Una novella di Giovanni Boccaccio idealmente dedicata a Giovanni Bovara, studioso del "Decamerone", che poco prima di morire (1916) a causa delle ferite riportate durante la Prima guerra mondiale, scoprì fortunosamente uno scritto sconosciuto del Boccaccio. Questa novella fu poi nuovamente dimenticata per essere poi pubblicata, per la prima volta. È altamente probabile che la novella fosse stata portata al Nord dallo stesso Boccaccio per donarla a qualcuno quando, nel 1351, fu inviato in Tirolo come "ambaxiator solemnis" di Firenze. Qui, Camilleri racconta non solo come venne in possesso di una copia manoscritta dell'originale autografo, ma chiarisce anche le probabili ragioni che spinsero Boccaccio a escludere questa novella sia dalla Giornata Terza del Decamerone, a cui era originariamente destinata, che dalla raccolta definitiva.
Andrea Camilleri ha voluto ricordare l'amico scomparso con la trascrizione del loro incontro, avvenuto nel 1998 a Mantova nell'ambito del Festivaletteratura. Un dialogo in cui affrontano i temi più disparati: la letteratura, i gialli che li hanno segnati, i libri letti e a volte (ma solo nella finzione) bruciati, i loro personaggi Pepe Carvalho e Salvo Montalbano, ma anche i rapporti dei loro protagonisti con le donne, il calcio, la cucina, il vino... A testimoniare un'amicizia e un'affinità nate sui libri e divenute realtà.