato da Papa Francesco.
Uno strumento per l'insegnamento alternativo a quello della cultura e dalla politica dominanti, perché l'Educazione Civica non diventi una "religione civile" imposta dallo Stato.
L'origine umana del riscaldamento globale non è attendibile. L'emissione di anidride carbonica ha conseguenze minime sul riscaldamento. L'ecologismo oggi dilagante ha origini eugenetiche. La green economy non è meno speculativa dell'economia di sempre. Nel New deal dell'Unione europea per l'ambiente c'è poca scienza, molta ideologia ed eccessivo centralismo. Le preoccupazioni sulla fine delle risorse naturali non hanno fondamento. I dati sull'ambiente sono pilotati. L'IPCC dell'Onu non è un organo scientifico ma governativo. Il nuovo ecologismo cattolico non ha niente a che fare con la corretta teologia della creazione. La Cina è il massimo inquinatore ma si presenta alla scena internazionale come la soluzione. Il sottosviluppo inquina più dello sviluppo. Paesi europei come l'Olanda o la Francia sono vittime dell'ideologia politica ambientalista che provoca distruzione. Ecco alcuni spunti di contro-riflessione contenuti in questo Dodicesimo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo. Uno strumento indispensabile per diradare le nebbie e illuminare le menti e le strade da percorrere. Il Rapporto è redatto dall'Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, in collaborazione con i seguenti Centri di ricerca: Centro Studi Rosario Livatino, Roma; CIES-Fundación Aletheia, Buenos Aires; Fondazione Magna Carta, Roma; Fondazione Osservatorio sociale, Wroclaw; Fundación Pablo VI, Madrid; Centro de Pensamiento Social Católico dell'Universidad San Pablo, Arequipa.
La presenza dell'Islam in Europa ne fa già oggi un "problema politico", come dice il titolo del Rapporto ma, continuando le attuali tendenze demografiche e immigratorie, lo sarà sempre di più in futuro. Questo tema, in altre parole, non mancherà nell'agenda della comunità politica per i prossimi anni. Con la sua analisi dell'islam come problema politico, il volume invita ad una profonda riflessione sulla religione, le religioni, la vita politica e la pace, sostenendo, in fondo, che essa non può essere conseguita cancellando le identità delle religioni e, quindi, il loro rapporto con la verità della politica. Le religioni hanno una propria identità, una struttura dottrinale e di prassi che la politica non può e non deve annullare in un generico "supermercato delle religioni" considerate tutte uguali e quindi sostanzialmente indifferenti al potere politico. Piuttosto, il potere politico deve "guardare in faccia" le religioni per comprendere il loro impatto nella vita pubblica della comunità. Con saggi di: Stefano Fontana, Lorenza Formicola, Giulio Meotti, Centro Studi Livatino.
Nel volume si affronta la questione delle migrazioni e delle immigrazioni, che emerge dalle cronache dai cinque continenti e viene specificatamente affrontata dai due saggi centrali di Ettore Gotti Tedeschi e Anna Bono. L'enorme problematica è approfondita con realismo cristiano, al di là del velo di ignoranza che la versione dominante impone, evitando retorica e luoghi comuni.