“Dio altrimenti” indica una via alternativa a Dio, seguendo e tematizzando la traiettoria del senso ultimo della realtà articolato nella Bibbia. Le Scritture ebraico-cristiane non ricalcano l’ontologia cosmologico-naturale e il finalismo teleologico della nobile tradizione teologica dell’uomo “capax Dei”, la quale ha in Tommaso d’Aquino, in Henri de Lubac e in Karl Rahner tre i più originali e significativi interpreti. Dio non viene inteso nelle pagine bibliche quale essere pervertissimo, oggetto attrattivo del dinamismo intellettivo e volitivo dell’essere umano, ma quale Volontà personale e trascendente buona, che ri-fonda la soggettività dell’uomo, liberandola dall’innocente determinismo della ricerca di felicità e offrendo alla sua decisione l’inedita possibilità della responsabilità servizio verso il povero.