Capire Paolo non è facile. Paolo e il «paolinismo», quel modo suo personalissimo di pensare e di formulare il cristianesimo, non sono stati mai ben compresi, né dai suoi coetanei, collaboratori o avversari, né dalle Chiese cristiane che emersero in seguito.
Laprima parte del libro è dedicata a far capire questa difficile inserzione di Paolo nel cristianesimo, coevo o attuale: una personalità complessa e appassionata, la radicale novità del suo pensiero teologico, e il suo precoce e non facile inserimento nel movimento cristiano degli anni trenta.
La seconda parte offre un abbozzo biografico dell’apostolo, nella convinzione che la vita di Paolo è condizione sine qua non per capire la sua opera missionaria e soprattutto le sue lettere; la biografia paolina viene presentata come contesto storico della corrispondenza paolina e la sua imprescindibile chiave di lettura.
Nella terza parte si offre una visione globale del periodo immediatamente posteriore a Paolo, quello dei suoi eredi; in esso trovano posto e spiegazione le lettere cosiddette postpaoline, lettere a lui attribuite pseudoepigraficamente; questa opinione di base, che è maggioritaria, influisce profondamente sul modo di capire Paolo, fino alla forma di definire la sua vita e il suo autentico pensiero.
La quarta parte delinea gli elementi fondamentali del pensiero paolino, focalizzandone il centro nell’esperienza pasquale di Paolo. Prima di essere annuncio proclamato, il vangelo è stato per Paolo esperienza vissuta; partendo da essa, e avendo presenti le esperienze delle sue comunità, il missionario è diventato pensatore e l’apostolo un teologo. Incontro personale con il Signore Risorto («vocazione» personale) e cura pastorale delle comunità (responsabilità apostolica) vengono presentate come le ragioni basilari del suo ragionare teologico, tanto ermetico quanto fecondo e stimolante.
Nato dalla docenza, questo libro è sorto pure dal crescente appassionarsi a Paolo di chi, come l’autore, lo ha studiato senza posa negli ultimi 25 anni.
Questo libro offre una lettura del primo vangelo, poiché tale è considerato il vangelo di Marco dagli studiosi, come vademecum per l’educazione alla fede, mettendo in evidenza il motivo, le mete e la metodologia pedagogica usate da Gesù nell’educazione dei suoi discepoli.
L’autore considera Marco un autentico manuale di formazione per i seguaci di Gesù. Tale è stato per i primi lettori del vangelo, la comunità dell’evangelista, e tale deve continuare ad essere per coloro che vogliono essere discepoli di Gesù e vogliono sapere come riuscirvi.
Dopo una introduzione che giustifica questa impostazione, si ripercorre, seguendo il filo del racconto evangelico, l’itinerario formativo che Gesù ha seguito con i suoi discepoli. Il percorso viene diversificato in tre grandi tappe di addestramento (Galilea, cammino verso Gerusalemme, Gerusalemme) chiaramente differenziate dal luogo, nei contenuti, nel metodo e nelle mete dell’istruzione che Gesù imparte ai suoi. Alla fine, e come conclusione, in un epilogo si abbozzano i tratti fondamentali della pedagogia di Gesù.
Il lettore accorto avvertirà che sono state trattate le scene – e non tutte – che si incentrano sul rapporto di Gesù con i suoi discepoli, di modo che possa emergere con maggiore chiarezza l’iter pedagogico che Gesù educatore impone a chi lo segue. Presentare il discepolato di Gesù come un processo evolutivo restituisce al rapporto personale con Gesù il suo carattere dinamico e progressivo. Chi è deciso a seguire Cristo oggi, potrà leggere come anticipato nei cammini percorsi dai primi discepoli il proprio cammino di fede. Ed una volta ripercorsi tali cammini, la loro compagnia diverrà imprescindibile per chi è impegnato nel seguire le orme del Signore Gesù. Perché oggi riescono ad essere credibili solo coloro che non parlano per sentito dire.