Nel quadro attuale della scienza canonica, il volume affronta il delicato tema del diritto del fedele a scegliere senza costrizioni la propria vocazione. Il principio si trova enunciato nel canone 219 del CIC. Nel commentarlo, l'autore risale ai presupposti storici e culturali del canone ed esamina le sue applicazioni pratiche alla vita dei fedeli, dove la libertà di scelta della vocazione assume la dimensione della stabilità e dell'impegno definitivo. La materia è trattata in modo esaustivo: si considerano la scelta della vita consacrata nella professione dei consigli evangelici, la vocazione al sacerdozio e quella alla vita matrimoniale. Particolare attenzione è dedicata alla tutela giuridica dello stato di vita dopo la sua assunzione definitiva.
Secondo un inveterato insegnamento morale e giuridico l'atto umano, che è sempre a fondamento dell'atto giuridico, si compone di un aspetto volitivo e di un aspetto cognitivo. Tutto ciò che influenzerà una delle due dimensioni dell'atto umano fino ad eliminarla totalmente comprometterà la possibilità di ravvisare la stessa sussistenza di un atto libero e quindi giuridicamente rilevante. Questo tema abbraccia la vasta problematica della violenza psichica e del plagio che riguardano non solo la sfera giuridica ma anche quella psichiatrica e psicoterapeutica. Andrea D'Auria è docente di diritto canonico presso la Pontificia Università Urbaniana.