Si giunge con questa pubblicazione al quinto volume della traduzione in lingua italiana del Commento ai Salmi di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (485 ca. 580 ca.). Per i precedenti sono stati scelti salmi che potevano raggrupparsi sotto un unico tema; questo, invece, contiene i commenti a ventitré componimenti piuttosto slegati fra loro. Il titolo è senz’altro appropriato, in quanto tiene conto di una verità molto cara a Cassiodoro: la lode al Signore è davvero l’opus Dei, ed è, in un certo senso, quasi un’anticipazione del paradiso; essa, però, va cantata soprattutto «con la cetra della vita». Cassiodoro scopre con disarmante facilità il senso cristologico dei Salmi: secondo lui, anzi, è il Signore stesso che parla in molti di essi. Ed è di pari evidenza per Cassiodoro la lettura del senso ecclesiologico, anche perché la Chiesa è un tutt’uno con il suo Sposo.
Poter beneficiare finalmente della versione in lingua italiana dell'"Expositio Psalmorum" costituisce un contributo di grandissimo valore non solo per gli studi medievali e di letteratura cristiana antica, ma anche per una conoscenza più diretta della spiritualità monastica delle origini. Il testo dell'Expositio, infatti, era ben noto ai monaci del medioevo e accompagnava, insieme agli altri grandi commentari (primo fra tutti le "Enarrationes" di Agostino), quella meditatio-ruminatio con cui essi prolungavano, per così dire, nella solitudine e nel silenzio della cella, l'eco della celebrazione comune delle Ore Liturgiche e il canto della salmodia. I Salmi erano per loro come la nota costante, lo sfondo di tutta la loro relazione col Signore; aprendo il Salterio vi riconoscevano tutti quei tratti profondamente umani dell'anima orante e, nello stesso tempo, tutta la ricchezza di un testo che, in quanto ispirato, è stato messo da Dio nelle mani, nella bocca e nel cuore di chi prega. Prefazione della Comunità certosina di Serra San Bruno.
"... Nel commento alle suppliche individuali, Cristo si rivela ancora una volta agli occhi del Vivariense, esemplare punto di incontro tra umano e divino: per questo il senso cristologico non è solo il senso dominante sugli altri, ma è anche punto di convergenza degli altri sensi, vale a dire il letterale, lo spirituale e l'anagogico. L'impressione che si ricava dalla lettura di queste pagine, grazie anche alla fluidità della lingua nella quale sono rese in traduzione, è quella di uno sguardo ampio sull'umanità e sulla sua storia, che diventano, così, "luoghi" nei quali la visita di Dio consente un continuo passaggio dalla morte, cui l'essere umano è condannato dal peccato originale, alla vita, il grande dono di Dio, misericors per eccellenza, il cui cuore tenero è rivolto verso i miseri. L'esperienza storica di Cristo diviene così chiave interpretativa della vicenda di ogni uomo e della vita nuova, alla quale egli è chiamato su questa terra nell'attesa di un compimento che arriverà di certo, sia pure in una dimensione metastorica, simbolicamente evocata dalla tradizionale immagine della Gerusalemme celeste...". (Dalla prefazione di Mons. Vincenzo Bertolone)
Nell’interpretazione dei Salmi è fondamentale per Cassiodoro il senso storico grammaticale. In ciò era favorito dalla sua straordinaria erudizione. Non di rado si mette a spiegare il testo parola per parola con frequenti riferimenti a conoscenze scientifiche di cui era ricco. Egli comunque preferisce in maniera assoluta il senso spirituale. Quando gli è possibile fa scaturire dai salmi utili insegnamenti morali. Ma per lui ciò che conta davvero è il senso allegorico. L’autore dei salmi è un profeta che vede in anticipo come Dio avrebbe realizzato il suo disegno di salvezza. In essi, pertanto, è al centro la figura di Gesù Cristo, unico Salvatore. È in Lui che la storia trova pienezza di significato. Potremmo tranquillamente dire che Cassiodoro vuole e riesce a scoprire nei Salmi la realizzazione del mistero pasquale. Il “canto nuovo” che i beati devono cantare in eterno “è il mistero della santa incarnazione, la natività mirabile, l’insegnamento che dona salvezza, la passione maestra di sapienza, la risurrezione prova certissima della nostra speranza, l’essere posto alla destra del Padre”. E, proprio perché la Pasqua avrà la sua pienezza nella Gerusalemme celeste, è evidentemente accentuato nel Commento il senso anagogico. Quanto detto risalta in particolar modo nel Commento ai Salmi dell’Hallel. Sono, in fondo, i salmi che venivano cantati dagli ebrei soprattutto nelle celebrazioni pasquali. E che, dunque, anche Gesù ha cantato. Si può esser certi che la lettura del Commento di Cassiodoro anche oggi possa far tanto bene, infondendo illimitata fiducia nella certezza che Dio ci ama e soprattutto aiutandoci a far della lode al Signore lo scopo della nostra esistenza. È una lode – insiste Cassiodoro – da cantare innanzitutto con la vita. Sono le buone azioni le corde della cetra.
la presente edizione delle istitutiones di cassiodoro, composte nella prima meta del vi sec., offre per la prima volta al pubblico italiano una traduzione completa dell opera, corrdata da un ricco apparato di note e da un ampia introduzione, guida e sussidio alla lettura.